Rientrato da meno di 48 ore dal viaggio apostolico in Messico, Papa Francesco ha tenuto stamane in piazza San Pietro la seconda udienza generale giubilare dell’Anno Santo della Misericordia.
Il Giubileo sia “una marcia in più nel cammino iniziato in questi anni”. Compiamo “un atto personale e comunitario di misericordia innanzitutto verso la nostra Chiesa Agrigentina, che ci ha generati alla fede e che nella fede siamo chiamati a rigenerare giorno dopo giorno e verso il nostro territorio, e non per un atto di generosità da parte nostra, ma perché ne abbiamo il dovere, in quanto ci permette di radicarci nella storia e nella vita sociale di oggi”. Lo scrive il Cardinale Arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro nella Lettera Pastorale alla Diocesi.
“Ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza e nessun'altra azione della Chiesa ne uguaglia l'efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado. È nei soggetti, o negli attori, della liturgia che oggi siamo in grado di notare una lacuna in questa descrizione. I protagonisti qui messi in luce sono due: Cristo e la Chiesa. Manca ogni accenno al posto dello Spirito Santo. Anche nel resto della costituzione, lo Spirito Santo non è mai oggetto di un discorso diretto, solo nominato qua e là, e sempre in obliquo”. Sono parole di Padre Raniero Cantalamessa, Predicatore della Casa Pontificia, nel corso della I predica di Quaresima tenuta stamane nella Cappella Redemptoris Mater alla presenza di Papa Francesco.
Dopo tante indiscrezioni sembra che la data del viaggio in Armenia di Papa Francesco abbia una conferma. In un comunicato la Santa Sede di Echmiadzin ha annunciato il viaggo per il prossimo settembre.
Dopo gli ultimi articoli sulla stampa australiana che parlano di una “indagine della Polizia Vittoriana” sul cardinal George Pell per aver offeso le vittime, il Cardinal George Pell, prefetto della Segreteria per l’Economia, si difende con forza, e chiede una inchiesta sulla fuga di notizie, avvenute in un tempo sospetto in quanto il cardinale “è chiamato a dare prove alla Royal Commission in solo una settimana”.
É stato un viaggio molto religioso quello di Papa Francesco in Messico, ma allo stesso tempo molto politico.
Un incontro di Papa Francesco con l’imam dell’università Al Azhar? Tutto da vedere, ma di certo il Papa vorrebbe. Lo ha confermato durante il volo di ritorno dal Messico, in conferenza stampa. Proseguono, dunque, i contatti di Papa Francesco con il mondo islamico. Si lavora per una visita alla Moschea di Roma, si mantengono buoni rapporti con l’Iran sciita (di recente, il Cardinal Turkson è stato a Qom; e il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso ha patrocinato la pubblicazione del catechismo in farsi), e si cerca anche un incontro con quello che un giornalista in aereo ha chiamato “il Papa dei sunniti”, ovvero Ahmed Muhammad Ahmed al-Tayed, che è imam della moschea di al-Azhar dal 2010.
La riforma del processo di nullità matrimoniale sulla base del Motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesu è stata al centro dei lavori svolti dalla Conferenza Episcopale Triveneto riunitasi il 16 febbraio a Zelarino.
Tre giorni di lavoro sul motu proprio di Paolo VI “Apostolica Sollicitudo” che istituì il Sinodo dei Vesovi, per approfondire il discorso che il Santo Padre Francesco ha pronunciato il 17 ottobre 2015 in occasione della commemorazione del cinquantesimo anniversario del documento. Il Seminario si è svolto a Roma e vi hanno partecipato numerosi docenti di ecclesiologia e di diritto canonico provenienti da diverse Università e Facoltà ecclesiastiche del mondo.
