Città del Vaticano , 06 July, 2016 / 1:00 AM
Il vescovo Aldo Di Cillo Pagotto, vescovo di Paraìba, ha presentato le sue dimissioni. E il Papa le ha accettate, in conformità con il canone 401 comma 2 del Codice di Diritto Canonico. Ed è proprio nel “comma 2” che va ricercato il motivo della rinuncia. Perché il comma 2 chiede che “il vescovo diocesano che per infermità o altra grave causa risultasse meno idoneo all’adempimento del suo ufficio, è vivamente invitato a presentare la rinuncia all’ufficio”.
Quali sono stati i motivi della rinuncia del vescovo Pagotto?
Andando a leggere nella stampa brasiliana, si può notare che il problema era emerso già lo scorso anno. La stampa locale aveva riportato che dalla Santa Sede, era arrivato l’ordine di non ordinare nuovi sacerdoti e diaconi né di ricevere nuovi seminaristi, almeno fin quando non sarebbe terminata l’investigazione che era stata aperta. L’investigazione vaticana sarebbe iniziata a seguito di segnalazioni insistenti che il vescovo Pagotto aveva accettato seminaristi espulsi da altre diocesi, e che aveva anche rifiutato di discutere di alcuni casi di pedofilia.
Il vescovo negò sia le accuse, sia che fosse in corso una indagine, bollò il tutto come “rumori e calunnie” e rimandò tutto alla Nunziatura vaticana, l’unica “istanza legittimamente costituita e autorizzata ad affrontare in maniera opportuna le questioni ecclesiastiche di foro interno”.
Sul vescovo di Paraiba pesavano anche accuse di aver avuto una relazione con un diciottenne, con tanto di denuncia fatta dalla madre del ragazzo.
Niente in realtà è stato provato, ma probabilmente per ragioni di opportunità il vescovo – molto conosciuto per le sue posizioni conservatrici su temi di matrimonio e famiglia – ha preferito eventualmente consegnare la sua rinuncia al Papa.
Sarà il tempo a definire se si trattava di accuse fondate o se semplicemente il prelato è stato messo nel mirino della stampa e dell’opinione pubblica a causa delle sue posizioni.
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