"Ogni volta che leggo le opere di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI mi diviene sempre più chiaro che egli ha fatto e fa teologia in ginocchio: in ginocchio perché, prima ancora che essere un grandissimo teologo e maestro della fede, si vede che è un uomo che veramente crede, che veramente prega; si vede che è un uomo che impersona la santità, un uomo di pace, un uomo di Dio". Con queste parole Papa Francesco torana ad elogiare il suo predecessore, Benedetto XVI. E questa volta Papa Bergoglio lo fa per iscritto, nella prefazione al volume Insegnare e imparare l’Amore di Dio, pubblicato in italiano, tedesco, francese, polacco, spagnolo, e inglese edito da Cantagalli.
A Creta proseguono i lavori del Concilio Panortodosso che si è aperto domenica con la Divina Liturgia di Pentecoste presieduta dal Patriarca Ecumenico Bartolomeo I nella Cattedrale di Heraklion.
Purificazione del corpo e dell’anima, integrazione sociale, misericordia. Sono i temi affrontati da Papa Francesco, nell’Udienza del 22 giugno, in una giornata tipicamente estiva. Tantissimi i pellegrini venuti per salutarlo.
Una giornata di allegria, amicizia, giochi e animazione. E’ la 5a edizione della tradizionale Festa degli Oratori Estivi di Roma che quest’anno si terrà il 23 giugno presso il parco acquatico di Zoomarine (Torvaianica).
Quando si imbocca la strada per Khor Virap, che è anche l’unica strada che dalla capitale Yerevan porta fino all’Iran, l’Ararat è lì. La montagna su cui si posò l’Arca di Noè, da sempre parte della tradizione armena, con le sue due vette, la più piccola Sis e la più grande Massis, si staglia lungo tutto il percorso, e resta sullo sfondo del santuario che è nato intorno al pozzo dove Gregorio l’Illuminatore, colui che ha battezzato l’Armenia facendone la prima nazione cristiana, è rimasto per anni. Ma proprio quando si arriva al santuario, l’Ararat si presenta con tutto il suo paradosso: è lì, è vicino, ma è in territorio turco. La catena di alberi che si vede alle sue pendici è solo l’accesso ad un fiume che fa da confine. E il confine con la Turchia è chiuso.
E’ un segno di speranza la crescente opposizione nella opinione pubblica alla pena di morte considerato come uno strumento legittimo di difesa sociale.
«È la stanza migliore che abbiamo». Suor Arousiag Sajonia mostra orgogliosa ad una delegazione di Aiuto alla Chiesa che Soffre, la camera dove sabato 25 giugno Papa Francesco si riposerà per qualche ora. Siamo a Gyumri in Armenia, nel convento delle Suore dell’Immacolata Concezione. All’interno del convento le religiose, che ACS sostiene sin dal 1997, gestiscono un orfanotrofio ed un centro diurno per gli anziani.
Kateri Tekakwitha, è la prima nativa americana ad essere dichiarata santa da Benedetto XVI nel 2012. La sua è una storia emblematica di fede. E a raccontarla in Kateri è James Kelty in un docufilm in coproduzione con EWTN.
Un popolo antico quello armeno, una storia che si intreccia con le culture di due continenti, l’ Asia e l’ Europa, e l’orgoglio di una cultura originale con una lingua originale e un alfabeto non greco e non latino nato nel 401. Ma anche un popolo politicamente sfortunato soprattutto nel tempo moderno e nel mondo contemporaneo.
La Santa Messa nella Piazza Vartanants a Gyumri, in Armenia, sabato 25 giugno, sarà celebrata da Papa Francesco all'aperto. E' la prima volta per la comunità cattolica in Armenia che la Celebrazione Eucaristica non si terrà in una chiesa o in cattedrale. E questa è una grande novità. La Messa sarà interamente dedicata al tema della Misericordia.
L'Ospedale Fatebenefratelli all'Isola Tiberina riceverà dalla Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg, il titolo di “Casa di Vita” per ricordare il contributo del Nosocomio nel salvare decine di ebrei durante le persecuzioni naziste.
