Città del Vaticano , 04 March, 2018 / 1:00 PM
Papa Francesco lo sottolinea da sempre: “Anche oggi viviamo in un tempo in cui l’evangelizzazione passa attraverso la testimonianza della vicinanza e della carità. Attraverso la testimonianza del volto misericordioso di Dio. Evangelizzare ci porta anche ad appoggiare la nostra guancia sulla guancia di chi soffre, nel corpo e nello spirito”. E lo ribadisce nella prefazione di un libro dedicato a Padre Stefano Pernet.
Sacerdote francese dichiarato venerabile da San Giovanni Paolo II nel 1983, Padre Stefano Pernet, (1824-1899) fu fondatore delle Piccole Suore della Carità. La sua storia è “fatta di volti, dedizione, gesti di carità, di pura gratuità”, racconta Papa Francesco nel testo da lui scritto che fa da prefazione a “Il Vangelo guancia a guancia” (Piemme), il libro di Paola Bergamini che racconta la vita del sacerdote francese.
Nella prefazione, Papa Francesco condivide alcuni suoi ricordi legati alle Piccole Suore dell’Assunzione, che Padre Pernet fondò nel 1863 insieme a Marie Antoinette Fage, per assicurare futuro ad una opera caritativa per la cura a domicilio degli ammalati poveri che il sacerdote aveva avviato a Parigi.
Sono - scrive il Papa - "religiose che, come angeli silenziosi, entrano nelle case di chi ha bisogno, lavorano con pazienza, accudiscono, aiutano e poi silenziosamente se ne tornano in convento”.
Papa Francesco ricorda della novizia Antonia, che lo tenne in braccio quando era nato da meno di un giorno a casa sua, nel quartiere Flores di Buenos Aires, e con la quale è rimasto in contatto “fino a quando è andata in cielo”.
Il Papa ricorda anche di quando un amico “mangiapreti” del padre si ammalò di una bruttissima infezione, aveva tre figli e anche la moglie doveva lavorare, e così le Piccole Suore decisero di mandare una di loro. E ci andò la superiora, perché l’uomo era un deciso anticlericale. E la suora, nonostante le invettive, “era tranquilla, faceva il suo lavoro, curava le piaghe, portava i bambini a scuola, preparava il pranzo, puliva la casa”.
Quando l’uomo guarì, e ritornò alla sua compagnia di mangiapreti e uno di loro disse “parole brutte contro di loro”, questi “gli ha dato un pugno e poi gli ha detto: ‘Sui preti su Dio di’ pure tutte le cose che vuoi, ma contro la Madonna e contro le suore niente”.
E questo perché era sì “un ateo, un mangiapreti”, ma “aveva conosciuto il volto materno della Chiesa, aveva visto il sorriso della Madonna nel volto di quella superiora, quella suora paziente che lo andava a curare nonostante le imprecazioni”
È così che le Suore “seguono l’ispirazione del loro fondatore, “servendo con “con pazienza, e confidando soltanto nel Signore. In questo modo - sottolinea il Papa - può succedere che “anche i cuori delle persone più lontane vengano toccati,”, perché, come “insegna Maria, l’unica forza capace di conquistare il cuore degli uomini è la tenerezza di Dio”.
Chiosa Papa Francesco: “Ciò che incanta e attrae, che apre e scioglie dalle catene non è la forza degli strumenti o la durezza della legge, ma la debolezza onnipotente dell’amore divino: la forza irresistibile della sua dolcezza e la promessa irreversibile della sua misericordia. Quella dolcezza e quella misericordia che padre Pernet ha testimoniato durante tutta la sua vita e che le sue Piccole suore in tanti Paesi del mondo continuano a riverberare”.
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