Una spianata, tanti giovani, diversi sacerdoti, alcuni confessionali. La sera di sabato scorso alla veglia di preghiera al Parco Dora di Torino, alla vigilia dell'arrivo del Papa in città, è andata in scena quella che è sembrata una piccola prova generale dell'Anno Santo della Misericordia.
Dal 22 al 25 giugno si terrà la riunione annuale del consiglio di amministrazione della Fondazione Populorum Progressio per l’America Latina affidata, fin dalla sua nascita, nel 1992, da parte di San Giovanni Paolo II, al Pontificio Consiglio Cor Unum. Nel corso della riunione i membri del consiglio saranno chiamati a deliberare il finanziamento di progetti in favore delle comunità indigene, meticce, afroamericane e contadine dell'America Latina e dei Carabi per l’anno 2015. I progetti già presentati, che saranno posti al vaglio della Fondazione, sono oltre 100.
Una moto per il Papa. Uscendo da Valdocco, faceva bella mostra sul lato destro del Papa. E Papa Francesco ha potuto vederla, in un lampo, girandosi da quel ponte ideale che era stato organizzato come suo podio per la visita alla Casa Madre Salesiana, il ponte che collega la strada alla Chiesa e che simbolicamente è l’oratorio.
L’incontro annuale degli addetti stampa e portavoce (17-20 giugno) e quello dei Segretari generali delle Conferenze episcopali d’Europa (18-21 giugno) si sono svolti quest’anno in parte congiuntamente a Praga (Repubblica Ceca), su invito di Mons. Tomáš Holub, Segretario Generale della Conferenza episcopale ceca.Nel corso dei loro lavori, i portavoce e i segretari generali hanno affrontato numerosi temi in parte separatemene e in parte congiuntamente. Di seguito una breve sintesi dei temi affrontati.
"Il fatto storico è l'incontro più che la richiesta di perdono". Lo ha detto il Moderatore della Tavola Valdese Eugenio Bernardini al termine dell'incontro di stamane con Papa Francesco nel Tempio Valdese di Corso Vittorio Emanuele.
Fuori programma per Papa Francesco, che dopo l’incontro con i giovani di ieri sera si è recato all’ospedale Molinette di Torino per fare visita a monsignor Angelo Becciu. Per il Sostituto agli Affari Generali della Segreteria di Stato, lieve malore ieri mattina dopo la messa in piazza Vittorio, cui è seguito il trasporto in ambulanza al nosocomio piemontese e il ricovero in via precauzionale. Per il “Sostituto” diagnosticata una influenza intestinale; dopo la notte in osservazione dovrebbe essere dimesso in giornata per rientrare in Vaticano questo pomeriggio.
Il Papa chiede perdono a nome della Chiesa cattolica per i “comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi”, e il Moderatore della Tavola Valdese, dopo aver parlato degli impegni comuni, fa due richieste che vanno al cuore della fede e mettono in discussione il Concilio Vaticano II. I valdesi chiedono di essere considerati “Chiesa” e non “comunità ecclesiale” e magari già nel 2017 anniversario della Riforma Luterana, e, ancora di più chiedono di considerare il loro pasto domenicale come la Eucarestia, perché “le parole sono le stesse dette da Gesù, sono le interpretazioni umani che sono diverse”. Lo ha detto il Pastore Eugenio Bernardini nel suo saluto, e dopo i saluti del pastore del Tempio di Torino e del Moderatore di Rio della Plata in Argentina, altro luogo dove i valdesi, sono emigrati.
Lì si sono sposati i suoi nonni, e poco distante è stato concepito suo padre, che poi fu battezzato proprio in quella chiesa. Era inevitabile, per Papa Francesco, fermarsi nella Chiesa di Santa Teresa a Torino, in un viaggio che è sì per celebrare il Bicentenario della nascita di Don Bosco, sì per andare a pregare di fronte alla Sindone, ma anche un viaggio di ritorno alle radici di Papa Francesco, che sono piemontesi.
Tre parole da vivere in “uscita”: “amore”, “vita” e “amici”. E il modello, Pier Giorgio Frassati. “Vivete, non vivacchiate”, dice Papa Francesco ai giovani della piccola GMG di Torino. Un discorso appassionato quello di papa Francesco in piazza Vittorio; completamente “a braccio”, “dal cuore”, partendo da tre domande per offrire tre parole che partono da una radice comune “tanto importanti per la vita”: la “voglia di vivere”.
