Khor Virap, 26 June, 2016 / 4:44 PM
La visita al monastero di Khor Virap, l’ultimo appuntamento in terra armena di Papa Francesco. Una preghiera con il Catholicos, la benedizione e infine il volo di due colombe in direzione Monte Ararat, per concludere questo 14 viaggio apostolico nel segno e nell’augurio della pace.
Il Monastero di Khor Virap (che significa “prigione in profondità”) è uno dei luoghi più sacri della Chiesa Armena e si trova nei pressi del confine con la Turchia, ai piedi del Monte Ararat. Inizialmente il sito era una cittadella fortificata dove San Gregorio Illuminatore fu imprigionato in un pozzo profondo per 13 anni da re Tiridate III che perseguitava i cristiani. Colpito da una grave malattia, il re guarito con l’intercessione di Gregorio, si converte al cristianesimo con tutta la sua famiglia e proclama l’Armenia nazione cristiana nel 301 d.C. Nel V secolo vi è stato edificato un monastero ed è ad oggi meta di pellegrinaggi continui da tutto il mondo.
Il Papa e il Catholicos hanno raggiunto il “Pozzo di San Gregorio” e dopo aver acceso una candela hanno espresso la loro preghiera, ognuno nella propria lingua.
Il momento più suggestivo di questa ultima tappa è senza dubbio la liberazione delle due colombe, nella terrazza belvedere, il volo della pace verso il monte Ararat, approdo dell’Arca di Noè. Le due colombe, liberate da Francesco e da Karekin II, simbolo di unità e di pace, vogliono essere l’auspicio alla serenità per il popolo armeno, un popolo di millenaria storia di civiltà, cultura e fede che hanno saputo custodire fino ad oggi. Una storia unica.
Francesco inoltre ha voluto fare un dono al Monastero di Khor Virap. Una lampada che reca una croce armena e rammenta il luogo dove San Gregorio l’Illuminatore è stato imprigionato, prima della conversione di Tiridate III. La lampada, a soggetto arboreo, è formata da foglie d’olivo su rami intrecciati che sorreggono e circondano il vetro della lampada. Sulla sommità due angeli, in argento, sorreggono il cappello con due Croci, in argento, ispirate a quella grande presente nel Santuario. Sulla base campeggia lo stemma di Papa Francesco, in argento.
Riepilogando l’ultima giornata di viaggio di Papa Francesco, dopo la divina liturgia ad Etchmiazdzin, il Pontefice ha pranzato con il Catholicos, con gli Arcivescovi e Vescovi Armeni Apostolici e Cattolici e ha salutato successivamente delegati e benefattori della Chiesa Armena Apostolica, circa 100 persone.
Per il Papa in serata, subito dopo la visita al Monastero la cerimonia di congedo all’aeroporto di Yerevan, il saluto del Presidente della Repubblica e delle delegazioni. Francesco ha inviato al Presidente della Repubblica Armena, Serzh Sargsyan, un messaggio telegrafico in cui ringrazia tutto il popolo armeno per la calorosa accoglienza e rinnova le sue preghiere per la pace e il benessere in terra armena.
Dopo l’incontro privato nel terminal presidenziale, l’esecuzione degli inni e i saluti, alle ore 18.30 locali (le 16.30 in Italia), Francesco sale a bordo di un A321 dell’Alitalia per rientrare a Roma alle ore 20.40, concludendo così il 151esimo Viaggio Pontificio fuori dell'Italia nell'epoca contemporanea.
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