L’11 aprile 1963 San Giovanni XXIII donava al mondo una delle sue più belle encicliche: la Pacem in terris. Essa segna la risposta della Chiesa alle più attuali problematiche in relazione alla convivenza civile fra i popoli e l’ordinamento giuridico.
L’11 aprile 1963 era un Giovedì Santo, e fu in quel giorno che Giovanni XXIII volle simbolicamente firmare la Pacem In Terris, la sua ottava e ultima enciclica. Gli era stato diagnosticato un tumore qualche tempo prima, morì poco dopo, e quella enciclica è rimasta come uno dei testamenti spirituali di Giovanni XXIII. E, sessanta anni dopo, la Pacem In Terris è ancora profondamente attuale, nonostante il mondo sia cambiato profondamente in tutto questo tempo.
E si arriva oggi martedì della settimana di Pasqua alla tomba del' Apostolo Paolo alla basilica sulla via Ostiense dove alle 17 si svolge la liturgia stazionale.
Attraverso la riflessione e la meditazione su dieci opere della storia dell’arte e alcuni brani tratti dalla letteratura, Simone Varisco,
Questo ci insegnano le donne: Gesù si incontra testimoniandolo"
Nel giorno che la Chiesa dedica all' angelo che annuncia la resurrezione di Cristo il cammino stazionale si ferma a San Pietro alle 17.00.
A Pasqua “la sorte del mondo è cambiata”, perché “Cristo è veramente risorto”, a testimonianza che “la speranza non è una illusione, è verità”, e che dalla Pasqua “Il cammino dell’umanità “procede più spedito”, come è successo ai discepoli primi testimoni della Resurrezione, i discepoli che subito hanno fretta di annunciare Gesù. Perché “a Pasqua, insomma, il cammino accelera e diventa corsa, perché l’umanità vede la meta del suo percorso, il senso del suo destino, Gesù Cristo, ed è chiamata ad affrettarsi incontro a Lui, speranza del mondo”.
Questa santa veglia, queste ore che stiamo vivendo sono le ore più grandi della nostra vita, quelle più cariche di significato perchè, come abbiamo cantato nel Preconio pasquale, celebriamo “la vittoria del più grande dei re”, la terra si ridesta di gioia e “le tenebre sono scomparse, messe in fuga dall’Eterno Signore della Luce”.
Alle 18 di oggi giorno di Pasqua il cammino stazionale si ferma a Santa Maria Maggiore. "Questa insigne basilica romana,
Davanti alla tomba vuota le donne “invertono la rotta, cambiano strada; abbandonano il sepolcro e corrono ad annunciare ai discepoli un percorso nuovo: Gesù è risorto e li attende in Galilea”. Lo ha detto il Papa nell’omelia pronunciata durante la solenne veglia pasquale in San Pietro.
Nella Via Crucis del Venerdì Santo, Papa Francesco ha voluto raccogliere voci di pace, mettendo insieme varie testimonianze raccolte durante i suoi viaggi. E, tra queste, alla decima stazione c’è la testimonianza di un russo e di un ucraino, uno schema che ripete quello controverso dello scorso anno, quando due amiche, una russa e una ucraina, furono chiamate a portare la croce, creando non pochi malumori di fronte alla difficoltà di un percorso di perdono da parte ucraina quando la guerra era ancora in corso.
Voci del silenzio Santi e mistici hanno descritto il silenzio
“L’amor di Michelagnolo e la fatica insieme. I calchi delle tre Pietà”
Domani, in tutto il mondo, i cattolici celebrano la Pasqua. La Pasqua – ha detto in un messaggio il presidente della Conferenza Episcopale Italiana e arcivescovo di Bologna, card. Matteo Zuppi - è “il bene che risorge, il male sconfitto ed il buio che viene illuminato dalla luce” aggiungendo che “non c’è Risurrezione se non seguiamo Gesù nella sua Passione, donando amore quando vediamo la preoccupazione attorno a noi e tutto ci sembra inutile”.
La veglia del Sabato Santo è la Madre di tutte le Veglie e nella cattedrale di Roma, San Giovanni in Laterano si celebra in modo solenne. Alle 21. 00 di questa sera si inizia con la liturgia stazionale.
Sono coloro che hanno vissuto l’orrore della guerra a portare la croce quest'anno nella Via Crucis al Colosseo. Il Pontefice non presiede la tradizionale processione del Venerdì Santo trasmessa in mondovisione nel posto più suggestivo dell'antica Roma, l'Anfiteatro Flavio. Ma la segue da Casa Santa Marta.
Papa Francesco presiede nella Basilica Vaticana la celebrazione della Passione del Signore in occasione del Venerdì Santo. Al termine della lettura del Vangelo il Predicatore della Casa Pontificia, il Cardinale Raniero Cantalamessa, tiene l’omelia. È il giorno in cui si adora la croce, e l’amore che ha portato su quella croce Dio stesso per noi.
"Per quanto avessero ricacciato sotto le pietre la terra, affinché nulla ci crescesse sopra, e rinettassero qualsiasi erba ne spuntasse fuori, e affumicassero tutto di carbone e di petrolio, e mozzassero gli alberi, e allontanassero tutte le bestie e gli uccelli, la primavera era primavera anche in città".
“Voci di pace in un mondo di guerra”. E' questo il tema scelto per le meditazioni della Via Crucis 2023. A differenza degli anni passati i testi delle meditazioni sono stati resi noti solo questo pomeriggio dalla Sala Stampa della Santa Sede.
" Per via del freddo intenso di questi giorni Papa Francesco seguirà la Via Crucis di questa sera da Casa Santa Marta, unendosi alla preghiera di coloro che si raccoglieranno con la Diocesi di Roma al Colosseo".