Roma, 31 March, 2017 / 10:00 AM
Un romanzo sull’infanzia di Gesù: è “Guidati da una stella”, scritto dal giovane avvocato e giornalista calabrese Fabio Mandato ed edito da Marcianum Press. Aneddoti, racconti e dati di fatto - a partire dai testi dell’Antico e del Nuovo Testamento - sono contenuti nel romanzo. ACI Stampa in questa intervista all’autore ha cercato di scoprire qualcosa di più…
Un romanzo che vuole raccontare l'infanzia del bambino Gesù a partire dal racconto fedele dei Vangeli meditati con i cinque misteri della gioia del Rosario, che poi corrispondono ai cinque capitoli in cui ho diviso il volume. La tecnica del romanzo si combina con l'attenzione più scrupolosa possibile alle parole e al significato dei fatti come raccontati principalmente da San Luca che, come noto, compone lo scritto con più dovizia di particolari sulle vicende dell'infanzia del Signore. Un romanzo che vuole far riflettere, a partire da una certezza: Antico e Nuovo Testamento si illuminano a vicenda. Infatti, soprattutto nei primi capitoli, richiamo diverse espressioni della legge mosaica e dei profeti, che servono a preparare l'avvento del Figlio di Dio.
Nei Vangeli ci sono pochi riferimenti alla vita di Gesù da bambino. Come te la sei immaginata?
Anzitutto nell'ordinarietà dei rapporti, specialmente in quelli familiari, degli incontri e dei dialoghi. Ho provato a immaginare ad esempio il dialogo tra Maria e la madre Anna, tra la stessa Vergine ed Elisabetta, tra Giuseppe e i colleghi di bottega, e poi ancora tra i pastori alla mangiatoia. Infine, ho immaginato i dialoghi del piccolo Gesù sulle ginocchia dei genitori e nelle stesse situazioni raccontate dai Vangeli. Ho cercato tuttavia di non trascurare nessuno degli eventi più importanti del fanciullo, evidenziando come veramente questi crescesse in età, sapienza e grazia.
"Guidati da una stella" è un titolo che indica il cammino. Quale cammino hai compiuto per scrivere queste pagine?
Il titolo, come è significato dalla stessa copertina, richiama il cammino dei Magi, la cui visita a Betlemme racconto con un flashback da parte di Giuseppe. In realtà c'é da precisare che ho scritto queste pagine nel 2014, ma che le stesse hanno origine in un percorso anche personale che parte da lontano, anzitutto dalla devozione al Santo Rosario, che considero un vero dono fattomi da Giovanni Paolo II. Gli scritti sul Nazareno di papa Benedetto XVI, poi, hanno alimentato in me il desiderio, nel mio piccolo, di riflettere sugli eventi della nascita di Gesù.
Siamo nel pieno della Quaresima, e il tuo romanzo ci ricorda il Natale. Come si può legare la lettura del tuo romanzo alla Pasqua?
C'è un momento del racconto in cui il Bambino Gesù, mentre gioca nella sua casa, trova un baule. Era lo scrigno dei Magi che conteneva la mirra. I genitori gli spiegano che hanno voluto conservare proprio quello scrigno a significare che la dimensione della sofferenza e della passione, nel progetto dell'Incarnazione svelato a Maria e Giuseppe, non deve mai essere persa di vista. Maria, nel romanzo, ha voluto conservare quel dono come un modo per ricordare le parole del vecchio Simeone. "A te una spada trafiggerà l'anima". I misteri del Natale e della Pasqua sono intimamente legati tra di loro, il corpo nella mangiatoia di Betlemme, in fasce, è lo stesso che sarà in croce e deposto poi sulle braccia di Maria. In fondo, "Guidati da una stella", è la storia di un amore. Quello grande di un Dio che per noi, soffrendo, ha voluto dare la vita.
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