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Un servizio di EWTN News

Diario del Sinodo, il "giallo" dell'articolo di Padre Radcliffe

Non è tanto la sinodalità, o il diaconato femminile, o l’inculturazione oggi ad aver rubato la scena nel consueto e penultimo briefing sul Sinodo presso la Sala Stampa della Santa Sede, bensì uno “scontro a mezzo stampa”, sebbene parrebbe più o meno rientrato, tra un cardinale preconizzato e un porporato, presidente di una conferenza episcopale regionale. I due protagonisti in questione sono Padre Timothy Radcliffe, assistente spirituale del Sinodo e cardinale il prossimo 7 dicembre, e il Cardinale Fridolin Ambongo Besungu, Arcivescovo di Kinshasa e Presidente del Secam.

In un articolo – a firma di Padre Radcliffe pubblicato sull’Osservatore Romano del 12 ottobre scorso – il domenicano – per spiegare il no del Secam alla dichiarazione Fiducia Supplicans sulla benedizione delle coppie irregolari anche dello stesso sesso – scrive testualmente: “I vescovi africani sono sotto una forte pressione da parte degli evangelici, con denaro americano; degli ortodossi russi, con denaro russo; e dei musulmani, con denaro dei ricchi Paesi del Golfo. Avrebbe dovuto esserci una discussione con loro prima, e non dopo, la pubblicazione della dichiarazione. Qualsiasi cosa noi pensiamo sulla dichiarazione, al momento di affrontare delle tensioni, e per superarle, dobbiamo tutti pensare e coinvolgerci gli uni con gli altri a un livello profondo”.

Oggi, in conferenza stampa, è intervenuto il porporato congolese che ha avuto modo di fare il punto sulla vicenda. “E’ importante chiarire le cose: noi – ha detto il Cardinale Ambongo - veniamo accusati di aver preso soldi dalla Russia, dai Paesi del Golfo, noi siamo al Sinodo e seguiamo Padre Radcliffe. Ebbene, io non riconosco lui in quello che è stato scritto, lui è venuto da me perché ha letto l'articolo ed è rimasto sconvolto per il fatto che gli sia attribuito tale pensiero. Padre Radcliffe dice di non aver mai detto questo. Chi ha scritto l’articolo voleva creare un incidente”.

Resta il fatto che l’articolo è stato scritto, pubblicato sull’Osservatore Romano del 12 ottobre scorso, e firmato da Timothy Radcliffe.

Tornando al briefing, il Cardinale Ambongo è intervenuto anche sul tema del diaconato femminile. “Le Chiese d’Africa e io – ha precisato - non ci opponiamo alla possibilità d studiare il diaconato femminile. Penso però che dobbiamo studiare cosa intendiamo con diaconato. All’inizio era un servizio alla chiesa che non aveva niente a che fare col sacerdozio. Con il tempo è divenuto la prima tappa del sacerdozio. Dal momento che il diaconato resta legato al sacerdozio c’è una questione teologica che sorge, noi ci fidiamo della commissione (presieduta dal Cardinale Petrocchi ndr) poi deciderà il Papa e noi ci atteremo alla sua decisione, però la questione deve essere studiata: è un servizio o la prima tappa verso il sacerdozio?”.

Il Cardinale Ambongo ha anche fatto riferimento alla possibile beatificazione del re Baldovino del Belgio. “Lui – ha chiosato - era re all’epoca dell’indipendenza, quindi si dice che è lui che ha dato l’indipendenza al Congo, però sappiamo benissimo che è successo qualcosa: il primo ministro Lumumba è morto. Ora questa causa di beatificazione si sta studiando. Noi restiamo aperti, nel senso che se il dossier funziona per noi è stato un politico religioso in Belgio che ha avuto molto coraggio. Però è vero che su di lui c’è una macchia nera. Seguiamo per vedere che accadrà”.

Presente al briefing anche Monsignor Franz-Josef Overbeck, vescovo di Essen, in Germania, che ha ammesso: “da noi le donne predicano, ad esempio quando ci sono sacerdoti stranieri che non parlano bene il tedesco o quando siamo in presenza di una carenza di preti. Il tema del ruolo della donna è molto importante nel cammino interno alla Chiesa”.

Monsignor Andrew Nkea Fuanya, Arcivescovo di Bamenda, in Camerun, ha sottolineato invece l’importanza del ruolo del catechista, soprattutto in Africa. “Sono molto importanti, rendono vive le nostre chiese, a ogni livello ci sono i catechisti. In Africa oltre il 50% dei catechisti sono donne. Preparano i membri delle diverse comunità per i sacramenti e poi arriva il sacerdote, ma quasi tutto viene fatto dai catechisti. Per i sacramenti però bisogna sempre aspettare il sacerdote”. 

Infine l'attesa del documento finale: domani saranno presentati i modi - una sorta di emendamenti - da parte di singoli membri o di gruppi linguistici. Il documento sarà redatto anche in cinese e in ucraino.

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