Città del Vaticano , 14 May, 2016 / 5:00 PM
Kwauso in lingua swahili significa “in onore del volto”. E il volto è quello di Gesù. Al volto di Gesù è dedicata la scuola di Bukoba in Tanzania. Il volto della Sindone.
A Bukoba non è facile andare a scuola, ma è proprio grazie alla Sindone che in qualche modo 400 ragazzi possono studiare. A Kwauso grazie all’impegno coraggioso di Padre Stan, è stata costruita dal nulla una scuola.
Don Stanislao Mutajwaha, ha dato il via al progetto della scuola Kwauso con l'approvazione del vescovo della diocesi di Bukoba Nestor Timanywa nel 2004 . Da allora l’impegno di Padre Stan si è moltiplicati oltre i confini della diocesi e della nazione e oggi i primi edifici della scuola accolgono 400 stidenti dai 13 ai 21 anni.
Ma che centra la Sindone? Padre Stan ha studiato il Sacro Lino e a qual Volto ha voluto dedicare la scuola, tanto che un edificio ricorda proprio un volti.
E nella scuola c’è anche una copia del Lenzuolo di Torino dono della professoressa Emanuela Marinelli, illustre sindonologa, autrice di ben 17 libri di studio sulla Sindone, che da qualche anno dedica ogni sua conferenza scientifica alla raccolta di fondi per specifiche opere per la scuola.
Così è stato anche lo scorso 10 maggio nella illustre cornice di Palazzo Borromeo a Roma la sede della Ambasciata d’Italia presso il Vaticano.
L’ambasciatore Daniele Mancini e sua moglie Anna Rita hanno organizzato una serata per la Sindone e per la scuola Kwauso e tra gli ospiti anche il cardinale Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi.
La Sindone, da sempre al centro di studi e di polemiche, è stata presentata nella sua storia e nella ricchezza degli studi, fino ai più recenti sulla formazione, ancora inspiegabile, dell’immagine.
Recentemente la Sindone è stata esposta alla adorazione dei fedeli con un grane afflusso di pellegrini nella città dove è conservata, Torino.
Emanuela Marinelli ha raccontato anche la Sindone vista dai bambini, “un selfie che ci ha voluto lasciare Gesù” dicono i più piccoli. “Prima o poi- ha detto- Scriverò un libro con le loro e tante altre testimonianze”. Intanto si è recata in Tanzania per incontrare i ragazzi della scuola di Padre Stan. “ E’ fondamentale che i giovani possano avere una vita migliore per non dover essere costretti ad emigrare” ha spiegato ricordando il suo impegno per la scuola.
La studiosa si interessa di Sindone dal 1977: “quando furono scoperti su di essa pollini di piante che crescono in Medio Oriente si è aperto per me uno scenario nuovo, perché se i pollini sono di piante del Medio Oriente, la Sindone da lì viene!”
Emanuela Marinelli tiene conferenze nelle scuole, nelle carceri, nei luoghi di dolore sull’iconografia di Cristo e sull’affascinante storia legata alla Sindone.
La Marinelli ha ricordato che il tema della Sindone “non obbliga nessun credente ad aderire alla sua autenticità. La Chiesa la venera, la propone ma non la impone”.
L’ambasciatore Mancini ha ricordato a fine conferenza che “solo nel Novecento sulla figura di Gesù Cristo sono stati scritti centomila libri. Praticamente mille all’anno. A dimostrazione che per molti la Sindone non è tanto un reperto archeologico quanto la testimonianza di un fatto irripetibile”.
La Sindone per la educazione dei ragazzi, un miracolo cui possono partecipare tutti anche attraverso il sito http://www.observo-onlus.org/v2/attivita/kwauso-school/ che permette di raccogliere fondi e monitorare i traguardi raggiunti. Foto di volti bellissimi di ragazzi che sorridono grazie al Volto della Sindone.
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