È venuta direttamente dal Vaticano la proposta di un pranzo in Arcivescovado con i giovani detenuti del Ferrante Aporti, il carcere di Torino in cui Don Bosco ebbe l’intuizione del “sistema preventivo salesiano.” Una mediazione necessaria, per permettere al Papa di portare a termine il suo intenso programma della giornata e per permettergli di incontrare i carcerati, racconta ad ACIStampa don Domenico Ricca, salesiano, da 35 anni cappellano del Carcere.
Dopo don Bosco, Giuseppe Cottolengo, i malati nel cuore del Papa: “non potevo venire a Torino senza fermarmi in questa casa.” Un incontro privato senza immagini in diretta come era successo già a Napoli.
La preghiera silenziosa davanti a Maria nel Santuario della Consolata, e poi l’abbraccio festoso dei ragazzi degli oratori e la preghiera della famiglia salesiana. Il pomeriggio del Papa a Torino comincia così, dopo il pranzo con i giovani detenuti del Carcere minorile “Ferrante Aporti”, alcuni immigrati e senza fissa dimora e una famiglia Rom.
“La Sindone attira verso il volto e il corpo martoriato di Gesù e, nello stesso tempo, spinge verso il volto di ogni persona sofferente e ingiustamente perseguitata. Ci spinge nella stessa direzione del dono di amore di Gesù”. Sono le parole di Papa Francesco prima della preghiera dell’Angelus, al termine della messa in Piazza Vittorio a Torino.
L’“amore di Dio” è “fedele”, “ricrea tutto” ed “è stabile e sicuro”. “Quante volte noi sentiamo di non farcela più! Ma Lui è accanto a noi con la mano tesa e il cuore aperto”. Perché “di fronte all’uomo che grida: ‘Non ce la faccio più’, il Signore gli va incontro, offre la roccia del suo amore, a cui ognuno può aggrapparsi sicuro di non cadere”. E’ la riflessione del Papa durante la Messa a Torino, dopo la preghiera silenziosa davanti alla Sindone.
Poco più di un quarto d'ora per il Papa nel duomo di Torino per pregare in silenzio seduto di fronte alla Sindone, salutare le suore di clausura riunite in preghiera e pregare davanti alla tomaba di Piergiorgio Frassati.
Un discorso che ribadisce i punti centrali della filosofia del lavoro di Papa Francesco quello con cui il Pontefice ha salutato Torino. In una piazza insolita per la Torino sociale il Papa ha ricordato la necessaria dignità del lavoro “necessario solo per l’economia, ma per la persona umana, per la sua dignità, per la sua cittadinanza e per l’inclusione sociale.”
La visita del Papa a Torino ha inizio con l'incontro con i rappresentanti del mondo del lavoro. Un tema, quello del lavoro, al centro della predicazione di Papa Bergoglio fin dal primo giorno di pontificato. Di questo abbiamo voluto parlare con Domenico Lo Bianco, segretario generale della CISL di Torino.
“Venendo qui, vedendo così tanti giovani, mi è sembrato di stare in una piccola GMG. E io le ho viste tutte, ho partecipato a tutte…” Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, lo dice ai giovani che si sono radunati nel Parco Dora. Sono 10 mila, richiamati dai Salesiani, che hanno dato forma e vita a una Torino che appare indifferente alla visita di Papa Francesco.
“Vogliamo testimoniare la bellezza della famiglia”. È la voce di Vincenzo e Sara, salendo con i loro 11 figli sul palco allestito oggi a piazza San Giovanni, a Roma, per la manifestazione promossa dal Comitato “Difendiamo i nostri figli”. “Tutti figli nostri, nati da un papà e una mamma”, precisano. Vincenzo e Sara raccontano i tentativi subiti a scuola di educare i loro figli all’affettività/sessualità.
Il viaggio del Papa a Torino terminerà con un incontro ecumenico: la visita alla Chiesa Valdese del capoluogo piementose. Partendo da questo storico incontro, abbiamo fatto il punto dei rapporti tra Cattolici e Valdesi con il Pastore Antonio Adamo, della Chiesa Valdese di Roma.