lunedì, novembre 25, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Preghiera, elemosina, digiuno, rimedio dolce di Francesco contro la gelida iniquità

E’ una frase del Vangelo di Matteo che quest’anno ispira Papa Francesco alla sua riflessione per la Quaresima: Per il dilagare dell’iniquità l’amore di molti si raffredderà”.

Iniquità e amore uno di fronte all’altro come eterna lotta tra bene e male.

E’ Gesù, scrive il Papa, che ai discepoli spiega che  “di fronte ad eventi dolorosi, alcuni falsi profeti inganneranno molti, tanto da minacciare di spegnere nei cuori la carità che è il centro di tutto il Vangelo. Ascoltiamo questo brano e chiediamoci: quali forme assumono i falsi profeti?”

Lusinghe di pochi istanti di piacere “che viene scambiato per felicità”. Il Papa stila un elenco:  “Quanti uomini e donne vivono come incantati dall’illusione del denaro, che li rende in realtà schiavi del profitto o di interessi meschini! Quanti vivono pensando di bastare a sé stessi e cadono preda della solitudine! Altri falsi profeti sono quei “ciarlatani” che offrono soluzioni semplici e immediate alle sofferenze, rimedi che si rivelano però completamente inefficaci: a quanti giovani è offerto il falso rimedio della droga, di relazioni “usa e getta”, di guadagni facili ma disonesti!

Quanti ancora sono irretiti in una vita completamente virtuale, in cui i rapporti sembrano più semplici e veloci per rivelarsi poi drammaticamente privi di senso! Questi truffatori, che offrono cose senza valore, tolgono invece ciò che è più prezioso come la dignità, la libertà e la capacità di amare. E’ l’inganno della vanità, che ci porta a fare la figura dei pavoni… per cadere poi nel ridicolo; e dal ridicolo non si torna indietro”.

L’inganno del demonio che vuole confondere il cuore dell‘ uomo, e ognuno è chiamato a discernere e non “ fermarsi a livello immediato, superficiale, ma riconoscere ciò che lascia dentro di noi un’impronta buona e più duratura, perché viene da Dio e vale veramente per il nostro bene”.

Attenzione alla carità spenta da un cuore freddo e dell’avidità di denaro, e soprattutto dal rifiuto di Dio che si “tramuta in violenza che si volge contro coloro che sono ritenuti una minaccia alle nostre “certezze”: il bambino non ancora nato, l’anziano malato, l’ospite di passaggio, lo straniero, ma anche il prossimo che non corrisponde alle nostre attese. Anche il creato è testimone silenzioso di questo raffreddamento della carità: la terra è avvelenata da rifiuti gettati per incuria e interesse; i mari, anch’essi inquinati, devono purtroppo ricoprire i resti di tanti naufraghi delle migrazioni forzate; i cieli – che nel disegno di Dio cantano la sua gloria – sono solcati da macchine che fanno piovere strumenti di morte”.

E poi il “freddo” che si vive anche in una comunità con segnali chiari: “l’accidia egoista, il pessimismo sterile, la tentazione di isolarsi e di impegnarsi in continue guerre fratricide, la mentalità mondana che induce ad occuparsi solo di ciò che è apparente, riducendo in tal modo l’ardore missionario”.

Il rimedio però c’è è chiaro “ il dolce rimedio della preghiera, dell’elemosina e del digiuno” in una parola la Quaresima. “Come vorrei- scrive il Papa-  che l’elemosina si tramutasse per tutti in un vero e proprio stile di vita!”  E del resto “ogni elemosina è un’occasione per prendere parte alla Provvidenza di Dio verso i suoi figli”. E poi il digiuno che “ci fa più attenti a Dio e al prossimo”.

La voce del Papa si leva per tutto il mondo: “Se come noi siete afflitti dal dilagare dell’iniquità nel mondo, se vi preoccupa il gelo che paralizza i cuori e le azioni, se vedete venire meno il senso di comune umanità, unitevi a noi per invocare insieme Dio, per digiunare insieme e insieme a noi donare quanto potete per aiutare i fratelli!”.

E Francesco rilancia la maratona di preghiera ““24 ore per il Signore”, che invita a celebrare il Sacramento della Riconciliazione in un contesto di adorazione eucaristica. Nel 2018 essa si svolgerà venerdì 9 e sabato 10 marzo, ispirandosi alle parole del Salmo 130,4: «Presso di te è il perdono». In ogni diocesi, almeno una chiesa rimarrà aperta per 24 ore consecutive, offrendo la possibilità della preghiera di adorazione e della Confessione sacramentale.

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