Roma, 13 September, 2024 / 8:00 PM
Papa Francesco è rientrato a Roma dal viaggio apostolico nel Sud Est asiatico, il viaggio più lungo del pontificato, iniziato lo scorso 2 settembre. E come sempre nel viaggio di ritorno il Papa ha incontrato i giornalisti a bordo del volo papale per la consueta conferenza stampa.
Papa Francesco è intervenuto nel dibattito elettorale americano, in vista delle presidenziali che vedranno sfidarsi a novembre la vicepresidente democratica Kamala Harris e l’ex presidente repubblicano Donald Trump. Ad una domanda su aborto e deportazione di massa di migranti, il Papa è stato netto. Si tratta di due atti “contrari alla vita, sia quello che butta via i migranti, sia quello che uccide i bambini. Ambedue sono contro la vita. Sia chiaro, sia mandare via i migranti, sia non dare ai migranti capacità di lavorare, non dare ai migranti accoglienza è un peccato grave. Nell'Antico Testamento si parla dell'orfano, della vedova e dello straniero, cioè il migrante. Sono i tre che il popolo di Israele deve custodire. Chi non custodisce il migrante manca. La migrazione è un diritto, è un diritto che c'è nella Scrittura. nell'Antico Testamento c'era. L’aborto è uccidere un essere umano. Ti piace la parola, non ti piace … ma è uccidere. La Chiesa non è chiusa perché non permette l’aborto. La Chiesa non permette l'aborto perché uccide. È un assassinio. E questo dobbiamo avere le idee chiare. Mandare via i migrant è una cosa brutta, è cattiveria lì. Mandare via un bambino dal seno della mamma è un assassinio perché c'è vita. In queste cose dobbiamo parlare chiaro. Nella morale politica, in genere, si dice che non votare è brutto, non è buono. Si deve votare. E si deve scegliere il male minore. Chi è il male minore, quella signora o quel signore? Non so, ognuno in coscienza pensi e faccia questo”.
Il Papa ha poi detto di essere “contento dei dialoghi con la Cina: il risultato è buono anche per la nomina dei vescovi: si lavora con buona volontà: io ammiro la Cina, rispetto la Cina è un Paese di una cultura millenaria. Credo che la Cina è una promessa e una speranza per la Chiesa”.
Tra gli altri temi affrontati, la situazione umanitaria a Gaza. “Io – ha spiegato Francesco - chiamo tutti i giorni la parrocchia di Gaza. Lì dentro la parrocchia, nel collegio ci sono 600 persone cristiani, musulmani, ma vivono come fratelli. Mi raccontano cose brute, non trovo che si facciano passi per fare la pace”.
Poi una domanda sugli abusi. Il Papa non fa riferimento al vescovo timorese Belo, Nobel per la pace, accusato di abusi e per il quale l’allora Congregazione per la Dottrina della Fede nel biennio 2020-21 aveva imposto precise restrizioni disciplinari. Parla invece in generale, prendendo spunto dal caso che ha riguardato l’Abbè Pierre. “Noi non vogliamo dire copriamo, copriamo perché non si veda. I peccati pubblici sono pubblici. E vanno condannati. Abbè Pierre è un uomo che ha fatto tanto bene, ma è anche un peccatore. Noi dobbiamo parlare chiaro su queste cose, non nascondere i nostri. Il lavoro contro gli abusi è una cosa che tutti noi dobbiamo fare, non solo contro gli abusi sessuali, l'abuso a mio giudizio è una cosa demoniaca perché ogni tipo di abuso distrugge la dignità della persona. Tutti, ogni tipo di abuso cerca di distruggere quello che tutti noi siamo immagine di Dio. Io sono contento quando vengono fuori questi casi”.
Il Papa, infine, ha confermato che non si recherà a Parigi per la riapertura di Notre Dame e su un viaggio in Argentina, Francesco ha risposto che “è una cosa ancora non decisa, io vorrei andare. E’ il mio popolo e vorrei andare ma ci sono diverse cose da risolvere prima”.
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