E San Gennaro fece il miracolo. La visita di Papa Francesco a Napoli rimane nella storia perché per la prima volta nell'era moderna il sangue di San Gennaro si è sciolto per un Papa. Nemmeno per San Giovanni Paolo II avvenne il miracolo che a Napoli segna ancora la vita e i destini della gente. Fedeli e non.
Raccontano che fu San Pietro che fondò la Chiesa di Napoli. Proveniva da Antiochia, e si fermò nel territorio di Napoli, dove consacrò il primo vescovo. Da allora, la storia della Chiesa di Napoli ha avuto alti e bassi, momenti di splendore e momenti di decadimento. Non c’è solo la Napoli stereotipata stile Gomorra. C’è anche una Napoli dalla fede cristiana forte, con una fede semplice. E, “anche se qualcuno strumentalizzerà la visita del Papa, la sua presenza e la sua parola faranno comunque bene alla fede dei semplici,” afferma Monsignor Ugo Dovere, storico della Chiesa, insegnante alla Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale.
Dopo l’abbraccio di Scampia il Papa si fa abbracciare dal cuore di Napoli. La messa la celebra a Piazza del Plebiscito con migliaia di fedeli di tutta la città. E se a Scampia aveva risposto alle domande degli immigrati, dei senza lavoro, di chi vuole il meglio per la città, se a Scampia aveva ancora gridato contro il lavoro nero, la corruzione, lo sfruttamento, se aveva ricordato che tutti siamo migranti sulla terra, nella omelia della messa il tono diventa più intenso, liturgico. Il Papa “sociale” lascia il posto all’appassionato di spiritualità ignaziana. “ Oggi sono venuto a Napoli per proclamare insieme a voi: Gesù è il Signore! Nessuno parla come Lui! Lui solo ha parole di misericordia che possono guarire le ferite del nostro cuore. Lui solo ha parole di vita eterna.”
I corrotti, gli sfruttatori del lavoro altrui “non sono cristiani”. l grido di Papa Francesco a Scampia, in un incontro che conduce in larga parte a braccio. Tre domande, da una immigrata, un lavoratore, e un giudice della Corte Costituzionale. Tre temi: dignità per gli immigrati, dignità per i lavoratori, giustizia. E una risposta del Papa che lega insieme i tre temi, li riconduce tutti al problema della “corruzione.” Una corruzione che “spuzza” (il Papa usa proprio questa espressione, con un piccolo errore) come “un corpo morto che si corrompe.”
Monsignor Vincenzo De Gregorio è un organista, è nato a Capri, ma è incardinato a Napoli. E a Napoli da quindici anni ha un incarico specialissimo: Abate Prelato della Cappella del Tesoro di San Gennaro. E’ lui che custodisce le reliquie del santo più famoso del mondo. E’ lui che nelle feste, insieme al rappresentante della Deputazione del comune di Napoli apre lo sportello a 4 chiavi di argento massiccio che custodisce la cassaforte moderna con le ampolle che contengono il sangue del santo.
Prima di tutto la preghiera. Papa Francesco ha dato inizio alla sua giornata campana che lo condurrà pellegrino a Napoli pregando la Vergine del Rosario di Pompei e ha salutato con un imprevisto “Arrivederci a presto!”.Molto semplice ma anche intenso l’incontro pompeiano.
Andare verso le periferie fisiche ed esistenziali, avvinarsi agli ultimi. Papa Francesco mette in pratica ciò che predica e oggi ne dà dimostrazione, varcando i cancelli del carcere napoletano di Poggioreale per incontrare i detenuti.
La “comune fede dell’oriente e dell’occidente nello Spirito Santo”, è stato il tema portante della terza predica di Quaresima, tenuta oggi nella cappella “Redemptoris Mater” del Palazzo apostolico vaticano. Alla presenza del Papa, Padre Raniero Cantalamessa ha tratteggiato le diverse sfumature che esistono tra il cristianesimo occidentale ed orientale, perché “come sempre il dialogo – ha detto -, quando è fatto davvero “nello Spirito”, non si limita ad appianare le difficoltà del passato, ma apre nuove prospettive”, che poi portino alla vera unità.
“L'attività missionaria” e la “riemersione” dei “cristiani nascosti”: sono i due pilastri sui quali si fonda la bellezza della comunità ecclesiale in Giappone , “continuano a sostenere la vita della Chiesa di oggi e offrono una guida per vivere la fede”. Papa Francesco riceve i presuli giapponesi in visita ad limina e consegna a loro un discorso che ha nel suo cuore proprio il tema della sofferenza e del martirio.
Nel 2013 non aveva partecipato al Conclave, dopo alcune accuse legate a scandali sessuali in Scozia. Di oggi la nota del Decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Angelo Sodano, che riferisce che “il Santo Padre ha accettato la rinuncia ai diritti e alle prerogative del cardinalato, espresse nei canoni 349, 353 e 356 del Codice di Diritto Canonico, presentata, al termine di un lungo itinerario di preghiera, da Sua Eminenza il signor Cardinale Keith Michael Patrick O’Brien, Arcivescovo emerito di Saint Andrews and Edinburgh”.
