Città del Vaticano , 24 April, 2017 / 6:00 PM
È con un senso di ringraziamento al Signore che il Cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio, ha celebrato oggi le esequie del Cardinale Attilio Nicora, scomparso nella serata dello scorso sabato.
“Grazie a Dio di avercelo dato”, ha detto il Cardinale al termine dell’omelia, pubblicata dall’Osservatore Romano. E l’importanza del servizio del Cardinale Nicora alla Chiesa universale è testimoniata dalla presenza di 25 concelebranti all’altare della Cattedra della Basilica vaticana, dove poi Papa Francesco ha celebrato alla fine della messa il rito dell’ultima commendatio e della valedictio.
C’erano il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, i vescovi Zenti di Verona e Agnesi, ausiliare di Milano, più i prelati ambrosiani che prestano il loro servizio a Roma – Polvani, Mistò, Sangalli, Pace e Ciucci. Il Cardinale era anche legato pontificio per la Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli ad Assisi, e per questo c’erano Gambetti, custode del Sacro Convento, e Gullotta, custode di Santa Maria degli Angeli.
E c’erano, tra quanti hanno assistito al rito, gli arcivescovi Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, e Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, con monsignor Bettencourt, capo del Protocollo, insieme a membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, oltre ovviamente i parenti (il fratello Carlo e tre nipoti).
Forse la morte del Cardinale Nicora segna un definitivo passaggio di un modo di vivere e di intendere il Vaticano. Architetto dell’8 per mille, autorevole esponente dell’importante rapporto bilaterale tra Santa Sede e Italia, il Cardinale Nicora ha vissuto il passaggio verso un mondo sempre più multilaterale – sia in termini di finanze che di relazioni diplomatiche – che hanno visto in qualche modo allargarsi i confini della Santa Sede. Così come la sua uscita di scena dagli organismi finanziari vaticani – era presidente dell’AIF, che lasciò nel 2014 per raggiunti limiti d'età, e allo stesso tempo membro del Governatorato, presidente dell’APSA - ha rappresentato il passaggio da un’epoca in cui la collegialità era il criterio principale della politica istituzionale, anche in un settore finanziario che - dopo le riforme da lui avviate - necessitava i necessari “check and balances”.
Giurista fine, si dice avesse previsto anche i tempi nuovi, pensando già in tempi non sospetti ad un assorbimento dei dicasteri della Curia e alla necessità, per il Papa, di dotarsi di un gruppo di consiglieri che oggi è rappresentato dal Consiglio dei Cardinali. E, da ausiliare di Milano, fu l’animatore del Gruppo “Etica e Finanza”, il primo che si occupasse realmente di “finanza bianca”.
Non è un caso che il Cardinale Sodano non lesina negli aggettivi, lo definisce “il caro e indimenticabile confratello”, e ricorda le parole dell’Apocalisse: “Beati coloro che muoiono nel Signore”.
Parole che per il Cardinale sono di consolazione. Ricorda, Sodano che “il nostro caro cardinale Nicora ci ha lasciato improvvisamente all’età di ottant’anni, dopo una vita tutta consacrata al servizio della santa Chiesa, prima come sacerdote a Milano, poi come vescovo a Verona e infine come cardinale qui a Roma, ove dispiegò un lungo e generoso servizio della Sede apostolica. Il suo nome vivrà sempre in benedizione in mezzo a noi!”
Il Cardinale Sodano ricorda la visione di speranza offerta dal tempo pasquale e dalle letture, una speranza che risuona nelle parole del Vangelo, ma anche nell’enciclica Spe Salvi di Benedetto XVI.
Conclude il Cardinale Sodano: “Miei fratelli, con questa confortante visione noi oggi ci stringiamo intorno all’altare, per affidare nelle mani misericordiose del Padre che sta nei cieli il nostro caro confratello Attilio. Qui siamo anche venuti per ringraziare il Signore per avercelo dato”. Sono sentimenti condivisi da tutti.
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