E’ di origine italiana, come il suo connazionale più illustre. Mauricio Macrì, 56 anni, eletto al secondo turno domenica scorsa Presidente dell’Argentina fonda le sue radici in Calabria così come Papa Francesco le fonda in Piemonte.
Pianta un albero nel centro della sede delle Nazioni Unite di Nairobi, e di fronte ai delegati dell’ufficio chiede un impegno comune sul cambiamento climatico, in vista della conferenza di Parigi. Papa Francesco all’UNON – l’ufficio ONU stabilito a Nairobi, in Kenya – indica la strada che conduce verso la conferenza sul clima di Parigi. Ma non solo: chiede un equo commercio, uno sviluppo interdipendente che tenga conto anche dei poveri, e tocca anche lo spinoso problema dei brevetti sanitari, un tema sul quale da sempre la Chiesa è in prima linea.
Sono almeno diecimila tra religiosi, sacerdoti e seminaristi, ad ascoltare Papa Francesco nl piovoso pomeriggio keniota. Alla St Mary’s School il Papa è stato accolto, dal Superiore Regionale dei Padri Spiritani che hanno fondato la Scuola e dal Parroco della chiesa di St. Austin che si trova all’interno dell’edificio scolastico.
Un accordo con fondamento etico e coinvolgimento delle popolazioni locali, specialmente le più marginalizzate: è quello che la delegazione della Santa Sede chiederà alla Conferenza ONU di Parigi sul cambiamento climatico, in programma dal 30 novembre all’11 dicembre. Lo ha spiegato l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri” vaticano, in un intervento tenuto alla XXX Conferenza Internazionale per la Pastorale della Salute, che si è tenuta dal 19 al 21 novembre.
Vaticano e Italia, un accordo per valorizzare il patrimonio artistico. Riferisce il Bollettino della Sala Stampa vaticana che il 26 novembre, il Governatorato dello Stato di Città del Vaticano e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo hanno firmato un protocollo di intesa per cooperare insieme nella protezione e nella valorizzazione del sito transfrontaliero dell’UNESCO “Centro storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella Città e San Paolo Fuori le Mura”.
Cresce in Italia il bisogno di farmaci per i cittadini che non sono più in grado di acquistarli. Nel 2015, infatti, è aumentata del 6,4% la richiesta di farmaci da parte degli enti caritativi sostenuti dal Banco Farmaceutico e che ogni giorno aiutano anziani, famiglie ed immigrati in difficoltà economica.
Negli ultimi sei anni la setta islamista Boko Haram ha mietuto decine di migliaia di vittime e costretto oltre due milioni e 100mila persone, di cui un milione e 400mila bambini, ad abbandonare le proprie case. Le violenze hanno gravemente colpito la Nigeria, specie nel Nord del paese, ma anche stati confinanti come il Camerun.
I vescovi del Portogallo esprimono il loro “rammarico” per l’approvazione, da parte del Parlamento nazionale, della legge che consentirà alle coppie omosessuali di adottare dei figli, come riporta la Radio Vaticana. La legge viene approvata cinque anni dopo la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, ma deve ancora essere promulgata dal Presidente della repubblica, Aníbal Cavaco Silva.
I canti africani della liturgia che scaldano il cuore non si fermano per la pioggia e per il fango che invade il campo dove vi celebra la messa. Il Campus universitario con al centro un grande altare sopraelevato. E da li il Papa in italiano alla omelia dice che “in obbedienza alla Parola di Dio, siamo anche chiamati ad opporre resistenza alle pratiche che favoriscono l’arroganza negli uomini, feriscono o disprezzano le donne e minacciano la vita degli innocenti non ancora nati. Siamo chiamati a rispettarci e incoraggiarci a vicenda e a raggiungere tutti coloro che si trovano nel bisogno. Le famiglie cristiane hanno questa missione speciale: irradiare l’amore di Dio e riversare l’acqua vivificante del suo Spirito. Questo è particolarmente importante oggi, perché assistiamo all’avanzata di nuovi deserti, creati da una cultura del materialismo e dell’indifferenza verso gli altri.”
“Penso qui all’importanza della nostra comune convinzione secondo la quale il Dio che noi cerchiamo di servire è un Dio di pace. Il suo santo Nome non deve mai essere usato per giustificare l’odio e la violenza. So che è vivo in voi il ricordo lasciato dai barbari attacchi al Westgate Mall, al Garissa University College e a Mandera. Troppo spesso dei giovani vengono resi estremisti in nome della religione per seminare discordia e paura e per lacerare il tessuto stesso delle nostre società. Quant’è importante che siamo riconosciuti come profeti di pace, operatori di pace che invitano gli altri a vivere in pace, armonia e rispetto reciproco! Possa l’Onnipotente toccare i cuori di coloro che perpetrano questa violenza e concedere la sua pace alle nostre famiglie e alle nostre comunità”. Lo ha detto Papa Francesco, stamane, presiedendo l’Incontro Ecumenico ed Interreligioso nel salone della Nunziatura Apostolica di Nairobi in cui si trovano riuniti i leader delle diverse confessioni cristiane e di altre tradizioni religiose presenti in Kenya.
