Ajaccio, 15 December, 2024 / 4:28 PM
Il terzo ed ultimo appuntamento del Papa in Corsica è la celebrazione della Messa nella Place d’Austerlitz, ad Ajaccio, in occasione della III Domenica di Avvento.
Commentando il Vangelo, Francesco rileva che “Giovanni sta annunciando l’arrivo del Messia tanto atteso: chi ascolta la predicazione del Battista vuole prepararsi a questo incontro. Il Vangelo secondo Luca testimonia che sono proprio i più lontani ad esprimere questa volontà di conversione: non i farisei e i dottori della legge, ma i pubblicani e i soldati. Chi si ritiene giusto non si rinnova. Coloro invece che venivano considerati pubblici peccatori vogliono passare da una condotta disonesta e violenta a una vita nuova”.
Il Pontefice sottolinea pertanto che “i lontani diventano vicini quando il Cristo si fa vicino a noi. Coinvolgendo specialmente gli ultimi e gli esclusi, l’annuncio del Signore ridesta le coscienze, perché Egli viene a salvare, non a condannare chi si era perduto. Noi dobbiamo dire la verità sui noi stessi: siamo peccatori. E ci avviciniamo al Signore con la verità”.
Ci sono – prosegue Papa Francesco - “due modi di aspettare il Messia: l’attesa sospettosa e l’attesa gioiosa. Il primo modo di aspettare, quello sospettoso, è pieno di sfiducia e di ansietà. Chi ha la mente occupata in pensieri egocentrici smarrisce la letizia dell’animo: anziché vegliare con speranza, dubita del futuro. Tutto preso da progetti mondani, non attende l’opera della Provvidenza. Non siate angosciati, delusi, tristi. Quanto sono diffusi questi mali spirituali, oggi, specialmente dove dilaga il consumismo! Una società che vive di consumismo invecchia insoddisfatta, perché non sa donare: chi vive per sé stesso non sarà mai felice”.
Questo atteggiamento si vince attraverso – dice ancora Francesco – “la fede in Dio” che “dà speranza! Proprio in questi giorni, nel Congresso che ha avuto luogo qui ad Ajaccio, è stato messo in luce quanto sia importante coltivare la fede, apprezzando il ruolo della pietà popolare. Pensiamo alla preghiera del Rosario: essa insegna a tenere il cuore centrato su Gesù Cristo, con lo sguardo contemplativo di Maria. E pensiamo alle confraternite, che, così ricche di storia partecipano attivamente alla liturgia e alla preghiera della Chiesa, che abbelliscono con i canti e le devozioni del popolo. Ai membri delle confraternite raccomando di farsi sempre vicini con disponibilità, soprattutto ai più fragili, rendendo operosa la fede nella carità”.
Il Papa spiega poi l’importanza della attesa gioiosa. “La gioia cristiana non è affatto spensierata, superficiale, da carnevale. È invece una gioia del cuore, basata su un fondamento saldissimo: la venuta del Signore ci porta la salvezza, perciò è motivo di gioia. Dio può redimere la nostra vita perché è capace di realizzare quello che dice! La nostra gioia non è dunque una consolazione illusoria, per farci dimenticare le tristezze della vita. È frutto dello Spirito Santo per la fede in Cristo Salvatore, che bussa al nostro cuore, liberandolo dalla mestizia e dalla noia. Pertanto l’avvento del Signore diventa una festa piena di futuro per tutti i popoli: in compagnia di Gesù scopriamo la vera gioia di vivere e di donare i segni di speranza che il mondo attende”.
Concludendo il Papa ricorda che “la Chiesa annuncia una speranza certa, che non delude, perché il Signore viene ad abitare in mezzo a noi”.
Prima di impartire la benedizione finale il Papa ha ringraziato per la giornata in Corsica. “Mi sono sentito a casa. Grazie a tutti coloro che in diversi modi hanno preparato questa visita: la comunità ecclesiale e quella civile. Andiamo avanti in armonia nella distinzione, che non è separazione, collaborando sempre per il bene comune. Fratelli e sorelle il Vangelo di Gesù Cristo vi aiuti ad avere il cuore aperto al mondo. Le vostre tradizioni sono una ricchezza da custodire e coltivare, ma non per isolarvi”, le parole di Francesco.
Articolo aggiornato alle ore 17.19 del 15-12-2024
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