Innovarsi adattandosi a Cristo. Ne è convinto il Cardinale Arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori che in questa intervista ad Acistampa commenta le parole del Papa e gli obiettivi del Convegno Ecclesiale Nazionale.
Era il novembre del 1965, il Concilio stava per essere concluso, e già nascevano delle “correnti” di pensiero che avrebbero portato fratture nella Chiesa cattolica. Alcune nascevano proprio da quel frainteso “spirito del Concilio” che nulla aveva a che vedere con quello che i Padri avevano davvero detto e discusso. Altre da fraintendimenti di quello che si intende va per “aperture”. Si arrivò a due estremizzazioni. Da una parte il tradizionalismo lefevriano e dall’altra la teologia della liberazione.
La Chiesa Italiana oggi e negli anni futuri, l'Italia e la ricerca del nuovo umanesimo. Sono i temi affrontati - in una intervista esclusiva ad Acistampa - dal Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il Cardinale Angelo Bagnasco, durante i lavori del Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze.
Se Papa Francesco aveva chiesto un maggiore slancio sinodale alla Chiesa italiana, oggi a Firenze si è fatta parola generale, attraverso un'intera giornata dedicata a quelli che si possono definire i "circoli minori" del quinto convegno ecclesiale nazionale.
Dichiarazione del P.Lombardi sulle indagini in corso in Vaticano
"Le poche risorse a disposizione non ci permettono di provvedere ai tanti bisogni dei nostri fedeli". Così racconta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, monsignor Denys Antoine Chahda, arcivescovo siro-cattolico di Aleppo.
Nei giorni scorsi sono apparsi su agenzie e organi di stampa articoli che riferiscono in maniera parziale e imprecisa il contenuto di un documento confidenziale, ipotizzando che in passato l’APSA sia stata strumentalizzata per un’attività finanziaria illecita.
“Ancora io custodisco nel mio cuore tante cose grandi e belle che ho imparato da voi”, così Papa Fracesco ha salutato il presidente di turno della Presidenza collegiale della Bosnia ed Erzegovina, Dragan Čović, con la delegazione del Comitato organizzativo dello Stato e della Chiesa per la visita pastorale a Sarajevo il 6 giugno scorso, presente anche il cardinale Vinko Puljić, arcivescovo di Sarajevo.
“Le ideologie tentano oggi di togliere all’Europa i suoi valori e di dividerla tra fautori e oppositori di modelli costruiti non sulla narrazione della storia comune europea, ma a tavolino.” E' uno dei passaggi del testo di riflessione della Commissione CCEE Caritas in Veritate nel giorno di San Martino, all’inizio delle celebrazioni dei 1700 anni della sua nascita.
Un discorso di prospettiva. E’ l’opinione - raccolta da Acistampa - dell’Arcivescovo eletto di Bologna Mons. Matteo Maria Zuppi sul discorso che ieri Papa Francesco ha tenuto al V Convegno Ecclesiale Nazionale a Firenze.
In famiglia “la condivisione del pasto – e dunque, oltre che del cibo, anche degli affetti, dei racconti, degli eventi – è un’esperienza fondamentale. La convivialità è un termometro sicuro per misurare la salute dei rapporti: se in famiglia c’è qualcosa che non va, o qualche ferita nascosta, a tavola si capisce subito. Una famiglia che non mangia quasi mai insieme, o in cui a tavola non si parla ma si guarda la televisione, o lo smartphone, è una famiglia poco famiglia. Gesù insegnava volentieri a tavola, e rappresentava talvolta il Regno di Dio come un convito festoso. Gesù scelse la mensa anche per consegnare ai discepoli il suo testamento spirituale, condensato nel gesto memoriale del suo Sacrificio”. Lo ha detto il Papa aprendo l’Udienza Generale in piazza San Pietro.
“Parole che sono un commento del Vangelo, in cui si dice o Dio o mammona, non ci può essere un compromesso, bisogna scegliere il Signore”. Così il Segretario di stato vaticano Pietro Parolin ha commentato ieri sera incontrando i giornalisti a margine della XX Seduta pubblica delle Pontificie accademie, il discorso del Papa a Firenze.
Il discorso del Papa ieri al V Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze ha lasciato il segno. Ne è convinto il Cardinale Arcivescovo di Milano Angelo Scola che - in esclusiva ad Acistampa - parla di pietra miliare per il futuro della Chiesa in Italia.
Giornata storica per la Chiesa italiana a Firenze, con Papa Francesco che offre il suo input al quinto convegno ecclesiale e dice che "umiltà, disinteresse e beatitudine sono i tre tratti dell'umanesimo cristiano che nasce dall'umanità di Cristo".
Il nome è NWA 7387, e significa North West Africa 7387. Perché nel Nord Ovest dell’Africa (e per la precisione in Marocco) è stato trovato questo meteorite che con tutte le probabilità viene dal pianeta Marte. Un pezzo di questo meteorite è stato donato a Papa Francesco, che lo lascerà alla “Specola Vaticana,” l’Osservatorio Astronomico della Santa Sede.
“A Gesù interessa quello che la gente pensa non per accontentarla, ma per poter comunicare con essa.” Inizia così la riflessione del Papa nella messa celebrata nello stadio comunale di Firenze per la diocesi e per i partecipanti al Convegno ecclesiale.
Una tesserina per registrare il Papa tra gli ospiti, qualche regalo etnico, un saluto a tutti i presenti poi il pranzo in una lunga tavolata.
Una lettera per il mondo del lavoro. È così che le sigle sindacali e imprenditoriali di Prato hanno voluto accogliere Papa Francesco. Uno dei tessitori di quella lettera è stato Michele del Campo, direttore della Pastorale del Lavoro e della Commissione Giustizia e Pace della Diocesi di Prato. “Ho solo portato ad unità le idee di tutti,” si schermisce con ACI Stampa.
È arrivato in Italia da sette mesi, e subito è andato ad occuparsi della vasta comunità cinese di Prato. Padre Paolo Jianbing Hou, francescano, è uno delle poco più di cinquanta persone che hanno potuto salutare Papa Francesco a Prato.
Un lungo discorso articolato su tre linee principali come piace fare a Papa Francesco da “vecchio gesuita” come dice spesso. Umiltà, disinteresse e beatitudine per dare alla Chiesa cattolica in Italia una indicazione di lavoro per il prossimo decennio. C’è la Evangelii gaudiun in trasparenza nel testo che ripropone i pericoli dai quali il Papa mette sempre in allerta i vescovi: pelagianesmo e gnosticismo. Il rischio di sentirsi superiori o di un eccessivo razionalismo.