Città del Vaticano , 09 May, 2017 / 6:00 PM
“Ho incontrato almeno tre o quattro volte Suor Lucia e ogni volta le facevo qualche domanda semplice. Ad esempio: quando la Madonna vi chiedeva di pregare per la conversione della Russia cosa avete pensato? E lei: pensavamo che fosse una donna di malaffare e pregavamo per lei. Non sapevamo che esisteva una nazione con quel nome”.
Ricordi di monsignor Liberio Andreatta, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi. Monsignor Andreatta ha incontrato i giornalisti per presentare la “Giornata del Pellegrino” che il prossimo 13 maggio idealmente concluderà il viaggio del Papa a Fatima.
Il tema “Il mio Cuore Immacolato sarà tuo rifugio e il cammino che ti condurrà a Dio” è una sottolineatura del messaggio di Fatima a cento anni dalla prima apparizione. Si inzia alle 14, quando il Papa sarà sulla via del ritorno a Roma, nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme; poi inizia la processione con la statua della Madonna di Fatima per San Giovanni in Laterano, con l’arrivo previsto alle 15.00. Segue la messa presieduta dal cardinale Vicario, Agostino Vallini, e si prosegue con il Rosario guidato dei giovani della diocesi a Santa Maria Maggiore, in collegamento con i Santuari Mariani di Nostra Signora di Lujan, Czestochowa, Fatima e Nazareth. La celebrazione è promossa dall’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato e si va ad inserire nelle differenti iniziative promosse in occasione della ricorrenza del Centesimo anniversario delle apparizioni della Madonna a Fatima ai tre pastorelli, Francisco, Lucia e Giacinta e negli eventi della XIII Giornata Nazionale del Pellegrino dell’Opera Romana Pellegrinaggi.
E alla fine della celebrazione tutti in pellegrinaggio notturno al Santuario del Divino Amore accompagnati della Madonna Pellegrina che sarà portata in processione nella notte, fino al Santuario dove all’arrivo, previsto verso le cinque di mattina, sarà celebrata la Santa messa presieduta dal vescovo Leuzzi.
E nel cuore di ogni pellegrino ci saranno le semplici parole di Lucia: “ Quando dovevamo pregare il Rosario il piccolo Francesco non riusciva a seguire e allora ci mettevamo d’accordo. Io dicevo “ave Maria” Giacinta “Santa Maria” e Francesco “amen”, e così si andava avanti”.
Monsignor Andreatta ricorda: “Degli incontri con Suor Lucia, la cosa più affascinante era che nonostante l’età aveva un animo da bambina di un candore e di una semplicità incredibile. E raccontava le cose come le aveva vissute da bambina. La paura che hanno avuto della visione dell’inferno - erano terrorizzati - e quando il sindaco li ha minacciati di buttarli nell’olio bollente... Ma loro da queste apparizioni sentivano una forza e un coraggio per cui avrebbero affrontato chiunque e qualsiasi cosa. Avevano dentro una carica esplosiva. Ma non ha mai voluto palare con me dei segreti”.
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