Bergamo, 06 June, 2018 / 2:00 PM
A Sotto il Monte proseguono le celebrazioni per la peregrinatio dell’urna di San Giovanni XXIII, morto esattamente 50 anni fa. Nei giorni scorsi i Vescovi lombardi hanno reso omaggio al Papa Buono con una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini.
“L’elezione di Giovanni XXIII al pontificato - ha spiegato l’Arcivescovo Delpini - ha rivelato agli uomini il volto sorridente, ha fatto risuonare una incisiva parola di pace e una promettente offerta di speranza, ecco un tratto provvidenziale del suo ministero: la simpatia, la popolarità, quel senso di affetto per le persone che le ha conquistate”.
“La santità popolare di Papa Giovanni - ha aggiunto il successore del Cardinale Scola - si è rivelata una via che ha consentito di percorrere una strada per rinnovare l’Alleanza tra Dio e l’uomo, tra la Chiesa e la gente, tra coloro che hanno responsabilità e tra coloro che cercano punti di riferimento”.
“Giovanni XXIII - ha concluso Monsignor Delpini - non ha contestato gli aspetti esteriori della Chiesa, però ha richiamato alla partecipazione intima dei misteri che si celebrano: la nuova Alleanza ci raccomanda l’interiorità”.
E anche il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia - successore di Angelo Giuseppe Roncalli sulla Cattedra di San Marco - ha partecipato alla peregrinatio.
Nella sua omelia, Monsignor Moraglia ha ricordato l’importanza che Giovanni XXIII prima da Vescovo e poi da Pontefice ha riservato al matrimonio e alla famiglia.
Citando l’Angelus dell’11 gennaio 1959, Moraglia ha usato le parole di Giovanni XXIII: “Anche il Papa che vi parla – è uscito, come voi, come tutti, da una casa: e pensa con intima commozione a ciò che valsero nell’animo suo di fanciullo gli esempi di pietà religiosa e di virtù domestiche trovati nella casa dove è nato. Ogni famiglia, infatti, fondata sull’operosità, sul mutuo rispetto, sul timor di Dio, è la forza e la robustezza dei villaggi, delle città, delle nazioni; è nucleo e fondamento di ogni virtù, difesa contro ogni pericolo di corrompimento, risorsa di sane e sempre nuove energie per il benessere dei singoli e del consorzio civile”.
“Affidiamo - ha detto il Patriarca di Venezia - a San Giovanni XXIII, il Vangelo del matrimonio e della famiglia affinché possa intercedere e ottenere le grazie di cui tutte le nostre famiglie hanno bisogno - specialmente quelle più segnate da fragilità e prove - e doni a ciascuno di poter testimoniare la gioia e la bellezza dell’amore fecondo fra l’uomo e la donna”.
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