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Dal Papa il Primo Ministro di Polonia, in un anno importante per la nazione

Papa Francesco incontra la famiglia del premier polacco Morawiecki, Biblioteca Palazzo Apostolico Vaticano, 4 giugno 2018
Il premier Morawiecki in preghiera davanti alla tomba di San Giovanni Paolo II, Basilica Vaticana, 4 giugno 2018
Papa Francesco incontra la famiglia del premier Morawiecki dopo l'udienza privata, Palazzo Apostolico Vaticano, 4 giugno 2018

I fiori sulla tomba di San Giovanni Paolo II nella Basilica Vaticana, il colloquio con Papa Francesco e poi in Segreteria di Stato, la maglietta della Polonia per celebrare i 100 anni di indipendenza: Mateusz Morawiecki, Primo Ministro della Polonia, è per la prima volta in visita da Papa Francesco, da quando ha preso l’incarico a dicembre 2017.

Tutto l’incontro è caratterizzato dal centenario dell’indipendenza alla Polonia, e infatti il regalo che Morawiecki porta al Papa è la maglia della Polonia per i mondiali di calcio 2018 con, sulla schiena, il numero 100 e la scritta “Franciszcek”. In più, il premier – accompagnato dalla moglie e dai suoi 4 figli – ha donato al Pontefice una icona e una foto del Cardinale Stefan Wiszinsky, eroe della libertà polacca, di cui si attende la possibile beatificazione.

Da parte sua, il Papa ha regalato una scultura in metallo che rappresenta l’ulivo simbolo della pace e alcuni documenti del Pontificato.

Papa Francesco e Morawiecki hanno parlato in privato per 40 minuti, con l’aiuto di un interprete. Poi, il premier è sceso in Segreteria di Stato, dove sono stati affrontati i “temi caldi”.

In un comunicato stampa diffuso al termine dell'udienza, la Sala Stampa della Santa Sede sottolinea che "nel corso dei cordiali colloqui, sono stati sottolineati i buoni rapporti bilaterali esistenti tra la Santa Sede e la Polonia, nonché la proficua collaborazione tra la Chiesa e lo Stato nei rispettivi ambiti di azione".

"Sono stati quindi trattati - prosegue il comunicato - alcuni temi di comune interesse, come le politiche familiari e la salvaguardia del creato, in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Katowice nel dicembre 2018, nonché alcune questioni di carattere etico. Infine, ci si è soffermati sulla situazione europea ed internazionale, con particolare riferimento all’accoglienza dei profughi e all’impegno del Governo polacco in favore dei rifugiati dall’Ucraina e nel Medio Oriente".

In un briefing dopo l’incontro, il premier Morawiecki ha detto che nell’incontro con il Papa si è parlato anche della figura di suo padre, senatore e tra i fondatori di Solidarnosc, tra l’altro incarcerato dai servizi segreti polacchi.

Tra i temi che sono stati discussi con il Pontefice, ha detto il premier, il ruolo della Polonia nel conflitto dimenticato ucraino – tra l’altro, la Polonia ospita molti rifugiati dall’Ucraina -, della crisi dell’immigrazione e delle politiche della famiglia del governo polacco, che ha destinato alle famiglie 500 szloty (moneta locale) per ogni mese, e ha parlato del modo in cui il Paese è uscito dal comunismo, nonché del percorso fatto anche nella lotta alla corruzione e all’evasione fiscale.

Sempre secondo Morawiecki, il Papa ha fatto una domanda sulle politiche migratorie della Polonia e del perché non accetta immigrati africani. Sempre secondo il premier, Papa Francesco avrebbe detto di capire la politica della Polonia di aiutare i possibili migranti a casa loro.

“Sono estremamente lieto – ha detto il Premier Morawiecki – che Papa Francesco percepisca la Polonia come un pilastro della costruzione dei valori dell’Europa del XXI secolo. Guardo anche l’Europa come un continente di grande speranza, che ha bisogno di una sorta di rinascita”.

Il Premier ha poi sottolineato: “Papa Francesco vuole un'Europa unita, ma nella differenze. Papa Francesco ha dato una metafora così bella: questa unità europea non può essere come una sfera, ma come un poliedro. La nostra visione dell'Europa dei paesi d'origine è perfettamente in linea con la visione di Papa Francesco”.

I rapporti tra Santa Sede e Polonia sono buoni e intensi. Dal 1989, sono ripresi i rapporti diplomatici tra Santa Sede e Polonia, dopo che è stata cambiata la Costituzione e anche la denominazione del Paese, chiamato prima Repubblica Popolare di Polonia e legata all’Unione Sovietica, e dopo Repubblica di Polonia. A partire dal 1990, tutti i presidenti e tutti i primi ministri sono stati in visita frequentemente in Vaticano.

Anche i Papi hanno spesso visitato la Polonia. Non ci poté andare Paolo VI, che voleva festeggiarvi il millennio del Battesimo, ma San Giovanni Paolo II tornò a casa nel 1979, 1983, 1987, 1991, 1997, 1999 e 2002, Benedetto XVI vi andò nel 2006 e Papa Francesco vi andò per la Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia nel 2016.

È un anno particolare per la Polonia: si festeggiano i cento anni della ritrovata indipendenza, dopo che la nazione polacca era stata cancellata dalla cartina geografica, e per questo ieri c’è stata una Messa alla Cattedrale della Divina Provvidenza di Varsavia, mentre i polacchi a Roma hanno festeggiato con una Messa il 3 maggio, mettendo la nazione sotto la protezione di Maria Regina della Polonia.

Ma è anche l’anno in cui si celebra il 1050esimo anniversario della prima sede episcopale polacca, che fa seguito alla festa del 1050esimo del Battesimo della Polonia festeggiato due anni fa. E vicino a Gniezno si tiene il raduno di giovani di Lednica, cui Papa Francesco ha inviato un saluto al termine dell’udienza generale del 30 maggio.

Il tema dell’anno Giubilare del Battesimo della Polonia è “Poznan. Cristo e noi”, e per le celebrazioni del 22-24 giugno Papa Francesco ha inviato al suo posto il Cardinale Dominik Duka, arcivescovo di Praga, di recente prorogato per due anni nel suo incarico dopo aver presentato la rinuncia per aver compiuto 75 anni.

Il Giubileo è iniziato con una lettera pastorale dell’arcivescovo Stanislaw Gadecki, arcivescovo di Poznan e presidente della Conferenza Episcopale Polacca, e le celebrazioni del 22-24 giugno vedranno la partecipazione di vescovi, sacerdoti, religiosi, e rappresentanti di movimenti, comunità e associazioni ecclesiastiche. Anche l’assemblea annuale del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee si terrà a Poznan, per commemorare la prima sede episcopale.

La cattedrale di Poznan è la “Chiesa del Giubileo”, costruita dal principe Mieszno dopo che Papa Giovanni XIII aveva nominato il primo vescovo in terra polacca.

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