Città del Vaticano , 08 October, 2024 / 3:00 PM
Un incontro informale quello del Papa con i suoi confratelli Gesuiti del Belgio durante l’ultimo viaggio apostolico nella terra belga (26-29 settembre). Un incontro riservato il cui testo è stato pubblicato oggi da “La Civiltà Cattolica” con un articolo a firma di Padre Antonio Spadaro. Sono stati 150 i Gesuiti del Belgio, del Lussemburgo e dei Paesi Bassi a essere stati riuniti - lo scorso 28 settembre - nel Collège Saint-Michel di Bruxelles per ascoltare le parole del Pontefice: un dialogo che ha fatto emergere alcuni temi cari a Papa Francesco come il ruolo delle donne nella società e nella Chiesa e la missione dei Gesuiti nel mondo contemporaneo. Immancabile, poi, il tema dell’immigrazione.
Alla domanda di un Padre Gesuita circa “la difficoltà di dare alla donna nella Chiesa un posto più giusto e adeguato”, Papa Francesco risponde: “La Chiesa è donna”. E continua: “Vedo la donna nel cammino dei carismi, e non voglio limitare il discorso del ruolo della donna nella Chiesa al tema del ministero”, precisa il Papa. E poi ricorda il ruolo delle donne in Vaticano: ad esempio, la Segreteria del Governatorato è affidata a una donna, Suor Raffaella Petrini; il Dicastero per lo Sviluppo umano integrale “ha anch’esso come vice una donna”. Papa Francesco fa riferimento a Suor Alessandra Smerilli. E poi precisa che nell’ “équipe per la nomina dei vescovi” vi è la presenza di tre donne come la Petrini, Suor Yvonne Reungoat e Maria Lia Zervino. Anche nel Dicastero per la Vita consacrata “la vice è una donna”: si riferisce a Suor Simona Brambilla che ricorpre il ruolo di Segretaria e nel Consiglio per l’economia, Charlotte Kreuter-Kirchhoof come Vice coordinatrice. In sintesi, come lo stesso Papa Francesco ha tenuto a precisare, “le donne entrano in Vaticano con ruoli di alta responsabilità: proseguiremo su questa strada. Le cose funzionano meglio di prima. Una volta ho incontrato la presidente Ursula von der Leyen. Parlavamo di un problema specifico, e io le chiesi: «Ma lei come fa a gestire questo genere di problemi?». Lei mi rispose: «Così come facciamo tutte noi madri». La sua risposta mi ha fatto molto riflettere”.
Alla domanda sul ruolo dei Gesuiti oggi nel Belgio, Papa Francesco ha risposto: “Non conosco bene la vostra situazione, e quindi non so dire quale debba essere la vostra missione in questo contesto specifico. Ma posso dirti una cosa: il gesuita non deve spaventarsi di nulla. È un uomo in tensione tra due forme di coraggio: coraggio di cercare Dio nella preghiera e coraggio di andare alle frontiere”.
Altri temi che il colloquio ha evidenziato sono stati: l’immigrazione (“Un migrante che non è integrato finisce male, ma finisce male anche la società nella quale si ritrova”); l’Europa e il suo calo demografico (“l’Europa non ha più figli, sta invecchiando. Ha bisogno dei migranti perché si rinnovi la vita. È diventata ormai una questione di sopravvivenza”); c’è spazio anche per il tema della sinodalità definita da Papa Francesco “una grazia” per la Chiesa.
Infine, uno sguardo anche sui processi di beatificazione. Papa Bergoglio cita, a riguardo, alcune come quella per Padre Pedro Arrupe, Preposito generale dal 1965 al 1983, proclamato Servo di Dio. Sulla causa di Padre Henri De Lubac, figura di riferimento per il Concilio Vaticano II, molto spesso citato dal Pontefice dice di non sapere “se la sua causa sia stata introdotta”. Anche Re Baldovino viene citato. E’ lo stesso Baldovino del quale parlerà poi alla Messa a Bruxelles il giorno dopo, il 29 settembre, prima di ritornare a Roma. Una beatificazione che si prospetta veloce visto il personale interessamento del Santo Padre.
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