Città del Vaticano , 13 September, 2017 / 4:58 PM
Subito dopo l’udienza generale, Papa Francesco ha incontrato il salesiano don Thomas Uzhunnalil.
Come riporta L' Osservatore Romano il Papa ha ricevuto Padre Tom a Santa Marta. Il salesiano ha ringraziato il Pontefice confidandogli di aver "pregato ogni giorno per lui, offrendo le sue sofferenze proprio per la sua missione e per il bene della Chiesa", e ha anche confidato "di non aver potuto celebrare l’Eucaristia", ma "ogni giorno ripetevo dentro di me, nel mio cuore, tutte le parole della celebrazione".
Padre ha pregato per le quattro suore e le dodici persone assassinate al momento del suo rapimento e ringraziato il governo dell’Oman che si è impegnato per ottenere la sua liberazione. Con il salesiano c’era il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay. Ora il religioso resterà a Roma per alcuni accertamenti medici, accolto dalla comunità salesiana guidata dal rettor maggiore. Le sue condizioni di salute "sono buone", precisa il cardinale Gracias, assicurando che "nel periodo di prigionia non ha avuto particolari problemi ed è stato trattato bene".
In una lettera a tutta la comunità il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, scrive :
Questa è la grande notizia: il nostro confratello Thomas è stato liberato e adesso è qui con noi. E’ giunto ieri sera alle ore 18.00 alla Comunità Salesiana, che presta diversi servizi nello Stato della Città del Vaticano. Partito dall’aeroporto di Muscat in Oman è atterrato all’aeroporto di Ciampino (Roma), e da lì è stato portato alla nostra Casa.
Ho chiesto ai nostri confratelli che lo accolgano per alcuni giorni nella comunità; questo per diversi motivi: perché si possano assicurare i primi controlli medici e un necessario riposo, e per poter abbracciarlo a nome di tutti i confratelli salesiani e di tutta la Famiglia Salesiana. Successivamente, quando i medici lo consiglino e la cosa sia opportuna, potrà certamente ritornare in India.
Molte sono le cose che noi stessi non sappiamo. E’ certo che la liberazione e la consegna sono avvenute attraverso un operatore umanitario, in comunicazione e connessione con il Sultanato di Oman.
Come Congregazione noi siamo stati informati alcuni mesi fa sui contatti che si stavano stabilendo con i rapitori, fino a giungere al momento presente, ma senza mai avere altre informazioni. Di fatto, abbiamo avuto notizia della sua liberazione solo ieri quando P. Thomas stava già per arrivare in Italia.
Mi sento in dovere di dire a tutti voi e alle molte persone che hanno interesse di saperlo, che alla Congregazione Salesiana non è stato chiesto il pagamento di nessun riscatto, e non abbiamo notizia che sia stato effettuato nessun pagamento.
Come è naturale e perché siamo certi che così è stato, desideriamo esprimere la nostra profonda gratitudine a sua Maestà il Sultano di Oman e alle competenti autorità del Sultanato, all’operatore umanitario e a tutti coloro che in diversi modi si sono occupati di questo caso, in diverse occasioni con generoso impegno.
Voglio dare testimonianza del grande affetto e della costante preoccupazione con la quale l’Ispettoria Salesiana di Bangalore ha seguito la situazione del nostro confratello Tom e anche di come lo ha fatto l’intera Congregazione, durante questi lunghi mesi del suo rapimento.
A tutte queste persone, ai diversi organismi dei vari Stati e al loro personale, manifesto con le mie parole la gratitudine dello stesso P. Thomas e di tutti noi, pienamente consapevoli di quanto è stato fatto per la liberazione di questo nostro Confratello.
Miei cari fratelli salesiani sdb e cara Famiglia Salesiana, dopo quello che vi ho finora espresso, che spiega le circostanze umane di questo felice avvenimento, voglio manifestare la profonda gratitudine, che sento nel mio cuore e che è certamente anche di tutti voi, al Signore che durante tutti questi mesi ha accompagnato P. Thomas nel profondo della sua solitudine e forse anche del suo timore. Grazie a Dio, nella sua Provvidenza, per questo momento di gioia che stiamo vivendo.
Grazie anche a quelle migliaia e migliaia di persone che lungo questi diciotto mesi di Getsemani del nostro fratello Tom hanno pregato con tanta fede. Il Signore ci ha concesso una grande Grazia. E’ questo un motivo perché continuiamo a rispondere nel futuro con maggior fedeltà e autenticità alla sua chiamata e al carisma, che ci ha affidato e al quale P. Tom ha consegnato la sua vita: l’annuncio di Gesù e del suo Vangelo, la predilezione per i ragazzi, le ragazze e i giovani di tutto il mondo, e tra di loro i più poveri e abbandonati.
Fratelli e sorelle tutti, continuiamo a rendere grazie al Signore per il dono di avere P. Tom tra di noi. Chiediamo alla nostra Madre Ausiliatrice che lo accompagni e lo sostenga, e che ella continui a fare tutto nella vita di ciascuno di noi, come lo ha sempre fatto con Don Bosco.
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