Città del Vaticano , 11 May, 2016 / 4:00 PM
“Remate, siate forti anche con il vento contrario. Remiamo a servizio della Chiesa, remiamo insieme”. Sono parole di Papa Francesco, che campeggiano sulla vela principale della barca che campeggia sullo stand della Libreria Editrice Vaticana al Salone del Libro di Torino. Un appuntamento immancabile, per l’editrice di Papa Francesco. Perché la LEV “ha istituzionalmente il compito di divulgare il magistero del Papa e quindi bisogna essere presenti dove è possibile e senza badare a spese”, dice ad ACI Stampa Don Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana.
In uno stand dai colori onirici che ruota intorno ad una barca a vela che evoca la barca di Pietro ma anche le tante barche di immigrati cui Papa Francesco ha dedicato una parte importantte del suo Magistero, l’Editrice porta 485 titoli per un totale di 20 mila volumi. Non solo i libri di Papa Francesco, con le raccolte delle omelie del mattino, le catechesi delle udienze del mercoledì, ma anche le due encicliche e le due esortazioni apostoliche. Ci sono anche libri sul Giubileo, testi sulla Sacra Scrittura, storia della Chiesa, testi giuridici, libri d’arte e dei diversi dicasteri vaticani.
Uno spaccato, insomma, dell’attività della Santa Sede, che non riguarda solo l’aspetto religioso. Anzi. Nessuna delle presentazioni di quest’anno ospita prelati o uomini di Chiesa di spicco, a testimonianza dell’interesse molto laico che è generato dall’attività della Chiesa.
Così, nel calendario degli eventi LEV spicca la presentazione del libro di Giovanni Maria Flick “Elogio del Patrimonio. Cultura, arte e paesaggio”, con ospiti come Gianni Riotta, Salvatore Settis, Alessandro Zaccuri e l’Autore del Libro.
E poi si parlerà anche del libro di Salvatore Sgroi, “Il linguaggio di Papa Francesco. Analisi, creatività e norme grammaticali”. A presentarlo, l’ex ministro e linguista di fama internazionale Tullio De Mauro, lo stesso Giampiero Gamaleri, e poi Ugo Cardinale, Claudio Marazzini e Salvatore Claudio Sgroi, oltre a don Costa, che ha una ampia esperienza come docente universitario, oltre che da editore.
Lo stesso don Costa spiega l’assenza di religiosi dal programma con il fatto che “si tratta sempre di temi a carattere religioso, seppur indirettamente. Prendiamo l’analisi filologica del linguaggio del Papa, che ci fa scavare nella storia personale di Papa Francesco, e ci fa comprendere anche parte della sua azione del magistero. E poi, il tema della cultura, affrontato a vari livelli, anche avendo come punto di partenza l’articolo 9 della Costituzione”.
Un cambiamento di passo aiutato da Papa Francesco, il cui approccio comunicativo – aggiunge don Costa – “attira le masse attorno alla religion e fa da traino al resto del catalogo della LEV, che offre infatti varie tipologie di libri”.
E se Papa Francesco è un ottimo catalizzatore per il mondo secolare, c’è da dire che la stessa Libreria Editrice Vaticana ha lavorato molto a partire dal 2007 per portare i grandi temi della Chiesa all’attenzione del mondo.
Nel farlo, si è avuto un veicolo straordinario, ovvero Benedetto XVI, che don Costa aveva addirittura pensato di candidare per il Premio Nobel della Letteratura, per la chiarezza dei suoi scritti e la capacità di rendere il pensiero cristiano in maniera cristallina e ragionevole, e anche per la sua genialità (al punto da consigliare persino ad un giovane studente di scrivere un giallo sul tomismo). L’idea di fondo è che la letteratura religiosa non è una letteratura di serie B, ha una dignità e anche un mercato preciso.
E così, mentre si nota un “effetto Francesco” sull’editoria religiosa, si deve fare una riflessione sul lavoro culturale che ha preceduto Papa Francesco e che ha contribuito a creare questo “effetto Francesco”.
Continuamente in dialogo con le culture, Benedetto XVI aveva da tempo suscitato l’interesse dei “lettori secolari”, così tanto che i libri di Ratzinger erano discussi e letti in circoli di lettori non cattolici. I libri stessi di Ratzinger, con la loro presenza sul mercato (e un interesse tale che la Fondazione Ratzinger ha avviato persino un master sui lavori di Benedetto XVI), avevano favorito una presenza più forte del cattolicesimo nel dibattito culturale.
Quindi, c’è stato l’effetto Francesco, certificato ad una tavola rotonda organizzata dalla LEV durante il Salone del Libro 2014. Sul tavolo, gli editori cattolici Greg Erlandson (Our Sunday Visitor), Albrecht Weiland (Verlag Schnell und Steiner GmbH,) Henrique Mota (Principia) e Giovanni Cappelletti (Italian Catholic Booksellers) avevano discusso sullo stato dell’arte dell’editoria cattolica e sottolineato che c’è una forte richiesta di libri religiosi, specialmente grazie all’effetto Papa Francesco. Ma si erano lamentati anche del fatto che i grandi lavori degli scrittori cattolici sono di preferenza venduti ad editori secolari che contano su un grande mercato, piuttosto che ceduti a editori cattolici che potrebbero approfittare dalla pubblicazione di un lavoro importante per fare profitti ed eventualmente rafforzare la loro rete.
E qui sarebbe da aprire un’altra riflessione, sul modo in cui l’editoria di matrice cattolica può essere in grado di sfondare il mercato. La crisi colpisce anche iniziative editoriali storiche come il Regno, lasciando così il dibattito culturale orfano di grandi temi. Al Salone del Libro del 2015, la LEV si presentò con uno stand tutto dedicato a San Giovanni Bosco, di cui si festeggiava il Bicentenario, sottolineando l’impronta della Dottrina Sociale della Chiesa nel mondo e in particolare nell’Italia di oggi. Ma quanto di quell’impatto viene oggi davvero discusso?
Forse, la cultura cattolica è proprio in quella periferia esistenziale di cui Papa Francesco ama parlare. La barca dello stand LEV, allora, non è da considerarsi solo la barca dei migranti che il Papa va a confortare a Lesbo e Lampedusa, ma anche la barca di un mondo cattolico che sembra un po’ abbandonato. Resta la frase del Papa disegnata sulla vela maestra dello stand LEV. Chissà che non possa essere considerato per la cultura cattolica un invito a resistere.
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