Un discorso di prospettiva. E’ l’opinione - raccolta da Acistampa - dell’Arcivescovo eletto di Bologna Mons. Matteo Maria Zuppi sul discorso che ieri Papa Francesco ha tenuto al V Convegno Ecclesiale Nazionale a Firenze.
In famiglia “la condivisione del pasto – e dunque, oltre che del cibo, anche degli affetti, dei racconti, degli eventi – è un’esperienza fondamentale. La convivialità è un termometro sicuro per misurare la salute dei rapporti: se in famiglia c’è qualcosa che non va, o qualche ferita nascosta, a tavola si capisce subito. Una famiglia che non mangia quasi mai insieme, o in cui a tavola non si parla ma si guarda la televisione, o lo smartphone, è una famiglia poco famiglia. Gesù insegnava volentieri a tavola, e rappresentava talvolta il Regno di Dio come un convito festoso. Gesù scelse la mensa anche per consegnare ai discepoli il suo testamento spirituale, condensato nel gesto memoriale del suo Sacrificio”. Lo ha detto il Papa aprendo l’Udienza Generale in piazza San Pietro.
“Parole che sono un commento del Vangelo, in cui si dice o Dio o mammona, non ci può essere un compromesso, bisogna scegliere il Signore”. Così il Segretario di stato vaticano Pietro Parolin ha commentato ieri sera incontrando i giornalisti a margine della XX Seduta pubblica delle Pontificie accademie, il discorso del Papa a Firenze.
Il discorso del Papa ieri al V Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze ha lasciato il segno. Ne è convinto il Cardinale Arcivescovo di Milano Angelo Scola che - in esclusiva ad Acistampa - parla di pietra miliare per il futuro della Chiesa in Italia.
Giornata storica per la Chiesa italiana a Firenze, con Papa Francesco che offre il suo input al quinto convegno ecclesiale e dice che "umiltà, disinteresse e beatitudine sono i tre tratti dell'umanesimo cristiano che nasce dall'umanità di Cristo".
Il nome è NWA 7387, e significa North West Africa 7387. Perché nel Nord Ovest dell’Africa (e per la precisione in Marocco) è stato trovato questo meteorite che con tutte le probabilità viene dal pianeta Marte. Un pezzo di questo meteorite è stato donato a Papa Francesco, che lo lascerà alla “Specola Vaticana,” l’Osservatorio Astronomico della Santa Sede.
“A Gesù interessa quello che la gente pensa non per accontentarla, ma per poter comunicare con essa.” Inizia così la riflessione del Papa nella messa celebrata nello stadio comunale di Firenze per la diocesi e per i partecipanti al Convegno ecclesiale.
Una tesserina per registrare il Papa tra gli ospiti, qualche regalo etnico, un saluto a tutti i presenti poi il pranzo in una lunga tavolata.
Una lettera per il mondo del lavoro. È così che le sigle sindacali e imprenditoriali di Prato hanno voluto accogliere Papa Francesco. Uno dei tessitori di quella lettera è stato Michele del Campo, direttore della Pastorale del Lavoro e della Commissione Giustizia e Pace della Diocesi di Prato. “Ho solo portato ad unità le idee di tutti,” si schermisce con ACI Stampa.
È arrivato in Italia da sette mesi, e subito è andato ad occuparsi della vasta comunità cinese di Prato. Padre Paolo Jianbing Hou, francescano, è uno delle poco più di cinquanta persone che hanno potuto salutare Papa Francesco a Prato.
Un lungo discorso articolato su tre linee principali come piace fare a Papa Francesco da “vecchio gesuita” come dice spesso. Umiltà, disinteresse e beatitudine per dare alla Chiesa cattolica in Italia una indicazione di lavoro per il prossimo decennio. C’è la Evangelii gaudiun in trasparenza nel testo che ripropone i pericoli dai quali il Papa mette sempre in allerta i vescovi: pelagianesmo e gnosticismo. Il rischio di sentirsi superiori o di un eccessivo razionalismo.
