Città del Vaticano , 22 February, 2017 / 5:00 PM
Sono in 33, e sono i familiari di sei delle nove vittime italiane della strage avvenuta a Dakka, in Bangladesh, nella notte tra l'1 e il 2 luglio 2016. Papa Francesco li ha ricevuti stamattina. E ha lodato le loro iniziative dopo la morte dei famigliari.
Il Papa - riporta l'Osservatore Romano - ha detto loro: "Non siete rimasti nella rabbia, nell’amarezza e nella voglia di vendetta ma avete imboccato, con il dolore dentro, la strada dell’amore per costruire e aiutare la gente del Bangladesh, soprattutto i giovani perché possano studiare: questo è seminare pace e vi ringrazio, per me è un esempio".
Quelli incontrati da Papa Francesco sono i familiari di Marco Tondat, Christian Rossi, Maria Riboli, Vincezo D’Allestro, Claudio Cappelli e Simona Monti. Li ha incontrati prima dell'udienza generale, nell'auletta dell'aula Paolo VI. Ha detto il Papa: "È facile prendere la strada che dall’amore porta all’odio mentre è difficile fare il contrario: dall’amarezza e dall’odio andare verso l’amore"
Il gruppo era accompagnato dal vescovo Valentino Di Cerbo, di Alife-Caiazzo. Le famiglie hanno consegnato a Francesco nove pianticelle di ulivo con i nomi — scritti su piccole immagini di colombe bianche — delle persone uccise, a testimoniare il loro impegno per la pace. Insieme a questo, dei progetti concreti. Come la costruzione di una chiesa a Dakka, finanziata dalla famiglia Monti attraverso ad Aiuto alla Chiesa che Soffre. Don Luca Monti, il fratello di Simona - morta a 33 anni e in attesa di dare alla luce un bambino - è appunto in partenza per Dakka.
E poi, ci sono le iniziative promosse dalle associazioni “In viaggio con Vincenzo” e “Amici di Carlotta”, che hanno lo scopo di garantire borse di studio ai giovani del Bangladesh.
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