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Papa Francesco: “La fraternità non si riduca ad assistenza sociale”

Il videomessaggio di Papa Francesco proiettato alla TED Conference, Vancouver, 25 aprile 2017

L’educazione alla fraternità come antidoto alla cultura dello scarto: lo chiede Papa Francesco, parlando in un videomessaggio ai partecipanti della TED Conference di Vancouver in Canada.

Ma cosa sono le TED Conferences? Vengono organizzate da TED (che sta per Technology, Entertainment, Design), una società di media che posta online una serie di talks, distribuite gratuitamente con lo slogan “vale la pena diffondere le idee”. Nato come una conferenza nel 1984, ha un happening annuale dal 1990, e il più grande di questi eventi si tiene proprio a Vancouver. Quest’anno, il tema è “The future you”, il futuro te.

Papa Francesco rimarca che “il futuro è fatto di incontri”, che la vita è fatta di relazioni, perché “la vita non è tempo che passa, ma tempo di incontro”. Ricorda, il Papa, che ogni volta che incontra un emarginato o uno “scartato” si chiede “perché loro e non io”, e auspica che la conferenza aiuti a ricordare che “abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri”, e “abbiamo bisogno di risanare i nostri collegamenti”, perché tutto è collegato, come spiegano le scienze, mentre in molti pensano “che non sia possibile un futuro felice”.

Il Papa quindi sottolinea che “sarebbe bello” se “alla crescita delle innovazioni scientifiche e tecnologiche” corrispondesse “anche una sempre maggiore equità ed inclusione sociale”, e allo stesso modo sarebbe bello se “mentre scopriamo nuovi pianeti lontani, riscoprissimo i bisogni del fratello e della sorella che mi orbitano intorno”.

La fraternità, afferma il Papa, non si deve ridurre “solo ad assistenza sociale”, ma deve diventare “atteggiamento di fondo nelle scelte a livello politico, economico, scientifico, nei rapporti tra le persone, tra i popoli e i Paesi”.

“Solo l’educazione alla fraternità – rimarca il Papa – può superare la cultura dello scarto”, cultura che riguarda “prima di tutto le persone che vengono emarginate da sistemi tecno-economici dove al centro, senza accorgerci, spesso non c’è più l’uomo, ma i prodotti dell’uomo”.

Papa Francesco chiede più solidarietà, perché questa “non è un meccanismo automatico”, ma una risposta libera che nasce dal cuore di ciascuno”, e pone la storia del Buon Samaritano come paradigma della storia dell’umanità.

Per i cristiani – afferma il Papa – “il futuro ha un nome, e questo nome è speranza”, ma questo non significa “essere ottimisti ingenui che ignorano il dramma del male dell’umanità”, ma piuttosto è guardare avanti, al futuro. E questa speranza, per Papa Francesco, viene resa concreta dalla “rivoluzione della tenerezza”, un “movimento che parte dal cuore e arriva agli occhi, alle orecchie, e alle mani”, ed è la strada di Gesù e di tutti gli uomini e donne “più coraggiosi e forti”.

La tenerezza, conclude il Papa, è “fortezza”. “Quanto più sei potente, quanto più le tue azioni hanno impatto sulla gente, sei chiamato ad essere umile. Perché altrimenti il potere ti rovina e tu rovinerai gli altri”. E il futuro, per il Papa, è “nelle mani delle persone che riconoscono l’altro come un tu, e se stessi come parte di un noi”.

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