All'interno della più famose agiografie San Luigi Gonzaga viene ritratto con la corona sotto il piede. Questo perchè il santo, nato nella nobile ed illustre casata dei Gonzaga, scelse di divenire religioso della compagnia di Gesù e rifiutò il trono in favore del fratello Rodolfo.
A Creta entrano nel vivo i lavori del Grande Concilio Panortodosso. Nel corso della Divina Liturgia di Pentecoste nella Cattedrale di Heraklion il Patriarca Ecumenico Bartolomeo ha voluto ringraziare Papa Francesco per gli auguri rivolti nel corso dell'Angelus ai "fratelli ortodossi" in occasione dell'apertura del Concilio.
Un oratorio per i giovani siriani. Per donare un po’ di spensieratezza durante i conflitti e le difficoltà. E’ l’iniziativa “L’Estate ragazzi”, un oratorio salesiano ad Aleppo, in Siria. Vi partecipano circa 800 tra ragazzi e ragazze, assistiti dalla comunità dei Figli di Don Bosco, con l’aiuto di quasi 85 animatori di varie età, e in maniera diversa l’intera Famiglia Salesiana della città martire siriana.
Sono 60 milioni le persone in movimento. Nella giornata mondiale del rifugiato del 20 giugno, il mondo è testimone del più alto numero di sfollati registrato in decenni.
“La vocazione delle donne ha una vocazione specifica nella società umana”, e per questo le donne “devono essere incoraggiate ad abbracciare l’opportunità di sostenere la dignità della vita venendo coinvolte nell’educazione e nella loro partecipazione alla vita politica e civile”. Lo ha detto l’arcivescovo Ivan Jurkovic ad un dibattito sui diritti delle donne al 32esimo Consiglio dei Diritti Umani, lo scorso 16 giugno.
Il Papa ha presieduto stamane il concistoro ordinario pubblico per alcune cause di canonizzazione. Prima però Francesco ha elevato i Cardinali diaconi William Josepeh Levada, Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede; Franc Rodè, Prefetto emerito della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata; Andrea Cordero Lanza di Montenzemolo, Arciprete emerito della Papale Basilica di San Paolo e l'ultranovantenne gesuita Albert Vanhoye all'ordine dei presbiteri.
Lo scorso 10 giugno si sono ricordati i 90 anni della morte del grande architetto e forse presto beato Antoni Gaudì. Catalano, modernista, innovatore, Guadì è il simbolo della città di Barcellona. Una città no facile da comprendere, con una storia fatta anche di violenza e che oggi raccoglie giovani di tutto il mondo non esattamente in cerca di misticismo.
“Guardati allo specchio, ma non per truccarti, perché non si vedano le rughe. Guardati allo specchio per guardare te, come tu sei. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai a tuo fratello lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nel tuo occhio c’è la trave? E come ci qualifica il Signore, quando facciamo questo? Una sola parola: ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello". E' il monito del Papa, stamane, rivolto nel corso dell'omelia pronunciata in occasione della messa quotidiana a Santa Marta.
La parola chiave è “genocidio”. Così dovrebbe essere definito il massacro degli armeni, che furono deportati dalla parte orientale della Turchia e uccisi in massa durante la I Guerra Mondiale. Gli armeni lo chiamano “il Grande Male”, la Turchia rifiuta la definizione tanto che ogni volta che uno stato la usa, c’è crisi diplomatica. Ma Papa Francesco non ha avuto paura a dirlo. E lo potrebbe dire ancora, secondo padre Georges-Henry Ruyssen, gesuita, canonista, che si è avvicinato alla questione armena grazie ad un incontro, e che ha curato sette volumi fitti di documenti, dispacci diplomatici, lettere che dimostrano come la Santa Sede non solo fosse al corrente, ma fosse anche l’unica potenza ad essersi davvero attivata per fermare quel massacro dimenticato. Papa Francesco sarà in Armenia dal 24 al 26 giugno, e per padre Ruyssen è possibile che il Papa userà di nuovo il termine genocidio. Come è anche possibile che il Papa parlerà di ecumenismo del sangue, un tema che a lui sta molto a cuore. Perché in fondo la storia si ripete sempre. E sono molti i punti in comune con i fatti di cento anni fa.