Mungu abariki Kenya, Dio benedica il Kenia. É questo il saluto del Papa al termine del suo primo discorso in terra africana. L’arrivo in anticipo di quasi 20 minuti all’ aeroporto di Nairobi è semplice e cordiale, il Papa firma il libro degli ospiti e poi in auto arriva alla State House dove viene accolto con gli onori militari e le salve di cannone: “ Il Kenya è una Nazione giovane e vigorosa, una comunità con ricche diversità, che interpreta un ruolo significativo nella regione” dice all’inizio del suo discorso.
La scorsa settimana anche a Roma è stato presentato il libro del cardinale Robert Sarah “Dio o niente”. Un evento molto familiare con presenze illustri come il cardinale George Pell, e gli arcivescovi Gänswein e Fisichella che hanno presentato il libro.
Con la Prolusione del cardinale Beniamino Stella, Prefetto per la Congregazione del Clero, si è aperto il lavoro del convengo nazionale della Associazione dei Santuari italiani della Chiesa Cattolica. La prolusione è stata incentrata "Sui quattro “volti” dell’unica realtà del santuario, dalla sua prima origine sino alla sua più diretta missione a servizio della fede del Popolo di Dio. Intendo quindi parlare del Santuario come focolaio di fede, avamposto di misericordia, luogo di preghiera, fonte di evangelizzazione."
Il momento in cui sapremo davvero se Papa Francesco si potrà recare a Bangui sarà quello del congedo da Entebbe in Uganda. Lo ha anche ricordato il Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin La situazione interna di questa Nazione africana da alcuni anni è piuttosto instabile e spesso si registrano gravi fatti di violenza politica e sociale. Padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede ha ricordato che “Papa Francesco vuole parlare della misericordia e dell’amore di Dio anche ai popoli africani e a quelli più provati” e “ la vera e unica risposta degna dell’umanità è quella dell’amore, del dialogo, della comprensione e, come dice il Papa, dell’incontro”.
Inizia con una lunga spiegazione su sovranità, giurisdizione e differenze tra Santa Sede, Stato di Città del Vaticano e Chiesa Cattolica il rapporto che la delegazione della Santa Sede ha presentato il 24 novembre di fronte al Comitato ONU sulla Convenzione per l’eliminazione di ogni discriminazione razziale (CERD, dall’acronimo inglese). La spiegazione era doverosa: serve a prevenire i (prevedibili) attacchi alla Chiesa del comitato ONU, che si sospetta andrà oltre le sue prerogative, e si concentrerà su temi che poco hanno a che fare con la Convenzione, ovvero il sacerdozio femminile e la posizione della Chiesa sul gender. Si vedrà, al dibattito di oggi.
"Il Centrafrica è un paese dimenticato in cui la popolazione sopporta atroci sofferenze. La visita del Papa rappresenta la speranza di un futuro migliore sia per i cristiani che per i musulmani. Un’occasione per spezzare una catena interminabile di violenze". Così afferma Christine du Coudray, responsabile internazionale di Aiuto alla Chiesa che Soffre per l’Africa francofona, appena rientrata da un viaggio in Repubblica Centrafricana.
E’ iniziato l’undicesimo viaggio apostolico internazionale di Papa Francesco. Alle 8 l’aereo papale è decollato da Fiumicino alla volta del Kenya. Poi le tappe in Uganda e Repubblica Centroafricana.
Sarà presentato domani mercoledì 25 novembre alle ore 18 presso la biblioteca del Seraphicum in via del Serafico, 1 a Roma il libro “Al di là di ogni pregiudizio - Le trattative per il concordato tra la Santa Sede e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni/Jugoslavia e la mancata ratifica (1922-1938)” di fra Igor Salmič.
Indipendente dal 1962, l'Uganda non ha mai conosciuto periodi politicamente tranquilli. Fin dal 1966 con il golpe messo a segno dal Primo Ministro Obote, deposto a sua volta nel 1971 dal generale Idi Amin Dada, il cui regime viene rovesciato nel 1979 da Obote. Il regime di Idi Amin è ricordato anche per la brutale guerra – alla fine degli anni ’70 – tra Uganda e Tanzania.
Si è aperto in Vaticano il processo che i media hanno già denominato vatileaks due, questa mattina nel tribunale dello Stato della Città del Vaticano.