Città del Vaticano , 30 September, 2016 / 10:00 AM
Tra poche ore il Papa sarà in Georgia e, dopo un giorno, in Azerbaijian. Sono le visite che mancavano perché potesse fare una visita completa in Caucaso. Come il suo predecessore Francesco ha dovuto spezzare in due il viaggio a causa della instabilità politica della regione. Ossezia e Nagorno Karabak restano questioni irrisolte.
Il Caucaso è culla del cristianesimo in Asia, ma anche luogo di convivenza non sempre facile con l’ Islam. Inoltre il Caucaso è stata secolarizzato dall’ appartenenza all’ Unione Sovietica.
Venticinque anni dopo l’affrancamento da Mosca come capitale dell’ URSS oggi la regione affronta ancora l’espansionismo russo.
Sia in Georgia che in Azerbaijian i cattolici sono un piccolissimo gruppo. In Georgia la maggioranza è di cultura ortodossa, mentre in Azerbaijian la religione prevalente è l’ Islam.
Certo per certi aspetti la secolarizzazione ha facilitato i rapporti tra le fedi. La pratica è bassa. Sono proprio i cattolici invece a vedere un costante aumento delle presenze.
Il Papa farà un viaggio per la pace e il dialogo. La Chiesa Ortodossa in Georgia ha una posizione particolare in seno al mondo ortodosso. Non ha partecipato al Grande Sinodo di giugno seguendo la posizione di Mosca, il Patriarca cerca di far rivivere l’amore per la Nazione tipico delle Chiese Ortodosse che si identificano con la cultura nazionale. I rapporti con Roma sono iniziati con il Concilio Vaticano II e hanno avuto un grande slancio con il viaggio di Giovanni Paolo II nel 1999, dieci anni dopo la caduta del Muro di Berlino. Presidente era Shevardnaze, ex ministro degli esteri dell’ URSS riconquistato alla politica del suo paese di origine.
Non lo ricordano con affetto i georgiani che lo deposero con la Rivoluzione delle Rose. É morto nel 2014 ricordato più in Occidente che in Patria. Eppure fu lui a tenere politicamente le porte aperte con l’ Occidente.
Diversa la situazione in Azerbaijian dove il presidente Aliyev è figlio a sua volta di un presidente che viene considerato da alcuni il padre della patria, ma da altri accusato della grave corruzione del paese. L’ Azerbaijian è ricco di giacimenti petroliferi e questo spiega anche le aspirazioni indipendentiste di alcune regioni.
Resta il fatto che la famiglia Aliyev è patrona della cultura e delle arti tanto che la fondazione Heydar Aliyev, ha come presidente la attuale first lady Mehriban Aliyeva. Anche la Santa Sede ha ottenuto dei fondi dalla Fondazione azera per il restauro di alcune catacombe romane.
Al suo arrivo a Tblisi in Georgia il Papa viene accolto dal Presidente e la moglie e dal Patriarca Ilia II oltre agli Ordinari Cattolici, Pasotto e Minassian.
Il primo discorso il Papa lo fa alle autorità civili nel Palazzo Presidenziale di Tblisi città antica, ricca di storia dove la comunità cattolica conta 112 mila battezzati.
Poi ci sarà la visita al Patriarcato Ortodosso con un altro discorso del Papa e alla comunità cattolica Assiro- Caldea, una delle più antiche del mondo che usa ancora la lingua aramaica, la lingua che parlava Gesù.
Il giorno dopo il Papa celebra la messa allo stadio la mattina e nel pomeriggio incontra i religiosi cattolici. Sarà come sempre un dialogo aperto con testimonianze di religiosi e laici.
A fine giornata la vista della carità, Francesco incontra assistiti e operatori delle Opere di carità della Chiesa Cattolica. In questa regione hanno un ruolo fondamentale.
Prima di chiudere la seconda giornata in Georgia il Papa anche la Cattedrale Patriarcale Ortodossa che secondo la antica tradizione custodisce la tunica di Cristo.
domenica 2 ottobre il Papa si trasferisce in Azerbajian dove viene accolto dal presidente e da sua moglie. Poi si reca al centro salesiano con la Chiesa dell’ Immacolata per la messa e per il pranzo, come fece Giovanni Paolo II. Nel pomeriggio incontro ufficiale nel Palazzo Presidenziale a Baku, visita al monumento ai caduti per l’indipendenza e infine incontro con le autorità civili.
Prima di ripartire per Roma il Papa incontra anche la massima autorità islamica, lo Sceicco die musulmani dei Caucaso, e le altre comunità religiose. E sarà l’ultimo discorso di Francesco per questo viaggio.
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