Non sarà al Sinodo Pan-Ortodosso, anche se gli sarebbe piaciuto. Ed è ben consapevole che la dichiarazione congiunta firmata con il Patriarca Kirill ha lasciato amarezza nella Chiesa greco-cattolica ucraina. Ma Papa Francesco non vuole fare un passo indietro rispetto al suo abbraccio con il patriarca Kirill. Perché “l’incontro è cosa buona, e dobbiamo andare avanti”. Tutto il resto si può invece discutere.
“Integrare nella Chiesa non significa fare la Comunione”. Una dichiarazione di Papa Francesco che forse non piacerà a coloro che durante il Sinodo sulla famiglia hanno tentato di far dire al Papa qualcosa che non pensa.
Sul volo che lo ha riportato in Italia dal Messico Papa Francesco ha “affrontato” la consueta conferenza stampa con i giornalisti ammessi sull’aereo papale. Un lungo e intenso botta e risposta in cui Papa Bergoglio ha affrontato i temi di più stretta attualità. Dalla lotta alla pedofilia all’incontro con il Patriarca Kirill e alle reazioni dei cattolici ucraini fino al disegno di legge sulle unioni civili in Italia passando per la campagna elettorale per la presidenza degli Stati Uniti ed il tema dell’immigrazione.
Al suo rientro dal Messico Papa Francesco ha inviato un telegramma di saluto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in cui ha assicurato “una speciale preghiera per il bene, la serenità e la prosperità della diletta Nazione Italiana”.
Papa Francesco ha accettato questa mattina la rinuncia, presentata per motivi di età, dell’Arcivescovo di Benevento Mons. Andrea Mugione. A succedergli sarà Don Felice Accrocca, del clero della diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno.
Tra gli appuntamenti giubilari a Roma uno in particolare riguarda la diocesi di Roma ed è quello degli operatori del turismo. Si celebra sabato a San Giovanni in Laterano. L’ appuntamento è stato voluto dal Cardinale Vicario Agostino Vallini e organizzato dall’Opera Romana Pellegrinaggi.
È un no chiaro e netto, quello della Santa Sede, alle politiche di liberalizzazione dell’aborto per contrastare il virus Zika in nome di un supposto collegamento con casi di microcefalia del feto. Non ci sono mezzi termini nel discorso che l’arcivescovo Bernardito Auza ha tenuto lo scorso 16 febbraio, in una discussione interattiva che è seguita al briefing sul Virus Zika convocata dal Presidente del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite.
"Non hanno niente e possono perdere la cittadinanza in ogni momento". Così monsignor Daniel Adwok, arcivescovo di Khartoum, descrive ad Aiuto alla Chiesa che Soffre la condizione di circa un milione e mezzo di sudsudanesi che a causa del conflitto in atto nel più giovane Stato al mondo, hanno riparato nel vicino Sudan.
E’ già sera, quando il Papa arriva all’aeroporto, e sta per lasciare il Messico. Un Messico dove il Papa ha sperimentato la notte, che è poi il buio della spirale di violenza, della guerra dei cartelli del narcotraffico, dei desaparecidos, degli indigeni messi da parte nella società. Parte da Ciudad Juarez, la NInive moderna, dove la notte sembra più scura. Eppure, il Papa vede squarci di luce.
“Chiedete il dono delle lacrime. Chiedete il dono della conversione”. Papa Francesco si rivolge agli abitanti di Ciudad Juarez, ma anche a quanti sono dall’altra parte della rete. Una rete che – denuncia il Papa – “cattura e distrugge sempre i più poveri”. L’altare è posto più in alto, così che lo vedano anche quelli di là della frontiera del Messico. E la lettura suggerisce al Papa una similitudine: Ciudad Juarez come Ninive.
“Che cosa vuole lasciare il Messico ai suoi figli?” La domanda del Papa è rivolta a tutto il mondo del lavoro in Messico, imprenditori e lavoratori riuniti a Ciudad Juarez nella ultima giornata del viaggio. Nel palazzo dello sport del Colegio de Bachilleres il Papa, di fronte a circa tremila persone, pone le domande chiare ad un mondo dove la giustizia sociale sembra una chimera.