Città del Vaticano , 04 September, 2017 / 2:00 PM
E’ un botta e risposta l’incontro tra Papa Francesco e la Comunità Cattolica Shalom oggi in Aula Paolo VI. Diversi e molteplici sono i temi affrontati : la misericordia in un mondo di indifferenza, il ruolo dei giovani nella vita e nella missione della Chiesa, il narcisismo, la droga che affligge i ragazzi di tutto il mondo.
La Comunità, nata in Brasile su incoraggiamento dell’Arcivescovo di Fortaleza in una pizzeria, svolge diverse iniziative di evangelizzazione tra i giovani, le famiglie, i bambini, i poveri, nei mass media e nel mondo dell'arte, del lavoro, della scienza e della cultura. Costituisce e anima gruppi di preghiera e centri di evangelizzazione, di formazione, di spiritualità, di educazione, di arte, di comunicazione e di promozione umana tramite opere di misericordia verso i sofferenti.
Francesco risponde alla prima domanda sul senso della vita dedicato alla preghiera e alla comunità in spagnolo: “Hai trovato nella preghiera il significato della tua vita. Nella vita fraterna, nella comunità e nell'evangelizzazione: cioè, pregando, condividendo e evangelizzando, hai capito che la tua vita così aveva un significato. Nota – dice ancora il Papa rivolgendosi al giovane ragazzo - che i tre tratti che hai usato per spiegare questo sono verbi di movimento. Sei uscito in preghiera per incontrare Dio, sei venuto fuori da te nella fraternità per incontrare i fratelli e sei uscito per evangelizzare, per dare la buona notizia”.
E qual è la buona notizia? Chiede ancora Francesco. Senza dubbio la misericordia: “La buona notizia è la misericordia in un mondo caratterizzato da disperazione e indifferenza – precisa il Pontefice argentina - è curioso, la misericordia è assoluta ... Non puoi parlare solo di misericordia, devi testimoniare, condividere, insegnare. Per parlare di misericordia bisogna “mettere la carne sulla griglia”.
Poi Francesco risponde alla domanda di Justin: Qual è il ruolo dei giovani nella vita e nella missione della Chiesa? Il Papa commenta: “Una delle caratteristiche della gioventù è la gioia. La gioia è contraria alla tristezza.. Un giovane triste è colui che vive solo per se stesso”. Francesco si riferisce al narcisismo. “La tristezza – continua il Papa – è quella di contemplare se stessi e ignorare gli altri. Il narcisismo ti provoca tristezza, perché ti preoccupi di comporre ogni giorno la tua anima, apparendo meglio di te, guardandoti solo per vedere se hai una bellezza migliore degli altri. È la malattia dello specchio. Giovani: rompete lo specchio, non guardate allo specchio, perché lo specchio inganna! Guardate fuori, guardate gli altri”
L’ultimo è Mattheus, un ragazzo portoghese entrato tempo fa nel tunnel della droga. Ma che grazie alla comunità è riuscito ad uscirne. Francesco precisa: “La droga ci porta a negare tutto quello che abbiamo della radice, della radice carnale, della radice storica. CI sradica da tutto: i progetti, il presente, il tuo passato, la tua storia, il tuo paese, la tua famiglia, il tuo amore, tutto…” Il Papa invita Mattheus ad essere consapevole di tutto questo: di riprendere le radici del suo cuore.
Infine, il Pontefice conclude sollecitando tutta la comunità a riprendere il dialogo con i più anziani: “Passate la torcia, dal più antico al più giovane. Passate l'eredità, passate il carisma. E una delle sfide che oggi questo mondo chiede a noi è il dialogo tra i giovani e gli anziani. I giovani devono ascoltare gli anziani e gli anziani devono ascoltare i giovani. La saggezza deriva dagli anziani, una saggezza che raggiunge il cuore e li spinge a progredire. Gli anziani non dobbiamo tenerli nell'armadio, non dobbiamo nasconderli!”.
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