Rimini, 13 August, 2016 / 10:00 AM
Anche quest’anno il Meeting dell’Amicizia fra i popoli punta sulla qualità, come ha affermato la presidente, Emilia Guarnieri, presentando lo spettacolo inaugurale, ‘Un solo canto’ con Tosca insieme alla soprano libanese, Tania Kassis, la giovane interprete siriana, Mirna Kassis, proponendo tre brani del suo straordinario repertorio: ‘Il suono della voce’, ‘Marzo’ e ‘Rumenia’, introdotti dalla lettura di alcuni passi del poeta portoghese, Fernando Pessoa. Spiega Otello Cenci:
“Appartiene alla tradizione del Meeting affidare la comunicazione dei contenuti alla energia suggestiva della bellezza. L’esperienza della bellezza diviene occasione per intuire una positività possibile della vita, per tirare su lo sguardo e spalancarlo sulla realtà. Questa passione per una verità che si comunichi attraverso il bello è anche quest’anno l’anima dello spettacolo inaugurale”.
Lo spettacolo è un omaggio alla canzone, in tutte le declinazioni, per raccontare la potenza della voce e dei suoni di buona parte del mondo: yiddish, portoghese, francese, rumeno, giapponese, libanese, senza trascurare l’italiano. Le differenti lingue d’origine, italiano, arabo e aramaico, si uniranno in un solo canto, espressione semplice ed efficace della bellezza: lingua universale di tutti i popoli. La sera successiva l’ospite è Paolo Cevoli, che torna al Meeting con lo spettacolo ‘Perché non parli’: Vincenzo ‘Cencio’ Donati è il garzone di Michelangelo Buonarroti.
Distratto e pasticcione, non riesce mai ad esprimersi correttamente per colpa della sua balbuzie. Martedì 23 agosto la Fiera di Rimini ospita un altro gradito ritorno: Franco Branciaroli è l’interprete de ‘La Notte dell’Innominato’: nell’animo del più feroce personaggio della letteratura ottocentesca esplode un nuovo desiderio scatenato dallo sguardo tremante di Lucia Mondella. Mercoledì 24 agosto Gioele Dix dedica il suo spettacolo pensato appositamente per il popolo ciellino, ‘Diversi come due gocce d’acqua’, a Renzo Marotta, amico d’infanzia, scomparso prematuramente, con cui l’interprete ha condiviso le grandi passioni e sfide della vita.
Ed inoltre al teatro Novelli, domenica 21 agosto e lunedì 22 agosto alle ore 21.30, ci sarà un evento unico con la messa in scena dello spettacolo ‘Thomas More, l’opera ritrovata di William Shakespeare’: si tratta della scoperta di un testo autografo di William Shakespeare, mai rappresentato prima in Italia, di grande attualità. Proprio partendo da questo ultimo spettacolo abbiamo chiesto ad Otello Cenci, direttore artistico del Meeting di Rimini e regista, di spiegarci di cosa si tratta questo inedito di Shakespeare su Tommaso Moro: “Inghilterra, XVI secolo. Un piccolo centro urbano è popolato da immigrati da varie parti d’Europa, in particolare Spagna e Italia. Gli abitanti del luogo, ostili, provano a dare fuoco agli ‘invasori’ che alla fine saranno salvati da un mediatore d’eccezione: San Tommaso Moro (1478-1535).
Questa in sintesi la vicenda sullo sfondo di Thomas More. L’opera ritrovata di William Shakespeare, un’autentica perla sconosciuta, che sarà offerta per la prima volta al pubblico, durante la XXXVII edizione del Meeting di Rimini. E’ un grande omaggio a William Shakespeare (1564-1616), proprio nel 400° anniversario della morte e, contestualmente, ad un santo da riscoprire come Tommaso Moro. La fedeltà di questi due grandi britannici alla Chiesa di Roma è un elemento non secondario della pièce, il cui manoscritto autografo è stato ritrovato solo in tempi recenti, a ragione della persecuzione anti-cattolica che imperava nell’Inghilterra elisabettiana, nella cui temperie sorge il genio assoluto del drammaturgo di Stratford-on-Avon.
In scena avremo lo stesso William Shakespeare che insieme a Lord Chamberlain, la compagnia di Shakespeare che sta provando questo testo appena scritto (in verità non solo da lui ma a più mani). Con loro il coautore Anthony Monday, drammaturgo molto in voga in quel periodo. C’è da chiedersi cosa spinse a scrivere questo testo, appena 40 anni dopo la morte di Tommaso Moro, in un momento in cui i cattolici venivano perseguitati. Solamente scrivere di Tommaso Moro avrebbe fatto rischiare la vita a Shakespeare e ai due autori, che con lui discutono se mettere in scena questo spettacolo. Ci troviamo nella Taverna della Sirena, dove realmente si incontravano Shakespeare e gli altri artisti dell’epoca. Sotto la taverna, Shakespeare, Anthony Monday e due attori provano insieme lo spettacolo su Tommaso Moro. Tutti molto intimoriti ogni volta che sentono bussare alla porta, perché il rischio è che giunga alla porta qualche gendarme della corona…”
Perché la decisione di metterlo in scena proprio al Meeting?
“Come ho detto il testo è di estrema attualità per tante ragioni importanti, l’anniversario di Shakespeare, il tema dell’immigrazione, il ruolo della politica e il rapporto con il potere. Il titolo della XXXVII edizione del Meeting è ‘Tu sei un bene per me’ e ovviamente tocca queste tematiche in maniera profonda. Inoltre in scena si gioca una relazione complessa tra due autori molto importanti dell’epoca del teatro inglese. Il rapporto tra di loro e con gli altri attori della compagnia è determinato dal particolare interesse di ciascuno al raggiungimento del proprio obiettivo, e la più o meno forzata collaborazione tra i diversi protagonisti porterà ad uno sviluppo, una crescita personale, indispensabile per ciascuno, un acme scenico”.
Quale attinenza ha con il titolo del Meeting?
“La relazione con l’altro non si può dire che sia un ‘compito’ semplice. Oggi questa posizione di apertura e slancio verso le altre persone è frenata dagli stili di vita promossi con grande determinazione e potenza di mezzi. Inoltre la diffidenza dilaga a causa di fatti più o meno tragici riportati con ovvio grande clamore dai media internazionali: corruzione, violenza domestica, atti di terrorismo. Lo spettacolo non pretende dare una risposta facile e scontata su questo complesso tema. Vuole però affrontarlo in maniera da provocare, con le parole di William Shakespeare e l’esempio di Thomas More”.
Altro momento da non perdere è il ritorno di Franco Branciaroli con lo spettacolo ‘La Notte dell’Innominato’: è un omaggio a Manzoni scrittore della misericordia?
“Anche questo. E’ un’occasione per godere di un testo straordinario della letteratura italiana, letto da uno degli interpreti di maggior talento ed esperienza del teatro italiano. Il meglio del meglio per una serata che ci pone davanti un fatto straordinario come la conversione di un fuorilegge, un malvivente incallito, colpito dall’innocenza di una ragazzina come Lucia e poi accolto con tutti gli onori e un fraterno abbraccio da un Santo uomo. E’ possibile o è solo una fiaba? In realtà è quello che ciascuno sogna per se e quindi sempre commovente ascoltare vicende simili. Poi quando sono raccontate da certi autori e interpretate da simili attori, è proprio un godimento per l’anima”.
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