Città del Vaticano , 23 November, 2024 / 1:00 PM
“Mi rivolgo per primi a voi, cari fratelli e sorelle del mondo del mare, a pochi giorni dalla Giornata Mondiale della Pesca. La vostra attività è antichissima; ad essa sono legati anche gli inizi della Chiesa, affidata da Cristo a Pietro, che era pescatore in Galilea”, con queste parole Papa Francesco ha salutato i pescatori provenienti da diverse Marinerie Italiane che ha ricevuto in Udienza assieme ai partecipanti al Convegno “Universalità e Sostenibilità dei Servizi Sanitari Nazionali in Europa”.
Papa Francesco ha poi continuato: “Nel Vangelo i pescatori incarnano atteggiamenti importanti. Ad esempio la costanza nella fatica: i discepoli sono descritti come «affaticati nel remare» per colpa del vento contrario, o ancora provati dall’insuccesso, mentre stanchi ritornano a terra a mani vuote, dicendo: «Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla»”. E, così il Papa ha rciordato che il lavoro dei pescatori “è un lavoro duro, che richiede sacrificio e tenacia, di fronte sia alle sfide di sempre, sia a nuovi urgenti problemi, come il difficile ricambio generazionale, i costi che continuano a crescere, la burocrazia che soffoca, la concorrenza sleale delle grandi multinazionali”. Ha sottolineato, poi, il tema dell’unità: “In mare non si va da soli. Per gettare le reti è necessario faticare insieme, come equipaggio, o meglio ancora come una comunità in cui, pur nella diversità dei ruoli, il successo del lavoro di ciascuno dipende dall’apporto di tutti”.
Poi, il pensiero ai partecipanti al Convegno “Universalità e Sostenibilità dei Servizi Sanitari Nazionali in Europa”. Papa Francesco ha sottolineato il tema che è stato affrontato nel Convegno e cioè quello di “quale sia la condizione di salute in cui si trovano i Servizi e i Sistemi sanitari nazionali in Europa. Anche la vostra è una missione che costa fatica e che richiede di saper lavorare insieme, in équipe”. E pone poi l’attenzione su due aspetti fondamentali. Il primo: “È infatti importante non dimenticare che voi sanitari siete persone altrettanto bisognose di sostegno quanto i fratelli e le sorelle che curate. La fatica di turni estenuanti, le preoccupazioni che portate nel cuore e il dolore che raccogliete dai vostri pazienti richiedono conforto e guarigione. Per questo vi raccomando di non trascurarvi, anzi di farvi custodi gli uni degli altri; e a tutti dico che è importante riconoscere la vostra generosità e ricambiarla, garantendovi rispetto, stima e aiuto”. Poi, il secondo aspetto, la compassione per gli ultimi: “Nessuno è così autosufficiente da non avere bisogno di cure, ne consegue che nessuno può essere emarginato al punto da non poter essere curato”. E finisce l’Udienza con un invito: “Animare dall’interno i sistemi sanitari, perché nessuno venga abbandonato”.
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