I Santi “sono esempi da imitare. Non soltanto quelli canonizzati, ma i santi della porta accanto, che, con la grazia di Dio, si sono sforzati di praticare il Vangelo nell’ordinarietà della loro vita. Di questi santi ne abbiamo incontrati anche noi; forse ne abbiamo avuto qualcuno in famiglia, oppure tra gli amici e i conoscenti. Dobbiamo essere loro grati e soprattutto dobbiamo essere grati a Dio che ce li ha donati, che ce li ha messi vicino, come esempi vivi e contagiosi del modo di vivere e di morire nella fedeltà al Signore Gesù e al suo Vangelo. Quanta gente buona abbiamo conosciuto nella vita! E noi diciamo questa persona è un santo: questi sono i santi della porta accanto, quelli non canonizzati ma che vivono con noi. Imitare i loro gesti d’amore e di misericordia è un po’ come perpetuare la loro presenza in questo mondo. E in effetti quei gesti evangelici sono gli unici che resistono alla distruzione della morte: un atto di tenerezza, un aiuto generoso, un tempo passato ad ascoltare, una visita, una parola buona, un sorriso... Ai nostri occhi questi gesti possono sembrare insignificanti, ma agli occhi di Dio sono eterni,perché l’amore e la compassione sono più forti della morte”. Lo ha detto il Papa nel corso dell’Angelus, in occasione della Solennità di tutti i Santi.
Papa Francesco ha espresso il suo cordoglio dopo aver appreso del disastro di ieri nel Sinai egiziano.
Termina oggi l’iniziativa dell’Unitalsi di Roma, impegnata “nell’accoglienza e nel sostegno alle famiglie che arrivano da tutta Europa nella Capitale e che hanno i propri figli affetti dalla sindrome di Rett”. Si conclude infatti il IV Congresso europeo sulla malattia neurologica che colpisce soprattutto le bambine entro i 4 anni.
Perché raccontare Giovanni Paolo II oggi? “Perché i santi ci sono per imitarli. E ognuno di noi può cercare di imitare San Giovanni Paolo II in qualche cosa. Nella preghiera. Nel modo di vivere la Messa. Nei rapporti con gli altri.” Wlodzimierz Redzioch non ha dubbi. Per anni collaboratore dell’Osservatore Romano di lingua polacca, racconta di aver conosciuto San Giovanni Paolo II quando questi è diventato Papa. E ne è rimasto conquistato. Ha scritto un libro, “Accanto a Giovanni Paolo II,” da poco pubblicato in lingua inglese con il titolo “Stories about John Paul II.” Il libro raccoglie 22 interviste a personaggi che hanno incontrato Giovanni Paolo II. Uno di questi è un testimone di eccezione: Benedetto XVI, Papa emerito e per anni tra i primissimi collaboratori del Papa polacco.
E’ visitabile presso la sede della Lumsa di Roma la mostra fotografica su “L’emancipazione femminile vista attraverso i Giochi Olimpici”, messa a disposizione da Panathlon International Distretto Italia. Una serie di pannelli fotografici evidenziano “la forza emotiva con cui le donne dello sport sono scese in campo per emergere dal loro paradossale isolamento”. L’iniziativa rientra negli eventi previsti dal programma del Corso di perfezionamento in Formazione e management dello sport organizzato dal Dipartimento di Scienze umane della Lumsa, patrocinato dal Coni e dal Pontificio Istituto della Cultura.
La Caritas sul fronte dell’emergenza nella difficile situazione post terremoto in Afganistan, Pakistan e Nord dell’India, in cui, riferisce l’Organismo caritativo della Cei, “non si hanno ancora notizie di molte zone per lo più montagnose e isolate”.
“Un pellegrinaggio in tempi difficili è un vero pellegrinaggio, è questo che fa la differenza con un viaggio turistico”. Lo afferma il Vicario Patriarcale per Gerusalemme, l’arcivescovo Wiliam Shomali, che parla del difficile momento in Terra Santa e invita i pellegrini ad aver fiducia e a continuare a partecipare fiduciosi ai pellegrinaggi.
Non basta fare beneficenza, ma occorre piuttosto orientare l’attività economica in senso evangelico. Papa Francesco incontra l’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti, che riunisce gli imprenditori cattolici. E chiede a questi “missionari della dimensione sociale” di andare oltre la beneficenza, e piuttosto di orientare tutta l’attività per il Vangelo.
