Città del Vaticano , 14 September, 2018 / 3:00 PM
Aggiornamento ora 18.00
Dovete “realizzare con gesti concreti e quotidiani la “minorità” che caratterizza i seguaci di Francesco”. Il Papa lo ha detto questa mattina ai partecipanti all’85° Capitolo Generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, in corso a Roma, presso il Collegio Internazionale “San Lorenzo da Brindisi”, fin al 16 settembre.
La “minorità” , dice il Papa “è dono prezioso e di grande necessità per la Chiesa e per l’umanità del nostro tempo. Così agisce il Signore: fa le cose semplicemente. L’umiltà e la semplicità sono lo stile di Dio; ed è questo stile che tutti noi cristiani siamo chiamati ad assumere nella nostra vita e nella nostra missione. La vera grandezza è farsi piccoli e servitori”.
Ed è “con questa minorità nel cuore e nello stile di vita- ha proseguito il Papa- voi date il vostro apporto al grande impegno della Chiesa per l’evangelizzazione”.
Un apostolato di incontro con popoli e culture con tanti poveri e sofferenti.Un impegno che chiede coraggio soprattutto dice il Papa nel nostro tempo che “manifesta i segni di un evidente disagio spirituale e morale, dovuto allo smarrimento dei riferimenti sicuri e consolanti della fede. Quale grande bisogno hanno oggi le persone di essere accolte, ascoltate, illuminate con amore! E quale grande tradizione avete voi Cappuccini nella prossimità spicciola alla gente, nella partecipazione ai problemi concreti, nel colloquio spirituale e nell’amministrazione del Sacramento della Riconciliazione! Non mancate di essere maestri di preghiera, di coltivare la spiritualità robusta, che comunica a tutti il richiamo delle “cose di lassù””.
Il Papa chiede poi che le comunità e le strutture esprimano “sobrietà e parsimonia, segno visibile di quel primato di Dio e del suo Spirito di cui le persone consacrate si impegnano a dare limpida testimonianza. In questa prospettiva, anche la trasparente e professionale gestione delle risorse economiche è immagine di una vera famiglia che cammina nella corresponsabilità e solidarietà tra i suoi membri e con i poveri.
Un altro importante aspetto della vita delle vostre comunità è l’unità e la comunione, che si realizzano dedicando ampio spazio all’ascolto e al dialogo per rinforzare il discernimento fraterno”.
Infine il Papa ha ricordato i tanti santi dell’Ordine e ricordato la identità dei Cappuccini per camminare animati da zelo rinnovato e “con libertà profetica e saggio discernimento, su strade apostoliche coraggiose e frontiere missionarie, coltivando sempre la collaborazione con i Vescovi e le altre componenti della Comunità ecclesiale”.
Senza dimenticare la fraternità “come elemento qualificante della vostra vita consacrata” che allontana “ogni atteggiamento elitario, stimolando a cercare sempre l’incontro tra di voi e con tutti, specialmente coi tanti assetati dell’amore misericordioso che solo Cristo ci può offrire”.
Il saluto iniziale è stato rivolto al Papa dal buovo ministro generale fra’ Roberto Genuin, della Provincia Veneta di “Santa Croce”.
Aggiornamento ora 18.00
Il Papa ha consegnato il testo e poi ha parlato a braccio. Ecco alcuni passaggi.
"I Cappuccini sono “i frati del popolo”: è una caratteristica vostra. La vicinanza alla gente (... )Penso a fra’ Cristoforo [dei Promessi sposi], al “vostro” fra’ Cristoforo. Vicinanza: questa parola vorrei che rimanesse in voi, come un programma. Vicinanza al popolo".
Il Papa ha poi ricordato la vista in Irlanda: " E una bella parola che ha detto il superiore di quella Casa, l’anziano fondatore, è stata: “Noi, qui, non domandiamo da dove vieni, chi sei: sei figlio di Dio”. Questa è una delle caratteristiche. Capire bene, a “fiuto”, le persone, senza condizioni. Tu entra, poi vediamo" (...) Quel “qui non si domanda, qui si ascolta”, che ho detto di quel Cappuccino irlandese, voi lo esercitate tanto nel sacramento della Confessione e della Penitenza(...) Conservate l’apostolato delle confessioni, del perdono: è una delle cose più belle che avete, riconciliare la gente. Sia nel sacramento, sia nelle famiglie: riconciliare, riconciliare. E ci vuole pazienza per questo, non parole, poche parole, ma vicinanza e pazienza. E poi, un’altra cosa che ho visto nella vostra vita: la preghiera semplice. Voi siete uomini di preghiera, ma semplice. Una preghiera a tu per tu con il Signore, con la Madonna, con i Santi… Conservate questa semplicità nella preghiera. Pregate tanto, ma con questa semplicità. Uomini di pace, di preghiera semplice, uomini del popolo, uomini della riconciliazione. Così vuole la Chiesa che voi siate: conservate questo. E con quella libertà e semplicità che è propria del vostro carisma. Vi ringrazio per tutto quello che fate per la Chiesa, vi ringrazio tanto. Continuate così, continuate così, “alla cappuccina”…"
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