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Carlo d'Asburgo e il coraggio della pace. Un nuovo libro sulla figura dell'imperatore beatificato da Giovanni Paolo II

Carlo d'Asburgo

 

“Il compito decisivo del cristiano consiste nel cercare in tutto la volontà di Dio, riconoscerla e seguirla. L'uomo di Stato e cristiano Carlo d'Austria si pose quotidianamente questa sfida. Ai suoi occhi la guerra appariva come "qualcosa di orribile". Nei tumulti della Prima Guerra Mondiale cercò di promuovere l'iniziativa di pace del mio predecessore Benedetto XV. Fin dall'inizio, l'Imperatore Carlo concepì la sua carica come servizio santo ai suoi popoli. La sua principale preoccupazione era di seguire la vocazione del cristiano alla santità anche nella sua azione politica. Per questo, il suo pensiero andava all'assistenza sociale. Sia un esempio per noi tutti, soprattutto per quelli che oggi  hanno  in  Europa la responsabilità politica!”. Con queste parole, il 3 ottobre di venti anni fa, San Giovanni Paolo II proclamava beato l’imperatore Carlo d’Asburgo. Un processo di beatificazione, non semplice. Eppure San Giovanni Paolo II volle ardentemente che l’ultimo imperatore d’Austria fosse beatificato.

Uomo di pace e di preghiera, Karl Franz Josef von Habsburg-Lothringen (Carlo d’Asburgo), figlio primogenito dell'Arciduca Ottone d'Austria, che nel 1911 sposò la principessa Zita di Borbone-Parma, dalla quale ebbe otto figli. “Sub tuum presidium”, questo il motto inciso sulle loro fedi nuziali. Carlo divenne erede al trono in seguito all'assassinio nel 1914 dello zio Francesco Ferdinando. Due anni dopo, alla morte di Francesco Giuseppe, gli succedette automaticamente quale Imperatore d’Austria e Re Apostolico d’Ungheria: era il 21 novembre 1916. Fece per l’occasione questo proposito: “Farò tutto ciò che è in mio potere per bandire gli orrori ed i sacrifici della guerra il prima possibile, per ridare al mio popolo la benedizione della pace amaramente mancata”. Una frase che nel nostro oggi così travagliato da efferate guerre risuona forte come monito per tutti i governanti del mondo. 

Forte il suo impegno contro ogni tipo di conflitto, come quando sostenne la posizione di Papa Benedetto XV contrario all’ “inutile strage” della Prima Guerra Mondiale. Fu poi esiliato con la sua famiglia nell’isola portoghese di Madeira. La sua salute andò peggiorando visto il clima ostile al quale era stato sottoposto. Ha vissuto i suoi ultimi anni di vita nella povertà. La moglie Zita raccolse l’ultima testimoniaza di suo marito: “Ho sempre cercato di conoscere la volontà di Dio e di eseguirla nel modo più perfetto”. La sua memoria liturgica è celebrata il 21 ottobre, data del matrimonio con la Serva di Dio Zita.

E a parlare di tutta l’evoluzione politica e storica del “gentiluomo” Carlo d’Asburgo vi è un testo, da poco nelle librerie, dal titolo “Carlo d’Asburgo e il coraggio della pace nella Grande Guerra” edito da Gaspari Editore. Autori il Professor Roberto Coaloa e Don Marco Eugenio Brusutti. Il Professor Coaloa è storico, scrittore, professore all’università di Paris-IV Sorbonne; docente all’Istituto di studi politici di Strasburgo. A Parigi è fondatore di “Sneige”. Don Marco Eugenio Brusutti, presbitero della diocesi di Trieste, giornalista e sociologo, vicepparroco della Parrocchia di Santa Caterina da Siena a Trieste e direttore editoriale del settimanale diocesano “Il Domenicale di San Giusto” ed editorialista per “Il Piccolo”.

Il libro è il frutto delle ricerche condotte nei Royal Archives che hanno svelato nuovi documenti e lettere personali che Carlo scrisse a Re Giorgio V, insieme con altre carte riguardanti i sondaggi segreti di pace del 1917 e alcuni scritti attinenti ai falliti tentativi di restaurazione monarchica in Ungheria. Re Giorgio V, bisnonno dell’attuale Re Carlo III, aveva chiesto, infatti, subito dopo la fine della Prima guerra mondiale, al tenente colonnello Edward Lisle Strutt di occuparsi di una missione speciale: salvare la coppia imperiale austriaca, Carlo e Zita, per non replicare la storia dei Romanov.

A distanza di venti anni dalla beatificazione di Carlo d’Asburgo, l’accurato volume riesce a ridare luce a una figura storica (e sprituale) che parla ancora oggi con la stessa intensità del passato.

 

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