Per il Mercoledì delle Ceneri, Papa Francesco concentra l’udienza generale sul significato del Giubileo, partendo da quel passaggio del libro del Levitico che istituì il Giubileo tra gli ebrei. E chiede che il Giubileo porti condivisione, perché la condivisione è misericordia, rinnovando l’appello per un mondo più giusto ed equo ed attaccando con forza “il grave peccato dell’usura”.
Sono piu di mille , arrivano da tutte le parti del mondo e sono i “missionari della misericordia”. Il Papa ha affidato loro il compito di essere confessori speciali che possono assolvere qualsiasi peccato, anche quelli che richiedono normalmente proprio l’intervento del Papa.
“Vivere alla presenza del Padre è una gioia molto più profonda di una gloria mondana”. Lo ha ripetuto oggi Papa Francesco ai giovani di Pompei in un radio messaggio per sostenere l’iniziativa “KeepLent” promossa ed organizzata dal Servizio per la Pastorale giovanile della Prelatura di Pompei, per annunciare il Vangelo quaresimale attraverso i social network.
“Davanti a noi c’è una persona nuda, con la sua debolezza e i suoi limiti, con la vergogna di essere un peccatore. Non dimentichiamo: dinanzi a noi non c’è il peccato, ma il peccatore pentito”. Papa Francesco incontra i poco più di mille missionari della misericordia nella Sala Regia del Palazzo Apostolico, e a loro, in un breve discorso, offre alcune riflessioni sulla confessione e sul modo in cui va svolta. E menziona anche la confessione del 21 settembre del 1953, “che ha riorientato la mia vita. Non ricordo cosa ha detto, ma solo un sentimento di pace. Per me quel ricordo è fonte di gioia”.
"Quando dei popoli si uniscono insieme per pregare, allora perfino la realtà può essere cambiata". Con queste parole monsignor Jean Sleiman, arcivescovo di Bagdad dei latini, invita i "cristiani e gli uomini di buona volontà" di tutto il mondo a partecipare alla giornata mondiale di preghiera e digiuno per la Pace in Siria e in Iraq, promossa da Aiuto alla Chiesa che Soffre in occasione del prossimo mercoledì delle ceneri, 10 febbraio.
Mentre la Segreteria per la Comunicazione rende noti i capi di due dei tre dipartimenti da cui verrà costituita, il Consiglio dei Cardinali conclude la sua tredicesima riunione mettendo nelle mani nel Santo Padre il fascicolo aggiornato dei due nuovi dicasteri che dovrebbero andarsi a formare, inglobando almeno cinque degli attuali pontifici consigli per una struttura che si preannuncia formalmente più snella.
Il “panico sociale” creato dal virus Zika ha aperto una strada per le lobby LGBT. Che in America Latina stanno spingendo per promuovere l’aborto come una forma di prevenzione qualora ad esserne affette sia una madre incinta, perché il bambino potrebbe essere a rischio di microcefalia. E questo anche se ancora non è stato accertato alcun legame tra la microcefalia dei bambini appena nati.
Si libera un’altra casella nella Segreteria di Stato di Papa Francesco. Il Papa infatti ha nominato oggi Nunzio Apostolico in Sud Africa e in Botswana monsignor. Peter Bryan Wells, finora Assessore per gli Affari Generali della Segreteria di Stato.
L’evento è importante, storico per certi versi, delicatissimo per altri. L’ incontro del Papa argentino con il Patriarca di Mosca in terra cubana avviene lontano da gli sguardi dei fedeli.
“Io voglio bene al popolo turco e lo apprezzo”. Lo ha detto Papa Francesco a Rinaldo Marmara, presidente di Caritas Turchia e addetto culturale della Conferenza Episcopale Turca. Marmara ha incontrato Papa Francesco al termine dell’udienza generale del 3 febbraio, e gli ha presentato il libro “La squadra pontificia ai Dardanelli 1657”. Una presentazione che ha creato l’occasione di un comunicato stampa più ampio sulla storia della Turchia, in cui la Santa Sede parlava dei “tragici fatti” del 1915 in relazione al massacro degli armeni. Il fatto che non si sia parlato più del termine genocidio ha di fatto creato il disgelo delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Turchia, la quale ha reinviato in Italia il suo ambasciatore accreditato presso la Santa Sede.
