Genova, 18 September, 2016 / 4:00 PM
La Madonna della Guardia sta lì, sul monte Figogna, a vegliare sulla città di Genova, sulle navi che arrivano dal mare e persino sugli aerei che atterrano praticamente sulla riva. Ci sono andati anche quanti hanno partecipato al Congresso Eucaristico Nazionale, nell’ambito di un lungo giro che li ha portati a visitare 39 opere di misericordia della città.
Carceri, ospedali, mense, scuole, strutture di assistenza per disabili e persone in difficoltà. La Chiesa di Genova è viva e presente tra le persone. Divisi in 46 gruppi, i congressisti hanno ricevuto il mandato per andare a compiere le opere di misericordia là dove quotidianamente si compiono.
Certo, la stessa Genova è cambiata. Città di mare, da sempre è soggetta a grandi “travasi” di popolazione.
Quando don Bosco volle la sua Opera a Sampierdarena, nella zona porto industriale della città e non lontano dalla vicina ferrovia, lo fece perché voleva un punto da cui i missionari italiani partissero per le terre lontane e andassero a dare conforto ad altri italiani emigrati in cerca di lavoro. Ora, accade il contrario: sono missionari dai Paesi lontani che arrivano a Genova ad aiutare i tanti immigrati ad integrarsi in una nuova realtà.
Sono sempre le stesse le esigenze delle persone, delle quali la Chiesa di Genova si prende cura con sollecitudine: opere nelle case circondariali, per aiutare quanti hanno avuto problemi con la giustizia; varie mense Caritas, per aiutare i poveri; opere di recupero per tossicodipendenti e anche prostitute, perché l’area del Porto resta una delle più difficili. Tutto questo hanno visto i 900 delegati del Congresso Eucaristico Nazionale.
Ma poi sono stati anche alla Casa del Clero voluta dal Cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova per decenni e per quattro volte quasi eletto Papa. E sono stati anche su, alla Madonna della Guardia. Dove, è vero, si fanno anche atti di carità materiale, dando ospitalità a un gruppo di rifugiati dall’Africa, per esempio, o dando sede ad una delle “case famiglia” della Comunità Giovanni XXIII di don Oreste Benzi. Ma alla Madonna della Guardia si fa soprattutto accompagnamento spirituale, per giovani che hanno smarrito la fede, per coppie che non sanno, non vogliono o non riescono a sposarsi e a vivere il loro amore, per persone che hanno bisogno di ritrovarsi.
Nelle intenzioni del Cardinale Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il messaggio di questo Congresso Eucaristico Nazionale doveva essere chiaro: non c’è misericordia senza Eucarestia. Perché è l’Eucarestia “la casa di ogni cristiano”, come aveva spiegato nella Messa di apertura.
Il Congresso Eucaristico si conclude con questa consapevolezza. Dopo aver visitato le opere di misericordia, i delegati si sono divisi in cinque gruppi di catechesi, ognuna delle quali dedicata ad una delle “cinque vie per un nuovo umanesimo” delineate nel Convegno Ecclesiale di Firenze del settembre 2015: uscire, annunciare, abitare, educare e trasfigurare.
Di queste dimensioni, è ovvio che il trasfigurare aveva il ruolo principale. E così, Genova è stata trasfigurata dalla presenza dell’adorazione perpetua, con le chiese aperte tutta la notte per permettere a tutti di concentrarsi davanti a Gesù Eucarestia. È stata trasfigurata da un pellegrinaggio di famiglie per le famiglie che da Brignole si è mossa verso il Porto Antico, lì dove è avvenuta una suggestiva adorazione eucaristica di fronte al mare. Si è trasfigurata nella processione che ha portato fino alla Cattedrale di San Lorenzo, con Gesù Eucarestia trasportato in un pesante quanto bello tabernacolo per le vie della città, preceduto da un gran numero di suore, sacerdoti, vescovi e cardinali.
Tra le suore, le cosiddette brignoline, ovvero le Suore di Nostra Signore del Rifugio in Monte Calvario. Sono nate a Genova, fondate dalla nobile Virginia Centurione Bracelli, proclamata santa da Giovanni Paolo II nel 2003. C’era anche una loro opera di misericordia, tra quelle visitate dai membri del Congresso Eucaristico Nazionale.
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