In una casula, la storia di Prato. Ovvero di quella Prato che è stata sin dal Medioevo un distretto pregiato dalla manifattura laniera, anche grazie alle acque del fiume Bisenzio, che permettevano più facilmente alcuni tipi di lavorazione. Ma nella casula consegnata a Papa Francesco al termine del suo incontro in piazza Duomo c’è anche la storia di un benefattore e manifattore della lana dallo stesso nome del Papa. E devoto a San Francesco di Assisi, da cui il Papa ha preso il nome.In una casula, la storia di Prato. Ovvero di quella Prato che è stata sin dal Medioevo un distretto pregiato dalla manifattura laniera, anche grazie alle acque del fiume Bisenzio, che permettevano più facilmente alcuni tipi di lavorazione. Ma nella casula consegnata a Papa Francesco al termine del suo incontro in piazza Duomo c’è anche la storia di un benefattore e manifattore della lana dallo stesso nome del Papa. E devoto a San Francesco di Assisi, da cui il Papa ha preso il nome.
Arriva poco dopo le 8 Papa Francesco nella piazza infreddolita del Duomo di Prato scaldata dalll’entusiasmo delle gente, soprattutto cinese.
Si sono iscritti in 600, ma se ne attendono anche di più, per partecipare alla veglia di preghiera in piazza San Francesco. I giovani di Prato aspettano il Papa, e trascorreranno la notte in piazza, per poi spostarsi verso piazza di Santa Maria delle carceri, appena dietro la fortezza. Sarà quello il luogo in cui potranno vedere da vicino Papa Francesco.
L'austera cattedrale fiorentina di Santa Maria del Fiore ha accolto i delegati del quinto Convegno ecclesiale nazionale nel cuore pulsante dell'umanesimo culturale; nel cuore di quella Firenze in cui “l'affermazione dell'umano, nelle sue espressioni migliori, ha saputo legare insieme il senso alto della cultura e dell'arte con la cura del debole e l'esercizio della misericordia". Così il cardinale arcivescovo fiorentino Giuseppe Betori, ha rivolto il suo benvenuto ai 2200 rappresentanti delle diocesi e realtà ecclesiali del bel Paese.
Migliaia di cristiani in fuga dalla violenze dello Stato Islamico. È il drammatico quadro descritto ad Aiuto alla Chiesa che Soffre dall’arcivescovo siro-ortodosso di Homs, Selwanos Boutros Alnemeh. Il presule ha reso noto che dal 31 ottobre ad oggi la cittadina cristiana di Sadad è sotto attacco da parte di Isis, mentre il vicino villaggio di Maheen è già caduto in mano ai jihadisti.
“Nihil Caritate dulcius”, niente è più dolce dell’ amore. Il motto episcopale scelto di Angelo De Donatis è anche un programma della sua vita pastorale. Nel pomeriggio di oggi nella Basilica del Laterano, la cattedrale di Roma il Papa vescovo di Roma, nel giorno della dedicazione della basilica Francesco ha ordinato il suo vescovo ausiliare. Con lui il cardinale vicario Agostino Vallini e il cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il clero. Tra i concelebranti anche Matteo Zuppi, nuovo arcivescovo di Bologna e finora ausiliare per il settore Centro.
Quello che si apre a Firenze è il quinto convegno ecclesiale della Chiesa cattolica in Italia. I Pontefici hanno sempre partecipato e portato il loro contributo in quanto Primati d’ Italia, a cominciare da Papa Paolo VI che nel 1976 intervenne al primo Convegno che si svolse a Roma dal 30 ottobre al 4 novembre. Il tema scelto per i lavori è ancora attuale: Evangelizzazione e promozione umana. “ Per evangelizzare occorre essere coraggiosi; non avere paura di nulla e di nessuno” disse allora Paolo VI e proseguiva: “Il che non vuol dire essere spregiudicati e temerari, come oggi è pur troppo costume per alcuni, ma umili e forti, audaci e leali con tutti. E ricordare che anche le sventure e le difficoltà possono giovare alla causa del Vangelo, alla nostra e a quella di coloro per cui vogliamo promuovere il bene.”
"Sono quasi 35mila i cittadini stranieri, di cui circa 15mila cinesi che vivono a Prato, la città che domani mattina sarà visitata da Papa Francesco, prima tappa del suo viaggio in Toscana per il quinto convegno ecclesiale della CEI che si aprirà oggi a Firenze", come riferrisce Migrantes on line. "A Prato sono oltre 120 le nazionalità presenti sul territorio: una realtà che fa di Prato un luogo dove si sperimentano difficoltà, ma anche integrazione e confronto, soprattutto tra le seconde generazioni.
Dopo diciassette anni dallo storico incontro con Giovanni Paolo II, l’Agesc sarà di nuovo ricevuta in udienza speciale dal Santo Padre. L’appuntamento con papa Francesco è per sabato 5 dicembre alle ore 12 in Sala Clementina.