Davvero speciale questo 19 marzo per la Chiesa cattolica. San Giuseppe che si ricorda liturgicamente oggi, è il custode della Chiesa. Perchè è stato custode di Maria e di Gesù. Fino a due anni fa ricordavamo l’onomastico del Papa regnante, Joseph Ratzinger, oggi Papa emerito e, come San Giuseppe, custode della Chiesa con la preghiera. Da due anni ricordiamo l’inizio del Pontificato del Papa regnante, Jorge Mario Bergoglio divenuto Papa Francesco, custode della vita della Chiesa con la sua opera di governo.
Ancora una volta una forte condanna del Papa per tutti gli atti contro la pace e la sacralità della vita umana, contro il terrorismo che ha colpito il popolo tunisino come tutto il mondo.
Quattro anni di guerra. Il 15 marzo si è celebrato un ben triste anniversario in Siria. Il Malteser International, l’agenzia di soccorso internazionale dell’Ordine di Malta, ha lanciato un appello alla comunità internazionale per intensificare gli sforzi al fine di alleviare l’inaudita e profonda sofferenza della popolazione civile.
L’applauso scrosciante tributato dal Parlamento Europeo a Papa Francesco lo scorso 25 novembre nel momento in cui il suo discorso ha toccato i temi della famiglia può essere considerato “il segnale che c’è ancora speranza in Europa”. Lo spiega il Cardinal Petr Erdo, Arcivescovo di Budapest e presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee. Ma soprattutto, relatore generale dei sinodi straordinario e ordinario sulla famiglia voluti da Papa Francesco.
La storia del Santuario di Pompei dedicato a Maria non è molto antica. La città che oggi conosciamo nasce alla fine dell‘800 per contrastare la situazione di abbandono della regione che una volta aveva ospitato una delle città più famose dell’ antichità. La Pompei pagana distrutta, e mai ricostruita, nel 79 dopo Cristo da una catastrofica eruzione del Vesuvio, è lì, a pochi passi dalla “cittadella della carità” voluta da Bartolo Longo.
Perché Dio ha scelto San Giuseppe come padre putativo di suo Figlio? Perché era un uomo pratico, oltre che giusto. La straordinaria, logica, semplice e allo stesso tempo teologicamente fondata spiegazione dalla scelta l’ha data il Papa emerito Benedetto XVI, in una di quelle omelie che – come ha rivelato l’arcivescovo Georg Gaenswein, suo segretario particolare – tiene ogni domenica nella cappella del Monastero Mater Ecclesiae, dove risiede. Un rapporto, quello tra Joseph Ratzinger e il suo santo, strettissimo e vivo. Un rapporto che è bello ricordare nel giorno dell’onomastico del Papa emerito, che per una felice coincidenza coincide con l’anniversario della Messa di Inizio del Ministero Petrino di Papa Francesco.
'Non dobbiamo avere della bontà. E neanche della tenerezza!'. Sono passati esattamente due anni da quel primo invito rivolto da Papa Francesco ai fedeli. Era il 19 marzo 2013 e Jorge Mario Bergoglio era stato eletto Romano Pontefice soltanto sei giorni prima. Il Papa arrivato dalla fine del mondo inaugurava con una messa solenne in piazza San Pietro il suo pontificato.
A Napoli trasporto su bus, filobus e tram gratuito il prossimo sabato 21 in occasione della visita pastorale di Papa Francesco.
"Il popolo degli onesti - ha osservato il porporato - deve assolutamente reagire senza deprimersi, continuando a fare con onestà e competenza il proprio lavoro ma anche protestando nei modi corretti contro questo malesempio che sembra essere un regime".
I genitori di Santa Teresa di Lisieux saranno a loro volta canonizzati. Lo ha deciso Papa Francesco che ha autorizzato il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, a promulgarne il decreto.
Prima catechesi dedicata ai bambini, “che sono un grande dono per l’umanità, ma anche i grandi esclusi, perché neppure li lasciano nascere”: Papa Francesco si avvia alla conclusione del ciclo di riflessioni sulla famiglia, tema che ha affrontato nelle ultime udienze del mercoledì. Proprio ai più piccoli il Papa dedicherà anche la prossima: “Quando vediamo che il livello di nascita della società arriva appena all'uno per cento, possiamo dire che questa società è triste e grigia perché è rimasta senza bambini”, ha ammonito Francesco. Che ha ricordato come “i bambini sono in sé stessi una ricchezza per l’umanità e anche per la Chiesa”.