Una messa familiare, intima, al fianco delle spoglie dei due santi cappuccini che hanno messa al centro della vita la confessione, cioè la conversione e il perdono.
Domani, martedì 9 febbraio 2016, alle 15.00, all’Università Europea di Roma, si terrà l’inaugurazione del Master per l’Educazione, l’inclusione e l’interazione in contesti interculturali, realizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana Maestri Cattolici e con Enti e Imprese attivi in contesti interculturali e interreligiosi.
Mentre il Parlamento Europeo, seppur tra mille distinguo, andava a votare una risoluzione comune che finalmente possa riconoscere l’eccidio di cristiani e minoranze religiose ad opera dell’ISIS come genocidio, la Santa Sede prendeva la parola alla conferenza “Sostenere la Siria e la regione” e certificava, cifre alla mano, la ponderosità del suo impegno per la pace nella regione.
Si rinnova il 28 febbraio 2016, anniversario della conclusione del Pontificato, la Giornata di preghiera per Benedetto con Benedetto, la terza.
“La Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori è stata creata da Papa Francesco nel 2014. Il Chirografo di Sua Santità Papa Francesco stabilisce specificatamente: “Compito specifico della Commissione sarà quello di propormi le iniziative più opportune per la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili, sì da realizzare tutto quanto è possibile per assicurare che crimini come quelli accaduti non abbiano più a ripetersi nella Chiesa. La Commissione promuoverà, unitamente alla Congregazione per la Dottrina della Fede, la responsabilità delle Chiese particolari per la protezione di tutti i minori e degli adulti vulnerabili”.
Ricorre oggi la Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di essere umani, una ricorrenza che - ha detto ieri il Papa nel corso dell'Angelus - "offre a tutti l’opportunità di aiutare i nuovi schiavi di oggi a rompere le pesanti catene dello sfruttamento per riappropriarsi della loro libertà e dignità. Penso in particolare a tante donne e uomini, e a tanti bambini! Occorre fare ogni sforzo per debellare questo crimine e questa intollerabile vergogna".
Vengo in Messico “come missionario di misericordia e di pace”. Così Papa Francesco nel videomessaggio diffuso in occasione del suo imminente viaggio apostolico nel Paese centroamericano.
“Sono felicissimo. Io ho lasciato fare. Ho solo detto che volevo incontrare e riabbracciare i miei fratelli ortodossi. Tutto qui. Sono stati due anni di trattative di nascosto, ben condotte da vescovi bravi. Per gli ortodossi se n’è occupato Hilarion, che oltre a essere bravo è anche un artista, un musicista. Hanno fatto tutto loro”. Così il Papa, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, commentando l’incontro con il Patriarca Ortodosso di Mosca Kirill il prossimo 12 febbraio a Cuba.
Il primo, storico, incontro tra Papa Francesco e Kirill non arriva per caso. È frutto di un cammino lungo. Ci avevano già provato Giovanni Paolo II, e tutto era pronto per un incontro a Graz con l’allora patriarca Alexey II, poi saltato. Ci aveva provato Benedetto XVI, ma due volte l’incontro con Kirill, già preparato, non era andato a buon fine. Ora Kirill ci riesce con Papa Francesco. Un incontro in aeroporto, a Cuba, in un luogo lontano dall’Europa sulla quale la Chiesa ortodossa vive una sua crisi. Un incontro ecumenico per la natura dei protagonisti, ma senza una celebrazione ecumenica che lo suggelli.
La Germania chiude le porte agli immigrati e trova sostegno nel presidente della conferenza episcopale tedesca cardinal Reinhard Marx. In una intervista alla Passauer Neuen Presse sottolinea che si, la misericordia non conosce confini anche riguardo alla crisi dei profughi, ciò nonostante bisogna però ridurre il numero dei profughi.