Tallinn, 25 September, 2018 / 11:45 AM
L’incontro ecumenico con i giovani è il secondo appuntamento in Estonia di Papa Francesco. La giornata estone del Pontefice prosegue a Tallinn, alla Kaarli Lutheran Church. “È sempre bello riunirci, condividere testimonianze di vita, esprimere quello che pensiamo e vogliamo; ed è molto bello stare insieme, noi che crediamo in Gesù Cristo”, comincia il Papa nel suo discorso.
Ad accogliere il Papa c’è l’Arcivescovo luterano Urmas Viilma e il Pastore della Chiesa di San Carlo. Nell’atrio, un gruppo di bambini di diverse scuole cristiane offrono dei fiori al Papa. Francesco entra in processione, insieme all’Arcivescovo luterano, al Pastore della Chiesa di San Carlo e all’Amministratore Apostolico di Tallinn.
Francesco ascolta le testimonianze di un rappresentante luterano, un ortodosso estone ed un cattolico, Lisbel, Tauri e Mirko. E rispondendo a loro si rivolge a tutti i giovani: “Le nostre Chiese cristiane – e oserei dire ogni processo religioso strutturato istituzionalmente – a volte si portano dietro atteggiamenti nei quali è stato più facile per noi parlare, consigliare, proporre dalla nostra esperienza, piuttosto che ascoltare, lasciarsi interrogare e illuminare da ciò che voi vivete. Oggi qui voglio dirvi che vogliamo piangere con voi se state piangendo, accompagnare con i nostri applausi e le nostre risate le vostre gioie, aiutarvi a vivere la sequela del Signore”.
Il Papa riporta un problema reale dei giovani con la Chiesa: “Alcuni chiedono espressamente di essere lasciati in pace, perché sentono la presenza della Chiesa come fastidiosa e perfino irritante. Li indignano gli scandali sessuali ed economici di fronte ai quali non vedono una condanna netta; il non saper interpretare adeguatamente la vita e la sensibilità dei giovani per mancanza di preparazione; o semplicemente il ruolo passivo che assegniamo loro”. Per Francesco occorre essere "una comunità senza paura".
“Diciamo convinti che, al di là dei nostri limiti – sottolinea il Pontefice - Gesù continua ad essere il motivo per essere qui. Sappiamo che non c’è sollievo più grande che lasciare che Gesù porti le nostre oppressioni. Sappiamo anche che ci sono molti che ancora non lo conoscono e vivono nella tristezza e nello smarrimento. Sembrerebbe che l’amore sia morto, ma sappiamo che non è così, e abbiamo una parola da dire, qualcosa da annunciare, con pochi discorsi e molti gesti. Perché voi siete la generazione dell’immagine e dell’azione al di sopra della speculazione, della teoria”.
Il Papa conclude il suo discorso: “L’amore non è morto, ci chiama e ci invia. Solo chiede di aprire il cuore. Chiediamo la forza apostolica di portare il Vangelo agli altri, ad offrirlo, non imporlo e di rinunciare a fare della nostra vita cristiana un museo di ricordi”.
La Kaarli Lutheran Church costruita tra il 1862 ed il 1870, su progetto dell’architetto Otto Pius Hippius, è la più grande chiesa del XIX sec. a Tallinn. Il luogo di culto è situato sulla collina Tõnismägi, là dove, all’inizio del XIV sec., sorgeva una cappella. Poi, durante il periodo del dominio svedese, nel 1670 il re svedese Carlo XI commissionò la costruzione di una chiesa nel medesimo luogo, destinata ad accogliere i fedeli estoni e finlandesi. Per questo, la chiesa fu intitolata al sovrano.
L’Arcivescovo luterano Urmas Viilma saluta infine Papa Francesco rimandando alla situazione dei giovani in Estonia: "L'Estonia non è un paese in cui i giovani riempiano giornalmente le chiese come qui, oggi avviene su invito del Santo Padre. Questo non vuol dire che i giovani in Estonia non siano alla ricerca di Dio o che non abbiano sete del Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo che dà la vita. Semplicemente, il primo contatto di molti giovani dell'Estonia con questioni di fede giunge spesso in un momento della loro vita, quando, raggiunta l'età adulta, si trovano di fronte a questioni esistenziali che la vita stessa genera in loro. Giovani: studiate e andate alla ricerca della Verità che persiste attraverso i tempi! Difendete il vostro diritto di conoscere la fede cristiana, senza deviazioni e parzialità, sin dai banchi di scuola, e non solo nelle scuole private, i cui rappresentanti e diversi alunni partecipano a questa giornata di incontro dei giovani con il Papa".
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