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Proteggere i bambini nell'era digitale: l'impegno della Chiesa

La presentazione del convegno "Dignità dei Bambini nell'Era Digitale", Università Gregoriana, 2 ottobre 2017

Una dichiarazione finale da presentare a Papa Francesco nell’udienza del prossimo venerdì, per stabilire il punto di vista della Chiesa sul tema degli abusi sui minori nel mondo digitale e mettere un punto fermo all’impegno per sradicare pedofilia ed efebofilia dalla Chiesa: si concluderà così il convegno “Dignità dei Bambini nel mondo digitale”.

Organizzato dal Centro per la Protezione dei Minori della Pontificia Università Gregoriana, il convegno ha in scaletta tre cardinali, tra cui il segretario di Stato, il Cardinale Parolin, esperti da tutto il mondo, e un contributo speciale da parte del governo del Regno Unito, e in particolare da parte della Baronessa Johanna Shields, che ha fondato la rete “WeProtect”, un network online di cooperazione per fermare il crimine degli abusi online.

Il convegno si presenta con un taglio internazionale e particolarmente con uno sguardo al mondo anglosassone, come testimoniano i nomi dei partecipanti, e rappresenta un passo avanti del Centro per la Protezione dei Minori dell’università dei gesuiti, i cui lavori, dal convegno “Verso la Guarigione e il Rinnovamento” del 2012, si sono sviluppati prendendo consapevolezza delle sfide di oggi, come quella appunto della protezione digitale. Il loro lavoro è idealmente ispirazione della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori, di cui padre Hans Zollner, direttore del Centro, è parte.

Ed è proprio padre Zollner a dare qualche cifra del problema. Sottolinea come ci saranno 250 milioni di ragazzi sotto i 18 anni con accesso internet nella sola India nei prossimi due anni, e che i loro genitori non sono nemmeno in grado di capire il problema. Mette in luce che solo nella Unione Europea c’è il 20 per cento di bambini che subiscono abusi (un bambino su cinque), e nessuno è in grado di prendersene cura.

“La tecnologia – ha detto la Baronessa Shields – ci sta dando opportunità che mai avremmo immaginato, e per questo non dobbiamo pensare solo ai benefici di Internet. Dobbiamo pensare ai benefici che ne vengono fuori”.

Ernie Allen, altra mente dietro la conferenza, ha spiegato che nel cosiddetto “dark web”, ce ne sono circa il 2 per cento dedicati appunto agli abusi coi minori, che però rappresentano l’80 per cento del traffico sul cosiddetto “dark web”.

Un dark web già scandagliato a fondo da associazioni come la Meter Onlus di Don Fortunato di noto, con dati che dimostrano come il tema degli abusi online sia un tema caldo e sempre più attuale.

Ernie Allen ha quindi spiegato che lo US Defense Department ha creato “tecnologie che permettono di entrare anonimamente nel web, e queste erano state fatte soprattutto per proteggere i giornalisti e gli intellettuali da rappresaglie se si trovano in un regime violento, o anche per proteggere i servizi di intelligence”, ma che queste tecnologie, nate con le migliori intenzioni, ora vengono usate anche per scopi criminali, come quelli della pedofilia.

“L’approccio è uno solo – ha detto padre Zollner – è un crimine, va punito”.

Si tratta, ora, di sviluppare un “think tank” su basi scientifiche, ed è questo l’obiettivo della Conferenza, che svilupperà poi una dichiarazione finale da presentare al Papa nell’udienza che avrà il prossimo venerdì. Da quella dichiarazione, dovrebbero partire le linee guida che porteranno ad una nuova consapevolezza del centro sul tema degli abusi nel mondo digitale.

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