lunedì, dicembre 16, 2024 Donazioni
Un servizio di EWTN News

Giubileo della Speranza, la Chiesa tedesca si scopre pellegrina

"Vedo l’Anno Santo come una grande opportunità per la Chiesa di tutto il mondo e qui in Germania: per un nuovo inizio, per la conversione e per il rinnovamento". È questo l’auspicio del rappresentante della Conferenza episcopale tedesca per l’Anno Santo, vescovo ausiliare Rolf Lohmann (Münster), espresso mercoledì scorso durante la conferenza stampa di presentazione di un sussidio pubblicato dai vescovi tedeschi e dedicato ai pellegrinaggi, con il titolo “Mi mostri la strada in lontananza. Sul futuro del pellegrinaggio”.

Che insomma il pellegrinaggio a Roma del 2025, Anno del Giubileo della Speranza, possa rappresentare un rinascimento della fede nel mondo e in Germania, dove però solo quindici delle 27 diocesi si organizzeranno per raggiungere la Città Eterna. Monsignor Lohmann durante il suo intervento ha invitato alla partecipazione attiva all’Anno Santo 2025.

Il sussidio presentato, un opuscolo di 17 pagine, mira a supportare il pellegrinaggio nell’Anno Santo, e a questo scopo raccoglie il risultato di diverse discussioni tra esperti sul tema pellegrinaggio. Il libriccino offre sviluppi e suggerimenti per la messa in rete dei soggetti interessati a questo settore della pastorale. "Siamo convinti che i luoghi di pellegrinaggio possano diventare campi sperimentali, laboratori pastorali e terreni di prova per una Chiesa futura. In essi, la Chiesa può sperimentare nuovi inizi e la trasformazione da luoghi caratterizzati dalla chiesa popolare a luoghi di primo incontro e di primo annuncio", ha proseguito il vescovo ausiliare Lohmann.

Il pellegrinaggio e i santuari possono diventare una fucina per sperimentare nuove forme di pastorale. Per soddisfare questo scopo però, recita l’opuscolo, ogni meta di pellegrinaggio ha bisogno di "una quantità corrispondente di libertà; del proprio profilo spirituale e pastorale; personale adeguato; risorse finanziarie adeguate".

Specialmente dopo la pandemia di Corona Virus, il tempo è propizio affinché la Chiesa vada incontro alle persone sempre più desiderose di mettersi in movimento per trovare spazi di libertà e di silenzio. Martin Lörsch, professore emerito di teologia pastorale presso la Facoltà di Teologia di Treviri, ha sottolineato, intervenendo alla conferenza online, che il boom dei pellegrinaggi mostra ora più che mai di avere un futuro solido davanti a sé: "Dopo la pandemia di Corona Virus con l’obbligo ad interrompere i cammini, il numero dei pellegrinaggi è di nuovo in aumento. Forse i tempi di crisi come quello che stiamo vivendo sono tempi in cui le persone si mettono in cammino per portare le loro preoccupazioni e i loro affanni verso luoghi sacri, accendere una candela e presentare le proprie necessità nella preghiera".

Proprio questo diffuso bisogno di mettersi alla ricerca rende ormai i pellegrinaggi delle occasioni trasversali, non dedicate esclusivamente ai credenti: "I pellegrini e i pellegrinaggi – ha proseguito ancora Lörsch - si inseriscono nell’ampio campo del turismo spirituale, con passaggi fluidi tra di essi, ma anche in relazione all’escursionismo e ai ritiri escursionistici. Sono solo in parte riconosciuti come espressione di una religiosità legata alla chiesa, con il simbolismo e il linguaggio della chiesa".

Proprio il terreno fertile di una non ben definita ricerca di spiritualità offrirebbe alla Chiesa una occasione di avvicinare le persone, intercettare i loro bisogni, e annunciare loro il Vangelo in una forma nuova: una chance imperdibile e su cui investire ma anche un’enorme responsabilità. "I pellegrini - ha concluso il professor Lörsch - dipendono dal fatto che venga loro offerto aiuto lungo il cammino e che trovino un posto dove passare la notte. Sono proprio i momenti di incontro che aprono opportunità di dialogo pastorale".

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