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Un servizio di EWTN News

Esorcismi, dieci regole per esercitarli bene

Il rito degli esorcisti

Come eseguire correttamente un esorcismo? Per rispondere alla domanda, l’Associazione Internazionale degli Esorcisti, che conta circa 900 membri, ha pubblicato lo scorso 6 gennaio una serie di dieci chiarimenti, in modo che – spiega la nota – si possano “evitare atteggiamenti e modi che non corrispondono all’azione autentica di Cristo Signore, modello per ogni esercizio del ministero di liberazione dall’azione straordinaria del maligno”.

L’Associazione Internazionale degli Esorcisti sottolinea che i chiarimenti sono necessari per due ragioni. La prima è che sono sempre di più le persone “convinte di essere vittime di un’azione straordinaria del diavolo, in una delle sue varie forme”, e quindi aumenta la ricerca di esorcismi.

E la seconda è che, questa domanda, ha portato a volte all’utilizzo di “alcune pratiche pastorali che, anziché offrire un servizio al corpo ferito di Cristo, accrescono la sofferenza e causano disorientamento”, specialmente perché gli esorcismi sono stati praticati “da persone che, senza alcuna formazione specifica in materia e un mandato dell’ordinario competente, agiscono in modo inappropriato, causando confusione nel popolo di Dio”.

Insomma, la nota punta a dare i “chiarimenti necessari affinché si possa fare del bene per distribuire la Divina Misericordia attraverso il ministero degli esorcismi”.

Quali sono le precisazioni?

Prima di tutto, non ci si deve lasciar abbindolare dall’improvvisazione e dal sensazionalismo, né da chi scoraggia di andare dall’esorcista ufficiale della propria diocesi per scegliere invece esorcisti più potenti.

Il Vangelo – spiega l’associazione – è il centro dell’attenzione, e non la presenza del diavolo. Chi invece concentra l’attenzione esclusivamente sulla presenza e l’opera del diavolo fanno credere che

"la liberazione dipende solo da una ripetizione compulsiva di preghiere e benedizioni", quando la pace di Cristo "può essere ottenuta solo attraverso una vita di carità, nutrita dalla parola di Dio, attraverso la preghiera, attraverso la frequenza dei sacramenti dell'Eucaristia e della confessione e attraverso un'autentica devozione alla Vergine Immacolata".

La nota mette in guardia anche contro le azioni di “alcuni sacerdoti, a volte purtroppo anche alcuni esorcisti, [che trascurano] il discernimento serio e rigoroso prescritto dai Praenotanda del Rito degli Esorcismi, usano criteri estranei alla fede cattolica, avallando concetti di origine esoterica o new age. Questo approccio è inaccettabile e contrario alla fede e alla dottrina della Chiesa”.

Vengono condannate anche “pratiche superstiziose”, come “richiedere foto o indumenti per riconoscere possibili mali, toccare determinati punti del corpo dei fedeli per “diagnosticare la presenza di entità maligne” o per “espellere la negatività”, o suggerire un uso improprio delle res sacrae (acqua, sale, olio benedetto, ecc.)”.

Quindi, la nota definisce “inaccettabile” la collaborazione di alcuni sacerdoti o agenti pastorali con dei cosiddetti “sensitivi”, e afferma che è ancora peggio quando l’esorcista diocesano delega ad altri anziché svolgere il suo ministero “che gli impone di farsi carico della sofferenza altrui e di non omettere il tempo personale, regolare, scrupoloso e, in alcuni casi, gravoso, di discernimento necessario per verificare l’eventuale azione straordinaria dell’esorcista. demonio e accompagnare coloro che sono veramente sue vittime”.

L’Associazione Nazionale degli Esorcisti chiede anche di non ignorare le opinioni dei professionisti medici, perché possono “aiutare a comprendere l’origine di mali che non sono necessariamente di origine preternaturale”.

Inoltre, non si deve “voler a tutti i costi identificare un’azione demoniaca straordinaria come causa scatenante di una situazione di sofferenza, la cui origine è sconosciuta, avendo omesso un previo serio discernimento”, perché questo non solo è inutile, ma “può causare danni”.

Un punto fondamentale è quello che riguarda la stregoneria. L’Associazione Internazionale degli Esorcisti nota che, sebbene la pratica della stregoneria sia diventata sempre più diffusa, bisogna guardarsi dal vederla come la radice di tutti i mali e le sventure che colpiscono le persone, ma piuttosto concentrarsi sui “rimedi di grazia offerti dalla Chiesa e sul cammino cristiano da seguire”, insegnando la certezza che “Dio non abbandona la sua creatura che sta attraversando una prova ma in qualche modo soffre con lui e allo stesso tempo lo sostiene e consola con la sua grazia”.

L’Associazione punta il dito contro la cosiddetta “guarigione intergenerazionale”, che alcuni sacerdoti portano avanti come “una conditio sine qua non, senza la quale è impossibile raggiungere la guarigione o la liberazione, senza rendersi conto del danno che arrecano alla propria fede e a quella di altre persone, nonché delle conseguenze che queste ultime possono subire a livello esistenziale”.

Infine, va scacciata la paura, perché “l’esorcista deve condurre il fedele tormentato a ricevere la pace che viene da Cristo”, e “perché la paura, qualunque sia la ragione che la provoca, quando viene coltivata, porta all’indebolimento della fede e alla perdita della fiducia in Dio”.

E prosegue: “Un sacerdote che avesse paura del diavolo nell’esercizio del suo Ministero o nella sua vita quotidiana non potrebbe esercitare il Ministero dell’esorcismo senza esporsi a gravi pericoli per la sua vita spirituale, soprattutto se, invece di coltivare la fiducia e l’abbandono totale di sé nelle mani misericordiose di Dio, cerca di affrontarla con pratiche più o meno superstiziose”.

In conclusione, scrive l’Associazione, con l’esorcismo “si è testimoni autentici della potenza di Cristo Risorto, che illumina le tenebre più oscure e ci libera dal peccato più terribile. L'intercessione della Vergine Immacolata, prima di tutto, dei Santi e Beati in Cielo, degli Angeli, fedeli servitori dell'Altissimo, che si nota durante gli esorcismi, dimostrano quanto sia dirompente la Comunione dei Santi".

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