Città del Vaticano , 16 June, 2018 / 11:19 AM
Orsola Benincasa per tutta la sua vita “ha cercato la piena conformazione a Cristo crocifisso, anche grazie alle esperienze mistiche. Innamorata dell’Eucaristia, ha fatto di questo Sacramento il centro e il nutrimento della sua vita. Radicata in Cristo e attratta dalla luce dell’Immacolata Concezione, vi ha lasciato un carisma che è inseparabilmente cristocentrico e mariano; e, come testamento, di vivere senza altra regola che l’amore”. Lo ha detto il Papa stamane ricevendo in udienza le Suore Teatine dell’Immacolata Concezione, che celebrano i 400 anni dalla morte della loro fondatrice, la Venerabile Orsola Benincasa.
Centro della vostra vita - ha ricordato Francesco - è la preghiera “che, lungi dal separarvi dal mondo e dalle sue necessità, vi porta ad amare il mondo così come lo ama e lo vuole il Signore. In modo particolare, vi porta a dedicarvi all’educazione e formazione delle nuove generazioni, attente alla loro promozione umana e alla loro crescita nella fede; questo senza tralasciare la vostra presenza vicino alle persone sofferenti, in cui riconoscete Gesù crocifisso”.
Questa strada - ha aggiunto il Papa - “vi chiama ad uscire da voi stesse e ad andare alle periferie esistenziali, con libertà di cuore. Voi stesse trovate vita dando vita, trovate speranza dando speranza, trovate la vostra ragione di essere nella Chiesa e nel mondo amando e vivendo sempre secondo la logica del dono, la logica del Vangelo”.
Siate così - ha auspicato - “sale della terra e luce del mondo, lievito nella pasta. Insieme alle persone in condizioni di povertà, ce ne sono tante che hanno perso il senso della vita, cuori inariditi e assetati di pane buono e di acqua viva, che anche senza saperlo aspettano di incontrare Gesù. Non saziano invece le luci che non illuminano, le luci che non danno vita...”.
Sarà lo Spirito Santo - ha concluso Papa Francesco - a guidarvi “a rispondere con creatività al grido dei poveri e di tanti affamati e assetati di Dio. Il mondo ha bisogno anche della vostra testimonianza di vita fraterna in comunità - non è facile la vita fraterna, sempre c'è qualcosa per litigare, sparlare... E' brutto, ma c'è una medicina: mordersi la lingua, si gonfia ma non si sparla. La spiritualità del vivere insieme, così che il cammino comunitario diventi un santo pellegrinaggio”. Vivete “allontanando le critiche, i pettegolezzi, le rivalità, e praticando invece l’accoglienza e l’attenzione reciproca, la condivisione dei beni materiali, il rispetto per le persone più fragili, abbiate cura degli anziani che sono la memoria della famiglia religiosa, non dimenticateli”.
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