È padre Ruben Tierrablanca il nuovo vicario apostolico di Istanbul. E la scelta del francescano, da anni ormai in Turchia, dove ha servito come parroco della parrocchia Santa Maria Draperis a Istanbul, è una scelta nel segno della continuità. Ma anche del dialogo interreligioso, dato che padre Tierrablanca ha costituito a Istanbul la Fraternità Internazionale di Istanbul per la promozione del dialogo ecumenico e religioso.
"We want freedom", noi vogliamo la libertà. Questi i cartelloni e il grido unanime del Moria refugee camp, che ospita circa 2.500 profughi richiedenti asilo che sbarcano nell'isola greca di Lesbo in cerca di una nuova vita, lontana dalla guerra e dalle sofferenze più crudeli.
“L’Europa oggi si trova di fronte a una delle più serie crisi umanitarie dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
“Voglio dirvi che non siete soli”. Le parole del Papa si intrecciano con quelle dei due vescovi ortodossi.Tre vescovi, i cristiani uniti almeno di fronte al dramma della disperazione.
Il saluto di Papa Francesco atterrato a Lesbo per rimanere cinque ore sull’isola che accoglie i migranti e i profughi che fuggono dalla guerra, è semplice. Al suo arrivo Francesco è stato accolto dal Primo ministro Tsipras e dai due leader ortodossi Bartolomeo e Geronimo di Atene.
Un breve saluto del Papa nel volo tra Roma e Lesbo, con un augurio a Papa Benedetto che oggi compie 89 anni.
Il Papa è arrivato a Lesbo e sono appena le dieci in quella parte di Europa. In volo ha mandato il suo saluto al governo Italiano e Greco e il presidente Mattarella ha risposto: «Santità, desidero farle pervenire il mio più sincero ringraziamento per il messaggio che ha voluto indirizzarmi nel momento in cui ella si accinge a partire per l'isola di Lesbo.
"Chi crede non è mai solo". Sono parole, indelebili, pronunciate da Papa Benedetto XVI il 24 aprile 2005, nell'omelia della Messa di inaugurazione del pontificato. Nella sua lunga ed intensa vita, Papa Benedetto ha sempre creduto vivendo e testimoniando la sua fede con la parola e con le opere. E per tutta la sua vita non è mai, quindi, rimasto solo.
Papa Francesco il 16 Aprile volerà nell'isola greca di Lesbo per esprimere vicinanza e solidarietà, sia ai profughi sia ai cittadini greci.
“Polonia semper fidelis”, recitava uno degli striscioni portato dai giovani polacchi in piazza San Pietro durante l’agonia di San Giovanni Paolo II nel 2005. Ed è rimasta fedele, la Polonia, al suo Battesimo, avvenuto 1050 anni fa. Tanto che oggi il Paese ex sovietico si può proporre come un modello di nuova evangelizzazione, come ha quasi suggerito il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, inviato speciale per le celebrazioni di questo anniversario specialissimo. Perché per la prima volta in tanti anni la Polonia può celebrare uno degli anniversari speciali del suo Battesimo da Paese libero.
Venticinque anni fa, Giovanni Paolo II aveva riorganizzato la Chiesa Cattolica di rito latino nelle Repubbliche sovietiche di Bielorussia, Russia e Kazakistan. E il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee invia un messaggio, per ricordare il momento in cui l’Europa cominciò a respirare con due polmoni, secondo una felice espressione di Giovanni Paolo II.
“ Fratello Papa che gioia incontrarla!” Evo Morales Presidente dello Stato Plurinazionale di Bolivia, ha salutato così Papa Francesco al suo arrivo in Vaticano questa mattina.
In questo anno particolare del Giubileo della Misericordia, i giovani maggiorenni della Diocesi di Milano sono stati invitati a sperimentare l’opera di misericordia corporale “Visitare i carcerati”.
“I cristiani della Terra Santa sono chiamati a lavorare con gli altri, a vivere una dimensione ecumenica, di dialogo.
Zelo e cuore aperto per sconfiggere durezze e rigidità. Papa Francesco commenta le letture di oggi e in particolare le parole di San Paolo e la sua “storia di un uomo che lascia che Dio gli cambi il cuore”. Una conversione, come riferisce la Radio Vaticana, di “un uomo come voleva Dio, perché Dio ha creato tutti noi per stare in piedi, con la testa alta”.
Il viaggio a Lesbo? Una decisione spontanea. Le dinamiche dell’economia mondiale? Qualcosa di preoccupante. La libertà religiosa? Il dramma è che si fatica a comprendere che si deve difendere. L’arcivescovo Ivan Jurkovic, nuovo osservatore permanente della Santa Sede, ha incontrato Papa Francesco il 14 aprile. L’11 ha dato il suo primo discorso a Ginevra nella sua nuova veste di osservatore, cui è arrivato dopo diversi anni come nunzio apostolico in Russia. E con il Papa ha parlato anche del viaggio a Lesbo, come ha raccontato in una intervista a Radio Vaticana.
Aids, la nuova frontiera è l’educazione. Lo raccontano alcuni dei partecipanti al convegno organizzato da Caritas Internationalis, che si è tenuto presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù dall’11 al 13 aprile scorso. Organizzazioni impegnate sul campo si sono incontrate per discutere e cercare di comprendere come andare avanti nella strada che porterà a non considerare l’AIDS più una minaccia. Con un focus particolare: il problema dei bambini affetti da HIV.
Come sempre in preparazione della visita a Lesbo il Papa questa sera fra le 19 e le 19.30, come riferisce Padre Lombardi, si è recato alla Basilica di Santa Maria Maggiore, per sostare in preghiera dinanzi all’Icona della Madonna, Salus populi Romani, domandando la protezione della Madre del Signore sulla sua prossima visita, sabato, a Lesbo in Grecia. Il Papa ha offerto alla Madonna un mazzo di rose bianche e azzurre, secondo i colori della Grecia.
Un viaggio attraverso la città di Roma alla scoperta delle quattro Basiliche Papali della Città Eterna: San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore, San Paolo Fuori le Mura. Questo il nuovo film-documentario in 3D presentato in Vaticano nei giorni scorsi.
Alcune sono un pugno allo stomaco, altre ti fanno immginare luoghi lontani ed esotici, nessuna ti lascia indifferente. Sono le foto che fino al 28 aprile sranno esposte alla Pontificia Università della Santa Croce. Le firma Jan Šibík: "Il Diavolo dentro di noi".