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Un servizio di EWTN News

Palmira, una città, una storia, una speranza

Oggi il nome di Palmira è noto in tutto il mondo a causa delle devastazioni compiute dai miliziani dell’Isis e per il brutale omicidio dello storico custode del sito, l’archeologo siriano Khaled al-As’ad. I media hanno raccontato Palmira per la sua bellezza sfregiata, elevandola a luogo-simbolo dei danni inflitti al patrimonio culturale da guerre e conflitti.

“Ma Palmira non merita di essere ricordata solo per lo scempio che ha subito. Ha storie straordinarie da raccontare. Ed è importante ascoltarle, conservare e proteggere le splendide memorie del passato”, spiega la professoressa Maria Teresa Grassi docente presso l’Università degli Studi di Milano, archeologa e responsabile per l’Italia del sito di Palmira, autrice del volume “Palmira. Storie straordinarie dell’antica metropoli d’Oriente” Edizioni Terra Santa. 

Per secoli, la città di Palmira è stata luogo d’incontro tra Oriente e Occidente. La sua storia inizia duemila anni prima della nascita di Cristo, ma è solo dal III secolo a.C. che inizia a sorgere un vero e proprio centro abitato. Il momento di massimo sviluppo della città si registra tra il I e il III secolo d.C. in piena età imperiale romana quando il centro abitato diventa una vera e propria metropoli. Splendidi palazzi e monumenti celebrano la ricchezza e la prosperità dei signori di Palmira che hanno preso il controllo di buona parte del commercio tra Oriente e Occidente. Tra Cina, India, Arabia e Roma.

 Nel Settecento, la città entra nell'immaginario collettivo occidentale come meta esotica e affascinante, pericolosa e intrigante. I racconti di viaggio e le stampe che raffigurano le sue maestose rovine (tra cui quelle dell’italiano Borra) esercitano un grande fascino in Europa, attirando viaggiatori ed esploratori per tutto il XVII e XIX secolo.

 La storia di questa città affascinante e misteriosa viene raccontata con passione da Maria Teresa Grassi nel volume “Palmira. Storie straordinarie dell’antica metropoli d’Oriente”. Un racconto appassionante che permette ai lettori di immergersi tra colonne e antichi monumenti. Alla scoperta delle storie dei mercanti  che fecero la fortuna della città e della vicenda di Zenobia, vera “regina del deserto”, che accarezzò  il sogno di creare un Impero d’Oriente rivaleggiando con Roma. Nel corso del Novecento hanno inizio gli studi e le ricerche nel sito, gli scavi e i lavori di restauro che hanno consegnato all'umanità un patrimonio inestimabile che dal 1980 è sotto la tutela dell’Unesco.

Le distruzioni perpetrate dai miliziani dell’Isis (sono stati demoliti i templi di Bal e di Balshamin, l’Arco monumentale sulla grande via colonnata e alcune tombe, mentre sono stati danneggiato il Tetrapilo e il teatro) hanno fatto conoscere a tutto il mondo la città di Palmira. Oggi studiosi e archeologi devono affrontare le nuove sfide legate al restauro e alla possibile ricostruzione dei monumenti distrutti.

L’autrice Maria Teresa Grassi insegna Archeologia delle Province romane presso l’Università degli Studi di Milano e ha diretto la missione archeologica congiunta italo-siriana di Palmira dal 2007 al 2010. Ha collaborato strettamente con Waleed al As’ad, figlio di Khaled al-As’ad, uno dei massimi esperti di Palmira fino al barbaro omicidio avvenuto nel 2015.

 

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