Città del Vaticano , 25 November, 2016 / 12:00 AM
Entrando in San Pietro tutti siamo ammirati e rapiti dal baldacchino sull’ Altare della Confessione e solo dopo si nota l’Altare della Cattedra.
Eppure Bernini dedicò la sua arte anche a qual trionfo di angeli e di immagini di Padri della Chiesa che circonda e sorregge le reliquie della cattedra di età carolingia con elementi del IV secolo che simboleggiano la centralità della Chiesa di Roma. Alcuni dei modelli in terra cruda e paglia di quegli angeli sono ora esposti ai Musei Vaticani fino al 26 febbraio 2017 nella prestigiosa Sala XII della Pinacoteca Vaticana.
Quattro angeli – due più grandi e due più piccoli – e le teste dei Padri della Chiesa sono i modelli per la fusione di alcune statue bronzee dell’Altare della Cattedra nella Basilica di S. Pietro. Il grandioso monumento in stucco e bronzo dorato che decora la zona absidale della Basilica fu realizzato da Giovan Lorenzo Bernini e collaboratori fra il 1656 e il 1666 per volere di Papa Alessandro VII Chigi (1655-1667).
In mostra sono esposti i «bozzetti» berniniani appartenuti alle collezioni del Cardinale Flavio I Chigi (1631-1693), nipote di Papa Alessandro VII raffiguranti La Carità con quattro putti (1627-1628 ca.), La Carità con due putti (1634-39), Putto alato con tiara (1630-1637?), La Verità (1655 ca.), Daniele nella fossa dei leoni (1655 ca.), Abacuc e l’angelo (1655 ca.), Apostolo o Profeta che legge un libro (1660 ca.).
I modelli testimoniano il grande impegno del Bernini nella realizzazione di questo progetto durato circa dieci anni e trasformatosi varie volte nel corso del tempo. Con l’aiuto degli scultori Ercole Ferrata (1610-1686) e Antonio Raggi (1624-1686) il Bernini decise,
quindi, di ingrandire il monumento, per il quale realizzò una seconda versione degli angeli di dimensioni maggiori utilizzata per la fusione in bronzo.
In mostra anche i bozzetti per l’altare del SS. Sacramento commissionato a Bernini nel 1629 da Urbano VIII. Bernini concepì un altare costituito da un tabernacolo fiancheggiato da due angeli inginocchiati e adoranti. L’angelo inginocchiato in esposizione è il modello
per la fusione in bronzo dell’angelo situato alla destra del tabernacolo. I modelli sono costituiti per la maggior parte da un impasto di creta unita a paglia, utilizzata per evitare che, durante il processo di essiccazione, si formino crepe nella creta. Il tutto modellato su un’armatura in ferro battuto fissata ad una base e ad un supporto verticale in legno.
Trasmessasi per via ereditaria nella primogenitura maschile della famiglia e trasferita entro il 1767 nella dimora che i Chigi possedevano in Roma a Piazza Colonna, la serie delle terrecotte rimase nella biblioteca storica del palazzo anche dopo la vendita di questo allo Stato Italiano (1917). Nel 1923 il nuovo Capo del Governo, Benito Mussolini, donò a Papa Pio XI (1922-1939) l’intera Biblioteca Chigiana. Negli anni che seguirono, le opere d’arte raggiunsero la Biblioteca Apostolica Vaticana per trovarvi una sistemazione permanente. Dal 1999, per rescritto pontificio, le statuine Chigi (assieme alle opere d’arte e agli ambienti già di pertinenza dei Musei della Biblioteca) sono state trasferite alla competenza dei Musei Vaticani.
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