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Un servizio di EWTN News

Crepaldi: la frammentazione del mondo cattolico rende meno efficace la battaglia per la dignità

Donna e rivoluzione, due parole che sono state messe spesso a confronto, ma anche spesso in contrasto. Eppure nella dottrina sociale della Chiesa cattolica il ruolo femminile è  stato sempre considerato come fondamentale, tanto che a difendere la donna e la sua dignità si è trovata spesso in prima linea la Santa Sede come nelle conferenze mondiali promosse dalle Nazioni Unite al Cairo e a Pechino.

Sono passati venti anni, ma ancora la situazione mondiale delle donne è drammatica. In molti casi sono avvilite nella loro dignità, vittime di violenza, lasciate senza istruzione, o considerate come merce.

Proprio alla donna è dedicato il VI Rapporto sulla Dottrina Sociale della Chiesa nel mondo che puntualmente arriva dall’Osservatorio Cardinale Van Thuân

Ma oggi non basta “considerare i movimenti attorno alla donna solo dal punto di vista sociologico oppure morale” scrive nella sintesi introduttiva Stefano Fontana, direttore dell’ Osservatorio. Molte donne nonostante le difficoltà dovute alla situazione sociale, rimangono una grande risorsa “per continuare la creazione che in parte Dio ha affidato al genere umano e per opporsi alla ri-creazione che i potenti hanno progettato e che stanno attuando in tutto il mondo” scrive Fontana.

Nella presentazione pubblica che si è svolta alla Radio Vaticana il 3 marzo pomeriggio, il Presidente dell’ Osservatorio, l’arcivescovo Giampaolo Crepaldi ha ricordato: “ Lo sforzo dell’Osservatorio è quello di collegare la biopolitica con la Dottrina sociale della Chiesa a partire dal fatto che le consideriamo parte integrante della dottrina sociale della Chiesa. Questo nasce dal magistero dei Papi a cominciare da Giovanni Paolo II.”

monsignor Crepaldi ha spiegato che “ non tutti percepiscono questa connessione tra la bio politica e la dottrina sociale della Chiesa”. Il rilancio della Dottrina Sociale della Chiesa è stata fortemente rilanciata da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI, ma stenta a dare i suoi frutti. “E’ forse anche il motivo per cui in questo campo i cattolici impegnati in politica sono piuttosto pochi e sono anche divisi e l’impressione è che abbiano un po’ abbandonato lo schema di convergere in parlamento contro le leggi che avessero colpito al cuore la dignità della persona umana, della vita e della famiglia. Ed è triste constatare come su temi fondamentali tanto evidenti sia alla ragione sia alla fede, si proceda nn convergendo ma frantumandosi” ha sottolineato il Presidente Crepaldi. Un vero problema e una sfida che dovrà essere affrontata al Convegno della Chiesa italiana a Firenze per cercare di trovare una piattaforma comune. Il rischio che si corre, ha spiegato l’arcivescovo, è “ che la fede non avrà più niente da dire alla politica e che la politica dimenticherà di essere al servizio non solo di interessi, ma anche della salvaguardia e della promozione di un ordine.”

Tra i relatori Eugenia La Roccella, impegnata in politica proprio in quelle sfide etiche che necessitano di un coinvolgimento della fede. “ Se si segue il mainstream dell’ opinione pubblica su questi temi- ha detto- sulla questione antropologica che invece viene chiamata questione dei nuovi diritti è facile fare confusione ed essere trascinati ad un giudizio falsamente tollerante. Come se fosse una questione di scelte. Penso che invece la riflessione vada ricondatta nelle prosepettiva del post umano, nella distruzione dell’umanità, ne senso di qualità dell’umano.” Le donne che sono state custodi della vita ora vedono la creazione spostarsi fuori dal proprio corpo, in laboratorio, “oggi - ha detto La  Roccella “devono essere custodi dell’umano, perché il percorso che il mondo sta seguendo è quello della disumanizzazione”.

 

 

 

 

 

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