Città del Vaticano , 21 April, 2017 / 4:23 PM
“Sono disposto ad andare ovunque Ella riterrà opportuno inviarmi, anche nelle sedi più lontane e disagiate, nelle “periferie” della Chiesa che continuamente Ella ci ricorda di non trascurare”.
Così scriveva il 7 novembre fa Gianfranco Todisco vescovo di Melfi Rapolla Venosa a Papa Francesco. Oggi il Papa ha accettato le sue dimissioni. La sia intenzione di “tornare in missione, anche da semplice presbitero” l’ha comunicata al Papa, ma anche alla diocesi e ai sacerdoti in una lettera pubblicata oggi.
Racconta Todisco: “un paio di settimane dopo aver spedito la lettera, Papa Francesco mi rispose con un breve biglietto: “Caro fratello, oggi ho letto la tua lettera dello scorso 7 (novembre). Grazie tante. Mi ha fatto bene. Ci penserò, pregherò e cercherò una risposta “concreta”. La risposta non si fece attendere. Il 13 dicembre seguente, lo stesso giorno in cui 14 anni prima era stata comunicata ufficialmente la mia nomina a Vescovo, Papa Francesco mi telefona e mi chiede se ero ancora disposto a partire. La mia risposta fu sì. Vi lascio immaginare l’emozione ma anche la gioia di tornare in missione”.
Chi conosce la situazione della diocesi dice che in effetti in tutti questi anni Todisco non si era ben inserito e non tutto il clero lo amava.
Di lui si era scritto sui giornali per l’idea di “eliminare” i padrini nei battesimi e nelle cresime se non erano davvero degli educatori per la fede.
Insomma il piglio missionario non lo ha mai abbandonato. Anni in Canada e in Colombia nella sua congregazione dei Pii Operai Catechisti Rurali, poi la ordinazione. “Anche se mi sono sforzato di vivere il ministero episcopale con spirito missionario - ha scritto nella sua lettera ai presbiteri della diocesi- dopo l'esperienza di 21 anni prima in Canada e poi in Colombia, il desidero di tornare in missione diventava ogni giorno sempre più impellente.
I continui inviti rivolti ai nostri sacerdoti di spendere alcuni anni del loro ministero, in Svizzera o in America Latina, dove scarseggia il clero, testimoniano la mia particolare attenzione a un problema che è di capitale importanza per la Chiesa: annunciare il Vangelo a tutti, specialmente ai lontani”.
Per fugare ogni dubbio Todisco conclude la sua lettera: “Il vero ed unico motivo della mia richiesta a Papa Francesco è stato sempre lo stesso: dedicare alla missione tutte le mie energie che, nonostante l’età, sono ancora buone e possono ancora fare tanto bene”.
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