Città del Vaticano , 20 November, 2017 / 6:00 PM
Quale è il ruolo dei diaconi permanenti nella Chiesa secondo Papa Francesco? Sono chiamati ad evangelizzare, ad esprimere la diaconia, cioè il servizio, di Cristo alla Chiesa, e in particolare il servizio ai poveri. È lo stesso Papa Francesco a delinearlo nella prefazione ad un volume, “Il diaconato nel pensiero di Papa Francesco”, edito dalla Libreria Editrice Vaticana e curato da Enzo Petrolino, presidente della Comunità del Diaconato in Italia.
Petrolino ha curato un Enchiridion sul diaconato, ed è molto impegnato nel far conoscere questo ministero della Chiesa che ormai sembra essere sconosciuto. In Italia, ci sono 4450 diaconi permanenti, ma l’età media è di circa 60 anni. Sembra che ormai il diaconato non sia più “appetibile”, dopo i grandi fasti del post Concilio Vaticano II, durante il quale la figura del diacono permanente fu particolarmente rilanciata.
Non a caso, Papa Francesco nella prefazione al volume parla di una figura, quella del diacono permanente, nata “dall’approfondita recezione dei documenti del Concilio Vaticano II” e ricorda che “sono sorti numerosi documenti pontifici” (di Paolo VI, San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI) che ne hanno sviluppato l’importanza, tanto che i diaconi permanenti hanno acquisito maggiore consapevolezza del proprio ruolo di “servizio a Cristo e agli uomini”.
Per Papa Francesco, “la Chiesa trova nel Diaconato permanente l’espressione ed in pari tempo l’impulso vitale per farsi essa stessa segno visibile della diaconia di Cristo Servo nella storia degli uomini”, e “la sensibilità alla formazione di una ‘coscienza diaconale’ può proprio considerarsi il motivo di fondo che deve permeare le comunità cristiane”.
Ricordando una omelia del 1979 di San Giovanni Paolo II, Papa Francesco afferma che “il servizio del ministero diaconale trova nell’evangelizzare la sua identità”, e sottolinea che i diaconi sostengono “il ministero apostolico ed hanno parte alla proclamazione”, e per questo sacerdoti, laici e diaconi sono chiamati a riunirsi “periodicamente”.
Il Papa chiede ai fedeli di pregare per suscitare vocazioni diaconali, e ricorda poi che “tutta la diaconia della Chiesa – di cui quella ministeriale è segno e strumento – ha il suo cuore pulsante nel Mistero Eucaristico e si realizza primariamente nel servizio dei poveri che recano in sé il volto di Cristo sofferente”.
Papa Francesco ricorda dunque la figura del diacono Lorenzo, il quale “quando l’imperatore gli chiede di portare le ricchezze della diocesi, per pagare qualcosa e non essere ucciso, torna con i poveri”, perché “i poveri sono le ricchezze della Chiesa”.
Chiosa Papa Francesco: “Se tu hai una banca tua, sei il padrone di una banca ma il tuo cuore è povero, non è attaccato ai soldi, questo è al servizio, sempre. La povertà è questo distacco, per servire ai bisognosi, per servire agli altri”.
Papa Francesco sottolinea: “Lungo le tappe del cammino diaconale, di questi anni il magistero pontificio ha lasciato un’impronta al tempo stesso chiarificatrice e rimotivante nel segno dell’obbedienza fedele e della letizia che devono accompagnare la missione del diacono nella Chiesa e nel mondo di oggi, amplificando gli orientamenti indicati dal Concilio allargandone il respiro e gli orizzonti d’azione”.
Conclude il Papa: “Il ministero diaconale deve essere visto, dunque, come parte integrante del lavoro fatto dal Concilio per preparare l’intera Chiesa ad un rinnovato apostolato nel mondo di oggi. I diaconi possono a ragione essere definiti i pionieri della nuova civiltà dell’amore, come amava dire Giovanni Paolo II"
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