Roma, 27 December, 2017 / 4:00 PM
Che Papa Francesco sia uomo di gesti è stato evidente per tutti fin dal suo primo saluto dalla loggia centrale della Basilica vaticana.
Il suo chiedere la benedizione del popolo, il silenzio, il non indossare la mozzetta lo hanno reso interessante per i commentatori anche se a ben vedere non c’erano contenuti rivoluzionari, ma solo una gestualità basata sulla cultura della sua Argentina.
I gesti si sono susseguiti, sono diventati un modo di fare magistero. E di questo tratta il libro di Mimmo Muolo, vaticanista di Avvenire, che con sapiente semplicità, ripercorre i gesti di Papa Francesco leggendoli come si fa con una enciclica.
“ L’enciclica dei gesti di Papa Francesco” è il titolo del volume edito dalle Paoline che in 160 pagine racconta cosa c’è in effetti dietro ad alcuni dei gesti più famosi del Papa, ma anche dietro a quelli che in pochi ricordano perché sono poco adatti al mainstream. Come confessare in Piazza San Pietro i ragazzi. E’ proprio questa la foto scelta per la copertina del libro.
A Bergoglio confessore è dedicato un capitolo del libro molto interessante. In un mondo che ha perso il senso del peccato, in una realtà mediatica che del Papa rilancia solo le frasi che sembrano contraddire la dottrina, Muolo rimette al centro il magistero del Papa sulla necessità e la bellezza della confessione sacramentale.
Ovviamente nel libro sono raccontati anche i gesti più mediatici. Dall’uscire per andare a comprare gli occhiali ai gesti verso i poveri.
Ripercorrendo i gesti, e anche la gestualità Muolo racconta ed analizza il pontificato di Francesco senza lasciarsi prendere la mano. Anzi, in un capitolo “ I peccati dell’informazione” riporta proprio il pensiero del Papa circa il “circo mediatico” , con i peccati della disinformazione, della calunnia e della diffamazione. Disinformazione. Un pericolo costante per chi pensa più a fare numeri che a dare servizi, un pericolo che il Papa ha messo in evidenza varie volte. Come isolare la frase da un contesto e raccontare qualcosa che non esiste. Vi ricordate : chi sono io per giudicare? Frase abusata in molti contesti.
Un rischio che Papa Francesco però preferisce correre piuttosto che non essere se stesso.
Interessante l’epilogo del libro di Muolo, da leggere con gli occhi aperti alla realtà che si vive oggi dentro e fuori la Chiesa e da ricordare quando si vedono certi titoli di giornalini e giornaloni.
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