La visita di Papa Francesco a Napoli è la quarta di un papa dell’era moderna. Prima di lui, Benedetto XVI, si recò in visita pastorale nella città partenopea il 21 ottobre 2007. Nell’occasione, in privato, volle andare nella cappella del tesoro dedicata al patrono e lì baciò il sangue del vescovo martire San Gennaro. Inoltre, partecipò al meeting internazionale sul tema “Per un mondo senza violenza. Religioni e culture in dialogo”.
Ha dello straordinario la storia del quadro della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei. Fu donato dopo non poche insistenze a Bartolo Longo da Suor Maria Concetta De Litala, del Convento del Rosariello a Porta Medina di Napoli. La religiosa l’aveva avuto in custodia da padre Alberto Radente, confessore del Beato, ma si trovava in un pessimo stato di conservazione.
Papa Francesco è il terzo Papa a giungere a Pompei. L’ultimo era stato Benedetto XVI, pellegrino in preghiera alla Vergine del Rosario il 19 ottobre 2008. La prima volta di un Papa nella città mariana, invece, risale al 21 ottobre 1979, con la visita di Giovanni Paolo II, che ritornerà poi una seconda volta il 16 ottobre del 2002.
Non si possono chiudere le porte della Chiesa, perché la Chiesa è “la casa di Gesù”, e Gesù aveva accolto tutti. Nella consueta omelia della messa mattutina in Domus Sanctae Marthae, Papa Francesco riprende il tema della infinita misericordia di Gesù e la contrappone alla poca misericordia di alcuni credenti, come riferisce la Radio Vaticana.
Una lettera ai vescovi del “Gigante d’Africa”, perché non si facciano sopraffare dalle minoranze estremiste . Papa Francesco scrive ai vescovi della Nigeria, i quali in questa difficile situazione non cessano “testimoniare l’accoglienza, la misericordia e il perdono”.
Andrà in Bosnia il prossimo 6 giugno, e si dice “ansioso” di passare quella giornata a Sarajevo. Ma nel frattempo, Papa Francesco incontra i vescovi della Bosnia in visita ad limina, e a tutti loro, in un discorso solo consegnato – il Papa preferisce in queste circostanze il rapporto personale con ciascun presule – ricorda le sfide che sono chiamati ad affrontare. La sfida dell’emigrazione, quella del dialogo, quella della comunione.
“Cari fratelli, sul Vangelo degli emarginati, si gioca e si scopre e si rivela la nostra credibilità!” Parola di Papa Francesco che lo ha detto ai neo cardinali celebrando con loro la messa a San Pietro. Un commento alle letture della liturgia, certo, ma anche un invito ad approfondire il significato stesso di emarginazione. Facile immginare che emerginato sia il senza tetto, il tossicodipendente, il povero, il debole. Ma cosa intendiamo per “debolezza”? Che significa essere o no inseriti in una comunità? Ne abbiamo parlato con il professore Alberto Lo Presti che insegna storia delle dottrine politiche alla Pontificia Università San Tommaso d'Aquino di Roma.
Il Signore sogna un popolo che non sia rovinato dal peccato. Nella omelia della messa celebrata questa mattina nella cappella dello Spirito Santo della Domus Sanctae Marthae il Papa ha commentato la lettura del profeta Isaia nella quale il Signore afferma che creerà “nuovi cieli e nuova terra”. Da qui si capisce che il Signore stesso sarà nella gioia con il suo popolo. “Il Signore sogna. Ha i suoi sogni. I suoi sogni su di noi. ‘Ah, come sarà bello quando ci troveremo tutti insieme, quando ci troveremo là o quando quella persona, quell’altra … quell’altra camminerà con me … Ma io godrò, in quel momento!’.”
È dall’11 marzo che un detenuto di Rebibbia in libertà vigilata ogni mattina varca i cancelli della Casa Circondariale, viene trasportato in una delle sede del Bambino Gesù e lì lavora tutto il giorno come centralinista. È l’ultimo passo di una collaborazione per il reinserimento in società dei detenuti che il Bambino Gesù ha avviato a partire dal 2009. E c’è anche questa speciale collaborazione tra l’ospedale del Papa e il carcere più affollato di Roma a rendere speciale la visita di Papa Francesco nel carcere, il prossimo Giovedì Santo.