Don Luigi Orione e Giovanni Battista Montini, poi divenuto Papa Paolo VI, sono stati due santi protagonisti tra i più rilevanti della scena ecclesiale del Novecento. Tra loro ci fu non solo una grande amicizia, ama una stretta collaborazione che li rese collaboratori di misericordia. Tra le tante opere comuni una è singolare ed è l’attenzione al recupero dei “preti lapsi”, i sacerdoti che per i più diversi motivi erano “perduti”. Per raccontare questa storia di carità don Flavio Peloso, superiore generale dell’ Opera della Divina Provvidenza, ha recuperato negli archivi un carteggio tra i due santi.
Un pane speciale per Papa Francesco. Per la visita pastorale a Napoli, Papa Francesco troverà sulla tavola del carcere di Poggioreale, dove pranzerà con circa 120 detenuti, una forma di pane che reca il suo stemma pontificio stampato su una ostia.
Interviene sulla pena di morte Papa Francesco, definendola un “fallimento” per uno Stato di diritto, oltre che “inammissibile, per quanto grave sia stato il delitto del condannato”. Non si può “uccidere in nome della giustizia”, dice con forza il Papa, attraverso una lettera inviata a Federico Mayor, Presidente della Commissione internazionale contro la pena di morte.
Mentre in Ucraina continuano scontri e violenze nonostante il “cessate il fuoco” firmato lo scorso 15 febbraio, migliaia di persone continuano a lasciare le loro case. Una delle città dove arriva il maggior numero di profughi è Odessa. Nelle città sono attivi anche i missionari salesiani: “Diamo loro cibo, vestiti, tutto il necessario per l’igiene personale, li aiutiamo a trovare un alloggio e un lavoro”, spiegano i missionari.
Reso noto questa mattina il calendario delle celebrazioni della Settimana Santa presiedute da Papa Francesco.
Napoli è la città più amata e più difficile d’ Italia. Gioiello della penisola e cuore ferito della gente campana. Sarà per questo che i pontefici hanno sempre voluto essere presenti nelle città del Golfo. Nei tempi moderni Francesco è il terzo Papa che visita la città. Lo ricorda subito il Cardinale Crescenzio Sepe che sabato 21 marzo riceve la vista del Santo Padre: “Una bella tradizione iniziata dal santo Papa Giovanni Paolo II, poi Papa Benedetto e adesso Papa Francesco perché c’è stata come una volontà generale del popolo che mi chiedeva di invitare il Papa a venire a Napoli. La figura di questo Papa scende nell’anima e nel cuore della gente allora porte portare il Papa a Napoli e fargli conoscere questa realtà complessa bella e difficile delicata è sembrata la cosa migliore e il Papa ha accettato con piacere.”
Fu un santo gesuita, missionario per volontà di Ignazio di Loyola, a portare il cristianesimo in Giappone nel XVI secolo: San Francesco Saverio. Oggi in visita ad Limina da Papa Francesco arrivano 14 vescovi dalle Isole del Sol Levante. Quando il 15 agosto 1549 Francesco Saverio arrivò dalla Malacca insieme ad altri Gesuiti seguiti poi dai Francescani, forse non immaginavano che nel giro di 60 anni questi primi missionari sarebbero riusciti a costituire una fiorente comunità cristiana radicata nella fede e nella cultura locale.
Anche nella sua visita a Napoli Papa Francesco incontrerà i malati. Fin dal primo giorno di pontificato Francesco ha sempre difeso la vita umana, soprattutto quando questa è debole ed indifesa. Forti e ripetute le condanne del Pontefice contro quella che ha chiamato la cultura dello scarto. Dell'incontro che si svolgerà tra Papa Bergoglio e gli ammalati abbiamo parlato con Renato Carraturo, presidente dell'Unitalsi di Napoli.
Ci sono due “cardini”, la “famiglia” e il “lavoro”, senza i quali “la persona si trova senza identità e dignità, sente di non contare per nessuno e di essere inutile”. Peggio. “E’ lo sfascio non solo della persona ma anche della società; è in gioco non solo il benessere e l’economia, ma anche la coesione di una città e di un Paese”. Il cardinale Angelo Bagnasco non usa mezzi termini. “Sembra che i cattivi esempi, che ogni giorno escono da una specie di vaso di Pandora, se accertati congiurino per deprimere il popolo degli onesti” e portino “alla resa rispetto ad una vita laboriosa e a testa alta”.
Davvero speciale questo 19 marzo per la Chiesa cattolica. San Giuseppe che si ricorda liturgicamente oggi, è il custode della Chiesa. Perchè è stato custode di Maria e di Gesù. Fino a due anni fa ricordavamo l’onomastico del Papa regnante, Joseph Ratzinger, oggi Papa emerito e, come San Giuseppe, custode della Chiesa con la preghiera. Da due anni ricordiamo l’inizio del Pontificato del Papa regnante, Jorge Mario Bergoglio divenuto Papa Francesco, custode della vita della Chiesa con la sua opera di governo.