Papa Francesco ha aperto la Porta Santa della Cattedrale di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, dando così inizio in anticipo all’Anno Santo della Misericordia. La Porta Santa della Basilica di San Pietro sarà aperta dal Pontefice come previsto il prossimo 8 dicembre.
I leader evangelici, insieme con le autorità cattoliche e musulmane, hanno costituito la "Piattaforma interreligiosa" che ha portato avanti il processo di pacificazione nazionale. Come una “locomotiva per la coesione sociale, perché se il presidente della Alliance des Evangeliques en Centrafrique l’arcivescovo e l’imam non si fossero messi insieme ci sarebbe stata un conflitto tra le comunità. Ma la loro coesione, la loro unità è stata veramente un elemento importante, un elemento unificatore”
Il Papa che dice di essere in Centrafrica come “apostolo di speranza” è accolto in maniera semplice al campo profughi “Giovanni XXIII” di Bangui, una delle dozzine di campi che accolgono i rifugiati nel territorio della capitale.Visita breve di Papa Francesco al campo profughi Giovanni XXIII, dove viene accolto con canti e balli. Il Papa ha preso il microfono, e in italiano (tradotto in lingua locale) ha chiesto a tutti di impegnarsi per la pace, perché “la pace senza amore, senza amicizia, senza tolleranza, senza perdono non è possibile”
Non arrivano immagini dall’aeroporto di Bangui per l’arrivo del Papa. In Centrafrica non c’è nemmeno l’elettricità, e le telecamere arrivano dal Sud Africa grazie all’ Eurovisione. Ma alle 10.15 Francesco è atterrato. Ai piedi della scalinata del velivolo il Papa è accolto dal Capo di Stato della transizione, Catherine Samba-Panza, insieme con una bambina che offre al Papa dei fiori.
Parlare di Dio, oggi, nel contesto contemporaneo, accettando il contrappunto scientifico, filosofico e storico: questo l’oggetto della tavola rotonda a cui parteciperanno Marcello Pera, già presidente del Senato della Repubblica, filosofo della scienza, Lluìs Oviedo, ordinario di antropologia teologica e teologia fondamentale, Pontificia Università Antonianum e Robert Cheib, docente di teologia fondamentale, Università del Sacro Cuore, Roma.
Pioggia battente per il congedo del Papa dall' Uganda. Si conclude la tappa ugandese del XI Pellegrinaggio apostolico internazionale di Papa Francesco. La partenza verso Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, è avventa alle
“Memoria, fedeltà e preghiera.” In un breve discorso tutto a braccio, Papa Francesco dà il suo mandato a sacerdoti e seminaristi dell’Uganda, accorsi per incontrarlo nella Cattedrale di Kampala. E la preghiera include il “riconoscersi peccatori”, aggiunge Papa Francesco, ammonendo i sacerdoti “non vivere una doppia vita”. Tre pilastri sui quali basare la Chiesa ugandese, in modo che “la perla d’Africa continui ad essere la perla d’Africa”.
Dopo aver incontrato i giovani a Kololo, Papa Francesco ha raggiunto la Casa della Carità, fondata dal Cardinale Nsubuga, a Nalukolongo.
Papa Francesco ha incontrato i giovani ugandesi presso il Kololo Airstrip di Kampala. Dopo aver ascoltato le testimonianze di due giovani sui temi dell’Hiv e del rapimento dei bambini soldato il Pontefice ha lasciato da parte il testo preparato per rivolgere alle migliaia di ragazzi un discorso a braccio.
"Mi si stringe il cuore nel vedere tanti nepalesi costretti a vivere ancora nelle tende, nonostante quanto era stato loro promesso". Così scrive monsignor Paul Simick, vicario apostolico del Nepal, in un accorato messaggio inviato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre.
“Sviluppo agricolo e lotta alla fame: l’appello dell’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco” è il tema del convegno che si è tenuto nella sede dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e dell’Università Europea di Roma. L’incontro è stato promosso dalla Missione Permanente della Santa Sede presso FAO, IFAD e PAM insieme all'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e all'Università Europea di Roma e in collaborazione con la Cattedra UNESCO di Bioetica e Diritti Umani.
Due santuari uno non lontano dall’altro, solo tre chilometri tra il Nakiyanja-Namugongo Anglican Shrine che sorge sul luogo della morte dei Martiri ugandesi (1884-1887), cattolici e anglicani. Le loro reliquie sono conservate nella Cappella del Santuario, e Namugongo il santuario cattolico che ricorda gli stessi martiri. Due luoghi che non riescono a riunire le due comunità. Già Paolo VI nel suo viaggio li visitò insieme e così anche Giovanni Paolo II
Nel luogo del martirio di Andrea Kaggwa e compagni, Papa Francesco incontra i catechisti ugandesi, li affida ai vescovi per la formazione pastorale spirituale e dottrinale, li mette sotto la protezione dei martiri dell’Uganda. E spiega loro: “Il vostro è un lavoro Santo”.
Papa Francesco arriva in Uganda con nel cuore i martiri ugandesi, con l’ansia di incontrare i giovani e con la volontà di mettere l’accento su un mondo più solidale. Sono questi i temi che affronta nell’incontro con il Corpo Diplomatico, il primo appuntamento dopo l’arrivo in terra ugandese. Si è incontrato già, privatamente, con il presidente dell’Uganda Yoweri Museveni, cui ha donato un prospetto della Basilica di San Pietro. Ora è il momento del primo incontro pubblico.
Il tema è “La sfida della realtà”, e caratterizza la V edizione del Festival di Dottrina Sociale della Chiesa, in programma a Verona dal 26 al 29 novembre. E, in un videomessaggio destinato al Festival, Papa Francesco ha delineato che “la sfida della realtà richiede anche la capacità di dialogare, di costruire ponti al posto dei muri. Questo è il tempo del dialogo, non della difesa di rigidità contrapposte”. Ma ci vuole però “un cambiamento”.
Cinque milioni di euro da distribuire alle famiglie bolognesi indigenti a causa della disoccupazione. E’ il regalo di addio dell’Arcivescovo emerito del capoluogo emiliano, il Cardinale Carlo Caffarra.
Ad Omnia, è questo il titolo dei quaderni con i quali la Fondazione Papa Giovanni XXIII mette a disposizione del grande pubblico testi poco conosciuti di Angelo Giuseppe Roncalli. Testi importanti per conoscere la sua maturazione umana, culturale e spirituale. Padre Cornelio Fabro poco dopo la scomparsa del grande Pontefice scriveva a mons. Capovilla: “Bisogna far conoscere la spiritualità di Papa Giovanni nelle sue autentiche sorgenti. La supplico di raccogliere gli scritti spirituali: i frammenti che vengono pubblicati stanno già facendo un bene immenso. Ma la missione spirituale di questo Santo Pontefice è appena all’inizio”.
Il Papa saluta il Kenia
Una vera festa africana, con migliaia di giovani nelle loro uniformi scolastiche, decine di vescovi e il presidente della repubblica che attendono il Papa nello stadio Kasarani di Nairobi ballando.
Qui “mi sento a casa condividendo questo momento con fratelli e sorelle che, non mi vergogno a dire, hanno un posto speciale nella mia vita e nelle mie scelte. Sono qui perché voglio che sappiate che le vostre gioie e speranze, le vostre angosce e i vostri dolori non mi sono indifferenti. Conosco le difficoltà che incontrate giorno per giorno! Come possiamo non denunciare le ingiustizie subite?”. Lo ha detto il Papa, stamane, incontrando gli abitanti di Kangemi, uno dei quartieri più poveri di Nairobi.