Trentacinque minuti di incontro, alla presenza di due interpreti. Un incontro breve, quello tra Papa Francesco e Georgje Ivanov, presidente della Repubblica ex Jugoslava di Macedonia. Uno sguardo ai balcani, nel Paese di radici greche ma con una forte minoranza islamica di origine albanese, dove la presenza dei simboli religiosi sono divisi su linee etniche. Ma soprattutto, oggi stato cuscinetto per le grandi ondate di rifugiati che hanno fatto pressione al confine con la Grecia lo scorso agosto.
Una Gmg itinerante, con gli eventi sparsi in varie città. Non solo Cracovia, ma anche magari Leopoli in Ucraina e qualche città in Bielorussia. Così l’aveva pensata Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica in Ucraina, insieme ai suoi amici polacchi, già nel 2011. Ora che i venti di guerra nell’Europa orientale non accennano a diminuire, rilancia la proposta parlando con ACI Stampa. Perché la pace può partire solo dal basso.
Vedere in una vetrina nei Musei Vaticani una copia del Mein kampf di Adolf Hitler è decisamente inaspettato. Ma è da lì, dalla sciagurata realtà del nazismo che nasce una storia che, attraverso la guerra, la devastazione e l’abominio, arriva alla riconciliazione e oggi all’unione del continente Europeo. Tra gli strumenti della storia un cardinale e una lettera. Il cardinale è Bolesław Kominek, polacco, vescovo al Concilio Vaticano II promotore della lettera dei vescovi polacchi che, proprio dopo il Concilio, aprì una nuova strada anche verso l’unificazione europea.
“Sta assumendo i contorni di una farsa la vicenda legata alle dimissioni del sindaco di Roma, Ignazio Marino”. Non lascia spazio a dubbi l’interpretazione che l’Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede, ha dato della vicenda della decadenza – certificata ieri sera – dell’ormai ex sindaco della Capitale.
É un messaggio di grande incoraggiamento quello del Papa al “Gruppo Santa Marta” che in questi giorni a Madrid riunisce forze dell’ ordine e vescovi per combattere la tratta degli esseri umani. Il Gruppo prende il nome dalla residenza di Papa Francesco, dove la prima delegazione fu ricevuta nell’aprile dello scorso anno.
“Docere et Probare” – Eucaristia e Santità dopo il Concilio di Trento, è il titolo della mostra inaugurata presso la Sala San Placido del Museo Diocesano di Monreale e che “Presenta principalmente opere concernenti il Sacrificio Eucaristico, in un allestimento che ricrea la fastosità degli apparati scenici del Seicento, soprattutto in applicazione ai suggerimenti e ai dettami del Concilio tridentino”.
Il martirio di Romero non si è fermato con la morte, è stato diffamato e calunniato anche dai suoi confratelli. Papa Francesco ha concluso così il saluto al pellegrinaggio da El Salvador ricevuto oggi nella Sala Regia del Palazzo Apostolico.
Papa Francesco ha presieduto stamane la consueta Messa quotidiana a Santa Marta, dedicando uno speciale pensiero al Cardinale Javier Lozano Barragan in occasione del suo 60/mo anniversario di ordinazione presbiterale
Un incontro speciale, quello avvenuto in Vaticano nel pomeriggio di giovedì 29 ottobre, per un gruppo di 16 tra sacerdoti e seminaristi della Diocesi di Carpi, guidati dal Vescovo Monsignor Francesco Cavina: il Papa Emerito Benedetto XVI ha raggiunto il gruppo presso la grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani, per poi intrattenersi con tutti nella sua residenza - il monastero Mater Ecclesiae - per circa un'ora.
Valorizzare il ruolo dei migranti nelle città e nelle aree urbane, per avere un migliore sviluppo. Convinta che la situazione dei migranti è il termometro sulla base del quale si misura la salute della democrazia, la Santa Sede difende il ruolo dei migranti nella società in un intervento al dibattito su “Migranti e città: nuovi partenariati per gestire la mobilità,” che si è tenuto lo scorso 27 ottobre alla Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
Dopo quasi tre anni di attesa – dalle dimissioni del card. Paolo Romeo (febbraio 2013) – Papa Francesco ha nominato arcivescovo di Palermo don Corrado Lorefice, un sacerdote di origini ragusane, docente di teologia morale e vicario episcopale a Noto, ma soprattutto parroco della chiesa di San Pietro a Modica.
Il rapporto tra “natura e cultura inteso nella forma di una circolarità creativa, in cui la cultura si qualifica come una forma di ‘coltivazione spirituale della natura’”. E “in questo rapporto è fondamentale l’atteggiamento dell’uomo che anziché accontentarsi di schematismi irrigiditi e ostili, che nascono dall’arroccamento, dalla paura, dovrebbe non rinunciare all’infinito, a scavare nella profondità inesauribile del suo vissuto”.