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Santa Cecilia: le varie interpretazioni della "Passio"

Santa Cecilia

“Vexata quaestio”, o “querelle”, o “problema aperto”: sono tutti modi di dire per indicare una qualche questione ancora non definita. Si sta parlando della vita di Santa Cecilia, di cui oggi ricorre la memoria liturgica. Universalmente, ormai, è conosciuta come la Santa protettrice dei musicisti. Eppure è proprio così? Cerchiamo, allora, di mettere un po’ d’ordine, di indagare meglio sulla questione. E, allora, da “bravi detective” in cerca di indizi, di prove, dobbiamo ricercare, prima di tutto, da dove nasce questo “disguido”: Santa Cecilia perché ha questo appellativo di patrona della musica? 

“Cantantibus organis, Cecilia virgo in corde suo soli Domino decantabat dicens: fiat Domine cor meum et corpus meum inmaculatum ut non confundar”. Questa è una delle frasi da prendere in esame. E’ l’antifona della Messa propria. Il passo in questione si riferisce al suo banchetto di nozze con Valeriano, o al suo martirio? Questa è la domanda da porsi per vederci un po’ chiaro nella indagine che ci siamo prefissati di seguire. E’ questo il punto cardine dell'attribuzione o meno dell'appellativo di patrona dei musicisti. E, la prova del nove, così si dice, è da farsi con la traduzione del passo citato. Qui sorgono, a seconda della collocazione dell’episodio riportato, i problemi. Esaminiamo, dunque, le due traduzioni. 



La prima: “Mentre suonavano gli strumenti musicali, la vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto per il Signore, dicendo: Signore, il mio cuore e il mio corpo siano immacolati affinché io non sia confusa". Questa, la traduzione per la “versione del banchetto”.  Dunque, per dare un significato al testo, tradizionalmente – e soprattutto dal XV secolo – quel “cantantibus organis” e “Cecilia virgo in corde suo soli Domini decantabat”, si riferiva al banchetto, posizione confutata dalla traduzione di “organis” con “strumenti musicali” che suonavano.  Da aggiungere poi, la versione della santa che cantava a Dio interiormente. Da qui, si arriverà addirittura a un'interpretazione particolare – e ad accompagnarla vi è una moltitudine di immagini pittoriche dell’epoca – che vede Santa Cecilia raffigurata con un piccolo organo, con tanto di tastiera, a lato della sua immagine.

 

Poi, abbiamo la seconda traduzione. Per questa, bisogna precisare un particolare di non poco conto. E’ opinione di molti che ci sia un errore presente già nella versione stessa, quella latina. In sintesi, ci sarebbe un problema di copiatura del testo stesso, visto che i codici più antichi non riportano l’antifona che ha come incipit “Cantantibus”, bensì “Candentibus organis, Caecilia virgo…”.  In questo caso, gli "organi" a cui si fa riferimento non potrebbero che essere gli strumenti di tortura. In sintesi, l'antifona in oggetto descriverebbe, dunque, Cecilia, che “tra gli strumenti di tortura incandescenti, cantava a Dio nel suo cuore”.  La frase, dunque, non si riferirebbe al banchetto di nozze, bensì al momento del martirio.

Erronea o no l’interpretazione, per il mondo intero, Santa Cecilia rimane ormai la patrona della musica e dei musicisti: per tutti è questo l’appellativo per la Santa Martire romana.

 

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